È ottobre, qualcuno svegli i Green Day.
Così recita una vecchia battuta, forse fin troppo sentita, ma alla quale non abbiamo resistito quando ci siamo chiusi in studio insieme a Paolo Pilo con l'autunno alle porte.
Billie Joe Armstrong e soci fanno parte di quella schiera di musicisti che hanno accompagnato momenti belli e brutti di intere generazioni di adolescenti, e non c'è ragazzo a cui non tocchi almeno un po' il cuore sentire un vecchio successo come "Wake me up when september ends", "svegliami quando settembre finisce".
Strappalacrime nel testo, semplice ed efficace nella musica, la canzone farà cantare qualunque comitiva e pubblico. Il riff principale nasce proprio intorno alla chitarra acustica, e il passaggio all'arrangiamento per sola chitarra e voce sembra obbligato, ma bisogna fare i conti con le linee energiche che subentrano poco più tardi dell'introduzione, con il ritornello.
Accordi e arpeggi sono piuttosto semplici, quindi ci si può concentrare sui suoni per rendere l'esecuzione più variegata e distaccare l'effetto dato con la strofa da quello del ritornello.
Paolo, per l'occasione, si affida a un aiuto esterno.
Il chorus, insieme e riverbero e delay, è uno dei pochi effetti che ogni chitarrista acustico dovrebbe avere sempre a portata di mano, per fornire maggior profondità al proprio suono o per avere un colore in più con cui giocare. Con "Wake me up when september ends", l'uso del chorus torna utile proprio per addolcire l'arpeggio della strofa, mentre al ritornello viene affidato il muro di suono e ritmica dello strumming più tradizionale.
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