BAE Audio è un nome ben noto agli appassionati di attrezzatura da studio di fascia alta per le sue repliche di apprezzati preamplificatori in stile vintage ai circuiti sullo stile di quelli usati nei banchi di missaggio Neve che da quasi mezzo secolo a questa parte vengono guardati dal mondo del recording come un vero riferimento per la purezza sonora. Per i chitarristi, invece, la firma del laboratorio californiano potrebbe suonare nuova, ma potrebbe portare con sé anche qualche piacevole scoperta.
Proprio in questi giorni, BAE sta spingendo l'acceleratore sul mondo dell'effettistica per chitarra elettrica proponendo a professionisti e trade show in giro per il globo un suo progetto originale ispirato a grandi miti del passato, con alcuni accorgimenti singolari. L'Hot Fuzz, così si chiama il voluminoso doppio pedale verdognolo, è in realtà in circolazione ormai dal 2013, ma solo in tempi recenti è stato finalizzato e supportato da un'adeguata comunicazione, tanto da risultare come una vera novità di mercato per molti appassionati della categoria. Anche noi, lo ammettiamo, non conoscevamo il primo stompbox marchiato BAE Audio.
L'Hot Fuzz è un fuzz in stile anni '70 ispirato alla scuola britannica con, affiancato, un booster per le frequenze alte e medio-alte. I due circuiti possono essere attivati in modo indipendente grazie ai relativi switch true bypass o sommati, per spingere la distorsione in territori davvero estremi e studiati per risultare presenti su qualunque condizione e per bucare ogni mix.
Come accade per molti dei loro prodotti, anche per l'Hot Fuzz i progettisti si sono ispirati a successi discografici del passato. In particolare, il loro scopo era replicare la sonorità di un fuzz grosso e presente nel mix, ricco di sustain e con tutto il respiro caratteristico delle registrazioni della seconda metà del secolo scorso, dove il gain non mancava e il tutto veniva spinto ai "volumi giusti". Nello specifico, il suono ricercato compulsivamente da BAE è in una singola canzone: "Summer Breeze" nella versione dei The Isley Brothers
Per raggiungere quel traguardo, hanno messo insieme una selezione di transistor a basso rumore con un triplo stadio di saturazione e componenti scelti. Con un approccio più da studio che da stage, i parametri su cui agire per delineare il proprio sound non sono pochi.
La sezione Hi Freq Boost è gestita solo da un controllo di Gain, mentre il fuzz vero e proprio può contare su una manopola per il Juice, ovvero la saturazione, il Gain ovvero il livello d'uscita e due potenziometri per alti e bassi, così da mettere a fuoco maggiormente il suono secondo necessità, tagliando le basse frequenze che tendono a slabbrarsi quando si usano humbucker su alti livelli di gain o per tenere a bada gli abbondanti armonici superiori che derivano dalla somma dei due circuiti.
Il risultato, stando alle demo ufficiali, non sembra affatto male.
L'Hot Fuzz è descritto più a fondo , tuttavia non è ancora stato indicato un prezzo di mercato. Non sappiamo se lo vedremo mai in Italia con un distributore ufficiale, ma terremo gli occhi puntati in una direzione che, siamo certi, avrà fatto già drizzare le antenne a molti fanatici di prodotti di qualità hi-fi al servizio di sound lo-fi agli estremi. |