Gretsch Duo Jet del 1956: mani sull'incompreso ponte Melita
di redazione [user #116] - pubblicato il 21 gennaio 2016 ore 07:30
Durante lo scorso SHG a Milano, nella collezione di Alberto Venturini spiccava una rara Gretsch Duo Jet del 1956 tutta originale con il suo amato-odiato ponte Melita. Abbiamo voluto provare per voi un pezzo di storia ambiguo come pochi.
La Duo Jet ha acquistato fama agli occhi di molti per essere stata la chitarra con cui George Harrison ha registrato i primi lavori insieme ai Beatles, ma è nota tra gli appassionati del genere per essere lo strumento preferito di Cliff Gallup, tra le cui mani ha contribuito a delineare il sound del rock n' roll.
Si tratta di una solid body con cassa scavata per renderla più leggera, un tentativo di rendere le archtop di casa Gretsch più maneggevoli e resistenti al feedback. L'esperimento è senz'altro riuscito e oltre cinquant'anni di evoluzione hanno portato frutti pregevoli, ma la storia della Duo Jet è fatta di luci e ombre.
Nei suoi primi anni di vita, la solid body a spalla mancante e top bombato più amata dai countryboy ha visto l'introduzione di varie innovazioni tecniche, non tutte ben volute dal musicisti, tanto che oggi è davvero difficile trovarne una che non abbia subito modifiche.
Quella di Alberto Venturini rappresenta la rara opportunità di vederne una completamente originale, compresi gli aspetti meno amati dai musicisti dell'epoca. Quella del 1956, infatti, era tristemente famosa per montare il particolare ponte Melita Synchro-Sonic, che rendeva le corde più stabili nelle loro sedi ma risultava scomodo ai più da tenere sotto il palmo, tanto da diventare uno dei primi componenti sistematicamente sostituiti dagli smanettoni.
Sulla Duo Sonic messa da Alberto nelle mani di Don Diego Geraci per una rapida panoramica, il Melita è ancora al suo posto, e tiene in riga un set di corde lisce nel rispetto della vocazione originale dello strumento. Amato, odiato, bisogna ammettere che il twang della TV in bianco e nero e degli stivali con gli speroni c'è tutto.