Quando ha un nuovo disco, anche Gilmour scomoda i Beatles
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 26 agosto 2015 ore 15:30
Nominare i mostri sacri è un'ottima tecnica per far parlare di sé in previsione di un nuovo album. Mossa studiata o tempismo fortuito, l'ha fatto Keith Richards, è capitato allo stesso Ringo Starr e ora è David Gilmour a rivolgere lo sguardo ai quattro di Liverpool, ma in forma di tributo.
Nella pubblicità, si sa, l'importante è colpire con un messaggio forte. Far parlare di sé, nel bene e nel male, è fondamentale per aumentare la risonanza delle proprie azioni e, nel caso di un artista, dei prossimi passi lavorativi. Nella musica, il colpo più forte che si possa dare è rilasciare una dichiarazione che destabilizzi i fan, faccia discutere e metta in dubbio anche i più grandi, come i Beatles.
Può darsi che si tratti di semplici coincidenze, ma solo nell'ultimo anno ben due artisti hanno tirato in ballo i Beatles mentre le loro case discografiche impacchettavano gli ultimi loro CD, freschi di stampa.
Lo ha fatto Keith Richards, che è partito all'attacco di Sgt. Pepper's definendolo "un mucchio di spazzatura". Il caso vuole che il chitarrista dei Rolling Stones sia in procinto di presentare Crosseyed Heart, il suo prossimo disco solista sugli scaffali a partire dal 18 settembre.
Alcuni mesi fa anche lo stesso batterista dei Beatles si è trovato al centro di una vivace discussione sul quartetto inglese. Questa volta non sulla musica, ma su una delle leggende metropolitane più inossidabili di sempre: la presunta morte di Paul McCartney. Anche Ringo aveva in uscita un nuovo album, intitolato Postcards From Paradise, e pare che durante un'intervista avesse confermato le voci che volevano Paul morto e rimpiazzato da un sosia. Il Web si è subito diviso tra chi ha voluto finalmente mettere un punto al "complotto dei Beatles" e chi invece ha accusato il batterista di essere in cerca di facile visibilità con una dichiarazione shock. Quella di Ringo, in realtà, è stata una pubblicità gratuita generata da terzi. La storia è un falso e tutta l'intervista sembra essere stata inventata di sana pianta, come raccontato dall'Inquisitr.
Ben altro tipo di risonanza è quella a cui ha mirato il buon David Gilmour. L'ex Pink Floyd è in procinto di pubblicare un nuovo album solista e, nell'attesa, ha deciso di regalare ai fan un assaggio in forma di EP. David Gilmour & Friends lo vede condividere lo studio con artisti tra cui Robert Wyatt, Ben Watt e Crosby & Nash, e contiene un'esclusiva cover di "Here, there and everywhere".
Fan dei Beatles da sempre, David non ha rinnegato le proprie origini e ha dedicato ai musicisti che più di ogni altro segnala tra le sue maggiori influenze un lavoro dal sound inconfondibilmente gilmouriano, ma condito da un sapore vintage, atmosfere puramente "alla Beatles" e con la chitarra da sogno di sempre. L'EP è attualmente in omaggio con la rivista britannica MOJO e, se può essere considerato un'anticipazione del suo nuovo disco, dà ottimi motivi per attendere le settimane che ci separano dall'uscita di Rattle that Lock, il 18 settembre, e dalle date del tour italiano, il 14 settembre a Verona e il 15 a Firenze.