Intervista a Dave Abbruzzese: da icona grunge a produttore
di eriktulissio [user #28153] - pubblicato il 23 dicembre 2016 ore 13:00
Abbiamo avuto la fortuna e l'immenso piacere di entrare in contatto con una leggenda vivente della batteria rock degli anni '90: Dave Abbruzzese. Entrato a far parte dei Pearl Jam nel 1991, a pochi mesi dall'uscita di “Ten”, album d'esordio della band di Seattle, Dave Abbruzzese ha vissuto gli anni d'oro del grunge da protagonista assoluto. Ha firmato insieme a Eddie Vedder e soci i loro lavori migliori e più famosi: Vs, del 1993 e Vitalogy, del 1994, anno in cui, per motivi ancora non chiariti, viene allontanato inaspettatamente dalla band.
Il suo drumming ha influenzato le generazioni di batteristi rock-alternative che sono susseguiti e il suo nome è rimasto indissolubilmente legato al Seattle sound della prima metà degli anni 90. Lo incontriamo per una piacevole chiacchierata nella quale ripercorriamo la sua avventura con i Pearl Jam e l'amaro epilogo con cui si è conclusa; parliamo del suo drumming e ci facciamo raccontare i suoi progetti attuali.
Recentemente sei stato al centro della polemica per la tua mancata nomination da parte dei membri Pearl Jam ad essere inserito nella formazione originale titolata a entrare nella Rock & Roll Hall of Fame (al suo posto è stato nominato Dave Krusen, il turnista che ha registrato le tracce di batteria di “Ten”, ndr.). Ci dici qual'è il tuo pensiero a riguardo?
Si, è stato confermato che non sarò parte della lista dei membri titolati all'induzione. Ciò mi disgusta. Credo che la possibilità che la band possa entrare a far parte della Hall of Fame senza di me sia una cosa patetica e una profonda ingiustizia. Tanto vergognoso come lo è stato licenziarmi a suo tempo.
Come sono ora i tuoi rapporti con gli altri musicisti o le altre band con cui ti frequentavi ai tempi dei Pearl Jam?
Sono uscito dal giro. Ci sono ancora molte persone che frequentavo allora e che non vedo da parecchio tempo che tuttora considero buoni amici. Non riesco a pensare a nessuno, fatta esclusioni per i membri dei Pearl Jam, con cui non passerei del tempo volentieri, e ci sono molti altri di loro con cui sono ancora in contatto. Tuttora considero la crew dei Pearl Jam come un' estensione della mia famiglia.
Cambiamo argomento: Hai vissuto lo studio di registrazione sia come musicista che suona e registra sia come produttore che coordina e dirige queste fasi. Ci descrivi i tuoi diversi approcci?
Wow, il discorso è lungo. Ci sono molti aspetti che prendo in considerazione nel rapporto fra l'essere produttore e l'essere performer. Quando produco, mi trovo a occuparmi del budget, delle politiche, della salute e del benessere generale delle band, della forza lavoro che gravita loro attorno, etc. Il mio stile di produzione mi vede guardare alla musica quasi con la stessa fascinazione che mi suscita quando suono. Sono fortunato ad avere il rispetto dei musicisti che produco e ciò mi porta a essere un membro temporaneo della band, musicalmente parlando. Inoltre, mentre come “il tipico batterista” in una band devo lavorare sodo per far passare un input melodico, come produttore le mie idee di canzone vengono recepite sin da subito.
Come produttore cosa cerchi e cosa ti colpisce oggi in una band?
L'ispirazione. Tendo a produrre album che vorrei possedere.
Nella musica dei Pearl Jam la rottura con tutta la precedente musica degli anni ’80 era evidente. Che cosa odiavate di più della musica del decennio che vi aveva preceduto?
Non odiavo nulla. Ero giovane e banchettavo su tutto ciò che mi circondava. Ciò che non mi piaceva e ciò che adoravo mi ispirava in egual maniera.
Durante la prima metà degli anni 90 c’erano degli aspetti ben precisi del tuo drumming (ritmiche funky, tecnica di cassa veloce, rullo doppio, abbondante uso di piatti, specialmente di splash...) che hanno portato una novità nella maniera di suonare rock. C’era stata da parte tua la volontà precisa di cercare un registro espressivo nuovo o naturalmente ti sei ritrovato a esprimerti così?
La mia idea era quella di rendere i brani ballabili. Accentare il movimento delle melodie e aggiungere stilisticamente un po' di sapori nella musica. Sono entrato nella band suonando i brani di Ten. Non ero un grande fan dell'album, così per come era stato registrato. Fortunatamente la band mi lasciò suonare i brani come volevo io. Mi sono divertito a ricreare le mie versioni delle canzoni. Quando invece arrivò il momento di registrare gli album successivi, dovetti lavorare molto a casa su arrangiamenti e parti in modo che i brani diventassero “merda di livello superiore”.
Più in generale con i Pearl Jam siete stati un riferimento di suono per più di una generazione musicale. Per decenni siete stati il nuovo standard musicale a cui guardare quando si suonava e produceva rock. Essere “di tendenza” significa in qualche modo essere copiati. Avete vissuto questa cosa sempre con soddisfazione o a volte vi ha infastidito?
Molto spesso la mia influenza mi è stata fatta notare dai musicisti che ho influenzato. È fantastico e sono veramente grato di sapere che ho fatto la differenza. Grazie ai social media, sono spesso citato con incredibili testimonianze di batteristi che ho influenzato. Questo è l'aspetto che più mi ispira della mia vita musicale. Sapere che ciò che ho fatto e faccio ispira riflessione e considerazione da altri batteristi... In poche parole, è una cosa molto importante che giustifica l'uso della parola “successo” in relazione alla mia carriera musicale.
Mentre registravi Versus e Vitalogy respiravate o percepivate qualcosa di unico? Sentivate che stavate incidendo degli album che avrebbero cambiato musicalmente una generazione?
Ero solo consapevole di essere parte di qualcosa di potente e che aveva le potenzialità di dare una svolta al panorama che ci circondava.
Recentemente ti abbiamo visto in tour con gli IMF in compagnia di Stevie Salas e Bernard Fowler. Ci parli di questo progetto?
Famiglia. Una benedizione. Fare musica e viaggiare con persone che godono del mio amore nel cuore e del mio rispetto nella mia mente è... un dono. Tutti i viaggi e tutto ciò che abbiamo fatto insieme come individui è stato davvero notevole e lo scorrere del tempo è stata una goduria. Tutte le risate fatte e tutte le lotte affrontate si sono fuse nelle nostre vite. Gli “International Mother Fuckers”. Che piacere aver avuto l'opportunità di essere una parte della vita e della musica di tutti i membri di quel gruppo!
A quali progetti stai lavorando?
Attualmente sto lavorando alla scrittura delle canzoni che renderanno il mio album solista una realtà. Shawn Smith e una miriade di ospiti spacca-culi come Bernard Fowler, Jeff Fielder, Carmine Rojas, Sass Jordan e molti altri stanno contribuendo a rendere il mio messaggio musicalmente importante. Amo la musica e mi piace il processo di creazione e registrazione della musica. La Green Romance Orchestra si riunirà nuovamente alla fine... Tanta roba. Ho anche lavorato molto sulla musica di altre persone ultimamente. Sessioni di lavoro, un sacco di wetransfer, ecc. La vita è bella.
Un saluto finale...
Hey, voi tutti: prendetevi cura l'uno dell'altro!