di redazione [user #116] - pubblicato il 15 novembre 2016 ore 17:00
Dall'acustica all'elettrica passando per le camere tonali, Mauro Gaudenzi cattura per uno stile elegante e linee armoniose. Abbiamo dato una sbirciatina alla sua Swallow e alla Concert (già passata per le mani di Tommy Emmanuel) in attesa di provarle di persona questo weekend a Milano.
Le chitarre di Mauro Gaudenzi ci hanno conquistato immediatamente per l'eleganza delle forme e la bellezza delle trame. Il giovane liutaio romagnolo mostra da subito una preferenza per i legni nudi, con venature e segni naturali a vista, ma non disdegna finiture semplici e pulite, che si sposano alla perfezione con lo stile di certi veri gioielli come la sua Swallow, la "rondine" semiacustica usata anche da Snah, il chitarrista dei Motorpsycho.
Nell'approfondirne la conoscenza in attesa di vedere i suoi lavori dal vivo a SHG GuitarShow e RitmiShow, il prossimo 19 e 20 novembre a Milano, scopriamo che Mauro usa anche degli speciali accorgimenti strutturali per migliorare la giunzione tra corpo e manico, e che ha una filosofia costruttiva tutta sua riguardo il feel che si deve avere con lo strumento. Ce lo ha raccontato mentre ci mostrava la sua Concert acustica, perché il suo catalogo non si ferma ai modelli dotati di pickup. Sobria e dallo stile ricercato come tutta la sua collezione, la Concert ha una storia alle spalle, e proprio da qui siamo partiti per condividere con voi qualche anticipazione sulla sua esposizione del prossimo weekend.
Raccontami dell'incontro con Tommy Emmanuel!
L'incontro con Tommy Emmanuel è stato un'esperienza unica e preziosa.
Durante la tournée italiana sono riuscito a organizzare un incontro solo all'ultimo momento e giusto in tempo per finire la mia nuova linea di acustiche "Concert", tant'è vero che quando l'ha presa tra le mani, ancora odorava di vernice, ma non potevo assolutamente perdermi questa occasione!
Tommy Emmanuel l'ha suonata a lungo e già dopo i primi accordi ha alzato lo sguardo verso il suo collega traduttore affermandogli che era senz'altro la miglior chitarra che aveva suonato da quando era in Italia!
Dopo vari scambi di opinioni tecniche, mi ha fatto enormemente piacere il fatto che ha riconosciuto una particolarità che io inseguo e perfeziono ormai da molto tempo: il fatto di riuscire a costruire uno strumento facile e adattabile a "tutte le mani". Questo non è un aspetto così scontato tra i costruttori e il fatto che lui l'abbia notato mi ha entusiasmato.
Parli di un tuo sistema particolare di assemblaggio per il manico. Puoi dare qualche cenno tecnico?
In tutti gli strumenti la stabilità del manico e la zona di innesto manico-corpo sono questioni molto delicate, soprattutto nella chitarra acustica. Ma anche i fattori di densità e rigidità sono fondamentali per il suono e la suonabilità.
L'argomento è abbastanza ampio, ma posso dire in breve che sono molto soddisfatto di questo sistema che prevede, oltre alla classica sovrapposizione di due o più legni incollati a fibra incrociata (per far sì che si annullino a vicenda i movimenti rotatori del legno), l'aggiunta di un particolare rinforzo interno al manico atto a evitare il più possibile il rigonfiamento nell'innesto manico-corpo e garantire così un'ottimo rapporto di rigidità ed elasticità.
Immagino che la progettazione di una semiacustica e quella di una flat-top vadano in direzioni praticamente opposte. Quali accorgimenti hai considerato per ottenere il meglio nei due campi?
Oltre alla scelta dei legni, fondamentale è come lavorarli, rispettandone i tempi e le caratteristiche. Massima attenzione nella lettura delle fibre e del loro andamento lungo la tavola. Valutarne rigidità e densità e scegliere la strada giusta a seconda di cosa si ha sotto mano.
Beh, in realtà sarebbero tantissimi gli accorgimenti da elencare, ma quando realizzo un mio strumento, non dimentico mai che... anche l'occhio vuole la sua parte!