PressuRizer: compressione in ritardo per salvare il tono
di redazione [user #116] - pubblicato il 27 gennaio 2017 ore 08:00
Amptweaker studia la compressione che non schiaccia il suono e lascia intatto l'attacco naturale delle note attraverso una combinazione di controlli Blend e il curioso effetto Bloom che introduce il sustain solo dopo. Il PressuRizer include anche un booster ed è basato su tecnologia FET.
Amptweaker si è fatto un nome nel campo dell'effettistica boutique grazie a un approccio sempre molto personale, basato su controlli numerosi ma sempre intuitivi e pensati per lavorare su aspetti del suono non sempre scontati. Il PressuRizer, compressore di casa presentato al Namm Show 2017, non fa la differenza e mette sul piatto una circuitazione FET che pone l'effetto in parallelo al segnale pulito con una serie di accorgimenti mirati a generare tutto il sustain di cui si ha bisogno senza compromettere l'attacco delle note.
Capace di sfumature quanto di effetti davvero estremi, il PressuRizer consente di miscelare la compressione al suono pulito con una manopola di Blend. Tale funzione serve a conservare le caratteristiche del segnale originale unendovi il sustain e la presenza sonora della compressione. Rispetto a diversi concorrenti che offrono una funzione simile, l'accorgimento ideato da Amptweaker è quello di far subentrare la compressione con un discreto ritardo, in modo che il suono possa essere effettivamente composto al 100% dall'attacco dry, e solo dopo vedere prendere vita la quantità di sustain desiderata.
In aggiunta, un footswitch a due stadi consente di tenere il compressore sempre attivo e di azionare un boost alla bisogna, confezionando di fatto due pedali in uno per la gestione delle dinamiche e dei livelli.
Se l'approccio sonoro si distacca dalla maggior parte dei compressori in commercio, il pannello dei controlli non è da meno. Anziché tempi di attacco, release e rapporto di compressione, il PressuRizer offre dei più amichevoli potenziometri di Volume, Sustain e Tone, un filtro che agisce solo sul segnale processato e aggiunge presenza sugli acuti quando ruotato in senso orario o, viceversa, restituisce un suono più naturale in senso antiorario.
Al centro si trova la piccola manopola Blend, e ai lati trovano spazio due selettori.
Quello a sinistra gestisce il limiter integrato, con possibilità di regolazione Soft e Hard. Il primo settaggio porta a un'influenza appena accennata, utile a tenere a bada i picchi, mentre il secondo conduce a un suono più sporco e può ricordare a tratti il comportamento di un piccolo amplificatore valvolare nel punto in cui il volume introduce una certa compressione che diventa saturazione calcando la mano.
Quello a destra è il selettore denominato Bloom. Ha regolazioni di Fast e Slow e ha il compito di ritardare l'attacco della compressione. Una gestione attenta delle due modalità in combinazione con il livello dell'effetto e la sua miscelazione col suono dry consente di avere suoni naturali e ricchi fino a dare vita ad artefatti di sicuro impatto.