Michael Lee Firkins: nuove idee per la scala blues
di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 02 maggio 2016 ore 17:00
Chitarra moderna. La scala più conosciuta e utilizzata dai chitarristi viene stiracchiata in una diteggiatura a tre note per corda che ne agevola fraseggi veloci e strutturati in maniera più tecnica e articolata. Un'idea tecnicamente stimolante da affiancare al fraseggio tradizionale per vivaci impennate ritmiche.
Michael Lee Firkins verrà ricordato per essere stato il primo musicista a sperimentare interessanti commistioni tra il fraseggio country e bluegrass e il linguaggio moderno del chitarrismo post Van Halen. La differenza tra lui e i tanti altri chitarristi che hanno mescolato fraseggio metal e shred con elementi armonici di chiara matrice bluesy (Paul Gilbert, Joey Tafolla, Greg Howe su tutti…) è che in questi, la matrice della proposta musicale restava saldamente metal (o fusion) arricchita poi, in maniera più o meno marcata, da sfumature blues. Nel caso di Michael Lee Firkins, invece, ci si trovava di fronte a un verace e genuino chitarrista country, rock, blues che si divertiva utilizzando anche modernissimi chops da shredder con suoni e soluzioni di arrangiamento metal.
Abbiamo chiesto a Michael Lee Firkins di mostrarci alcune soluzioni tecniche per riuscire a portare elementi tradizionali del fraseggio blues a livelli di fluidità esecutiva superiori, funzionali a reggere la spinta di arrangiamenti hard rock e metal. (Ricordiamo che nel suo disco d’esordio Firkins aveva una sezione ritmica travolgente con James Kottak degli Scorpions alla batteria e Jeff Pilson dei Dokken al basso).
L’esempio proposto interessa una scala blues, scala formata da una pentatonica minore (T, b3, 4, 5, b7) arricchita con la sua nota blues, la b5. Ragionando in Am avremo quindi: A, C, D, Eb, E, G.
Per capire la formazione della diteggiatura proposta da Firkins, dovremo fare riferimento al box di pentatonica che parte dal settimo grado minore, nel nostro caso il G. Isoliamolo e poi limitiamoci a considerarlo sviluppato partendo dalla b3 C e solo sulle tre corde più alte, il G, il B e il E. Inseriamo anche la blue note, ottenendo sulla corda di B il cromatismo D, Eb e E tra 4° e 5°.
Già in questa semplice diteggiatura, ci troveremo sotto le dita un box estremamente musicale e facile da suonare a una certa velocità. Tant’è che, due tra i più celebri lick shred blues di Paul Gilbert, sono sviluppati proprio su questa diteggiatura. Ripassiamoli:
A questo punto, prendiamo la nota più bassa - il C suonato al 17° tasto sulla corda di G - e spostiamolo un’ottava più in alto, al 20° sul E cantino. Creeremo in questa maniera un box a tre note per corda.
Notoriamente le diteggiature a tre note per corda, visto il loro carattere quasi simmetrico, agevolano esecuzioni tecniche ben organizzate e strutturate in maniera meccanica in legato, alternate picking, tapping. Tutte soluzioni funzionali, appunto, alla fluidità e velocità del suonato.
Una volta individuata la diteggiatura, estendiamo subito su tre ottave.
Già disposta in questa maniera, la scala blues si presterà a soluzioni esecutive perfette per applicazioni tecniche moderne. Proviamola, per esempio, in pennata alternata su questo pattern in sestine di sedicesimi.
Ora, invece, affrontiamola come Firkins nel video, interpretandola attraverso una pronuncia ritmica variegata: ottavi, quarti puntati, sedicesimi…acquisirà un carattere articolato e frizzante, vicino alla vivacità e ai colori del blues tradizionale ma con la possibilità di velocità e fluidità maggiori e accelerazioni ritmiche agevolate dalla diteggiatura.
Quindi, isoliamo due lick estrapolandoli dall’improvvisazione suonata da Firkins.
Il primo lick sono delle mitragliate in quintine di sedicesimi. Attenzione alla pennata che non è rigorosamente alternata ma contempla dei passaggi in legato. Si osservi inoltre, che il pattern si appoggia e batte sulla blue note, la 5b, contribuendo a una sonorità particolarmente spigolosa del fraseggio.
Il secondo lick invece, è un veloce fraseggio in sestine di sedicesimi, molto tradizionale e bluesy nella sonorità, modernissimo nella proiezione tecnica e nelle diteggiature utilizzate.
Attenzione all'utilizzo, delizioso, della leva vibrato, vero trademark del chitarrismo di Michael Lee Firkins! La leva è tenuta tra mignolo e anulare, e colora con ampli e nervosi vibrati ogni nota lunga e d'appoggio del fraseggio. A volte inoltre, scandisce con una leggere inflessione l'inizio delle frasi, simulando un singolare effetto slide.