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Perché preferire un accordatore a clip
Perché preferire un accordatore a clip
di [user #17844] - pubblicato il

Un accordatore a clip è discreto, pratico, economico. Esistono diverse ragioni per cui si potrebbe decidere di dar via l'accordatore a pedale in favore di una piccola molletta da appiccicare alla paletta della chitarra o del basso e che potrebbe risolvere numerose seccature.
I gusti in fatto di chitarre rappresentano sfumature, c'è chi preferisce la praticità del digitale e chi il fascino della valvola, chi l'attacco del single coil e chi il sustain dell'humbucker, chi la versatilità di un accordatore a clip e chi la sicurezza di un tuner a pedale. Sembrano dettagli, la verità però è che non ci sono mezze misure e ai chitarristi piace schierarsi da una parte o dall'altra, fino a discutere e sostenere strenuamente la propria tesi.

Quando Denis mi ha sottoposto l'articolo in cui spiegava i motivi che dovrebbero portare un chitarrista a preferire un accordatore a pedale, non ho potuto esimermi dal cominciare a ragionare sulle cause che mi hanno portato a tenere per il partito opposto. Sono un chitarrista da accordatore a clip, e ho motivazioni precise per esserlo diventato.

Perché preferire un accordatore a clip

C'è stato un tempo in cui anche io avevo sempre ai piedi una scatoletta con tanti LED colorati che mi aiutava a restare il più possibile accordato col resto della band. Era impossibile farne a meno, ma non impazzivo all'idea che quell'aggeggio succhiasse segnale prezioso, rubasse uno slot all'alimentatore e un posto libero in pedaliera che avrei potuto destinare a un nuovo effetto.
Quando ho affiancato un rig interamente digitale a quello tradizionale, ho imparato ad apprezzare la praticità di una strumentazione minimale. Non ho mai acquistato una multieffetto per reale necessità di molti suoni, era più per avere tutto in un solo contenitore. Nessun sistema da cablare, mai più minuti preziosi a giocherellare coi cavetti patch per scoprire quale fosse quello fallato: per quanto si tema il contrario, mi è capitato più spesso avere problemi tecnici sul palco con una serie di stompbox che con una pedaliera digitale.
È stato lì che ho assaggiato il piacere di non portarmi dietro una scatoletta dedicata all'accordatura: bastava quello integrato. Ma la svolta c'è stata quando i progetti musicali sono scemati in favore dello studio casalingo e delle saltuarie jam session.

In casa non suono quasi mai amplificato. Mi piace avere una chitarra sempre accanto, che spupazzo anche per pochi secondi ogni volta che il lavoro al computer mi lascia in attesa. L'accordatura ogni tanto richiede una ritoccatina, ma tirare fuori tutto l'armamentario sarebbe da pazzi. Si può fare anche senza, certo, ma se non si ha un orecchio impeccabile non è raro trovarsi dopo un po' con delle corde perfettamente accordate tra loro ma traslate in altezza, basate su un La di riferimento troppo basso o, che è anche peggio, troppo alto.
Se si frequentano delle jam, inoltre, si sa quanto i tempi siano stretti. Bisogna salire sul palco con la chitarra già in buone condizioni, darsi da fare e lasciare lo spazio ad altri. Non c'è modo di portarsi dietro un pedale e non c'è tempo di riaccordare quando la sessione è già partita. Ad accordare giù dal palco, fuori il locale, ci ho già provato e non lo consiglio a nessuno: faceva freddo e l'accordatura, perfetta all'esterno, è diventata un lontano ricordo appena sotto le luci calde del palco.
Per fortuna, di solito alle jam circola sempre un piccolo salvavita: l'accordatore a clip.

Perché preferire un accordatore a clip

È quasi scontato dire che il pregio maggiore di un accordatore a clip è averlo sempre a disposizione.
Lo monti in un attimo su qualunque chitarra ti capiti sotto mano, lo scambi con gli altri membri della band (se il bassista usa un accordatore, probabilmente ne userà uno a clip, ma non è detto che lo usi, ed è meglio essere pronti all'evenienza per non dovergli sentir dire, nel bel mezzo del concerto, "scusa, mi suoni un La?"), lo usi prima di salire sul palco, lo usi anche in casa senza dover collegare niente o con l'acustica non dotata di preamplificatore in giardino, ai falò.

Meno scontato è il fatto che, in un accordatore a clip, non ci passa il segnale.
È un punto fermo: meno strada fa il segnale, meglio è. I due cavi che servono per entrare e uscire da un accordatore, le rispettive prese jack e il circuito stesso dell'accordatore (anche se true bypass) determinano delle perdite. Potranno essere impercettibili, ma perché rischiare? Certo, esistono looper e dispositivi vari con uscite dedicate per l'accordatore che promettono di evitare qualunque dispersione di segnale, ma non tutti ne hanno uno.

Da non trascurare è anche il fattore costo. La tecnologia di un buon accordatore è ormai alla portata di tutti, è facile farne uno sufficientemente preciso per un uso comune, ma non è altrettanto scontato che i componenti siano di qualità e che il circuito sia trasparente per il segnale. Questo fa sì che, chi sceglie un accordatore a pedale, dovrebbe preferirne sempre uno di un certo peso, leggasi costo.
Gli accordatori a clip, invece, partono da cifre di gran lunga inferiori e raramente raggiungono quelle delle versioni stompbox più economiche. È possibile trovarne anche sotto i dieci euro (se vi dura quanto una muta di corde, potrete dirvi di aver già fatto un affare), mentre uno dei più costosi, il TC Electronic Polytune Clip che ho scelto per me, non arriva a cinquanta euro.

Negli anni sono passato da pedaliere ben nutrite a rig digitali, regredendo infine a setup semplici, con pochi pedali se non con nessuno, quando la situazione lo permette. Un solo attrezzo non manca mai all'appello, sempre in borsa insieme a tracolla e cavo.

Perché preferire un accordatore a clip

Appena qualche giorno fa è arrivato nei cinema "Civil War", l'ultimo film Marvel accompagnato da un'intensa campagna pubblicitaria che invita i fan a schierarsi dalla parte di Captain America o di Iron Man. Cogliamo la palla al balzo e vi chiediamo: #TeamClip o #TeamStomp?
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Polytune Clip su Accordo
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