A qualsiasi età la Gas è sempre la Gas è sempre la Gas, che si scontra sempre con le esigenze familiari. Si cerca sempre di comprare qualcosa di migliore ( o peggiore dipende se si collega il cervello alla pancia) ma a volte la vita famigliare non lo permette. E allora in preda a quell’ansia “da prestazione sonora” ci si ingegna a far suonare al meglio quello che si ha per trovare finalmente il proprio sound.
Ho ripreso a suonare con un gruppo “stabile” da qualche mese, un bel gruppo di “anziani” età media 65 (io con i miei 46 sono considerato il ragazzino terribile), con cui andiamo a far serate nei locali ricevendo anche complimenti da ragazzini 20enni (che non oso pensare che musica ascoltino).
Il mio setup e’ molto semplice: Pod HD500 diretto nel PA (principalmente sono il cantante e chitarrista ritmico) con configurazioni molto elementari: nessuna patch scaricata online, il pod configurato con pochi suoni: i miei preset contano qualche ampli Fender o Vox, un compressore davanti, un overdrive, un chorus per ammorbidire i puliti e un delay per i distorti e un po di riverbero. D’altronde il nostro repertorio spazia dalla musica italiana anni 70 al rock 70/80.
Ma mentre in sala prove non ci sono problemi, dal vivo ho sempre sentito la mancanza di un ampli o una cassa dietro che mi dia sicurezza su quello che sto suonando. Ho pensato di comprare una bella cassa FRFR da attaccare al Pod e simulare un ampli, poi, visto i prezzi, mia moglie mi ha colpito dove faceva più male: se avessi comprato qualche altra “diavoleria” come le chiama lei, non me l’avrebbe più data a tempo indefinito… Capite bene che figa batte gas 10:0
Allora, per placare la Gas, ho cercato di ottimizzare quello che avevo, cioè una testatina Blackstar HT5-R con cassa 1x12 con cono Celestion V30, fenomenale sui distorti quanto anonima sui puliti ma.. con Loop effetti. Mi sono messo a studiare perchè anche da “maturi” non si finisce mai di imparare, e ho iniziato a comprendere il metodo 4 cavi. Il Pod ha il loop effetti, la testata ha il loop effetti, si trattava solo di capire il funzionamento e le regolazioni.
Una volta capito, ma soprattutto dopo aver studiato delle guide che oltre a spiegare il metodo di collegamento, insegnavano anche ad usare l’equalizzatore del pod per bilanciare i volumi (che forse è la cosa più importante) mi si è aperto un mondo… e uso la testata nella stessa configurazione delle patch che avevo sul pod: un compressore e un leggero overdrive prima del Pre e chorus e delay nel loop prima del finale, il riverbero non mi serve perché uso quello della testata. Ora i puliti vanno molto meglio, il canale distorto, già ottimo, giova alla grande dell’aiuto del compressore e del delay che aiuta nei pezzi rock anni 80 ed ho trovato il mio suono. Inoltre, quando mi servono dei puliti cristallini stile Fender o Vox, ho creato dei preset che escludono il Pre della testata, usano i Pre emulati del pod (che sono molto buoni) e sfrutto il finale della Blackstar.
E chi dice che 5w sono pochi probabilmente se suona nei locali con un ampli maggiore, o non lo sfrutta a dovere o fa sanguinare le orecchie dei clienti e incazzare il gestore. Alla mia età, con un po di esperienza alle spalle, ho capito che non è il volume che fa apprezzare un’esibizione, ma avere un mix che non dia troppo fastidio e faccia apprezzare l’esecuzione. Al pubblico non interessa se stai suonando un Marshall da millemila watt ma apprezza sicuramente un pezzo fatto bene con volumi umani che ti permettano di goderti la serata.
Finisco col dire… ci ho messo 46 anni, ma finalmente ho trovato il mio suono… (per ora)
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