Da tempo ero alla ricerca della chitarra con la C maiuscola, diciamo la mia Numero 1, senza però aprire un mutuo in banca: spesa massima 1300/1500 euro.
La scelta, dopo varie prove con diversi modelli di varie marche come Squier ed Epiphone, è ricaduta sulla Telecaster. È una chitarra che adoro per il suono che sa dare e per le sue forme semplici e basilari. Mi ero quindi concentrato tra le chitarre attuali, in particolare Baja per la sua versatilità, American Professional, la nuova Standard e la Elite per la sua matrice innovativa, andando a pescare sia tra il nuovo sia nell'usato: capita che si compri una chitarra sbagliata, e perché non risparmiare qualche soldino da investire in attrezzatura?
Le provo tutte nel mio negozio di fiducia a Montebelluna, ma nessuna mi convince pianamente. Alla fine, nella ricerca dell’usato trovo una Fender Telecaster Custom '62 made in Japan del 1986. Mi documento leggendo vari articoli, anche qui su Accordo, scoprendo così che sono ottime chitarre, soprattutto quelle realizzate in quel periodo. Penso e ci ripenso, contatto il proprietario (grande Luca per la pazienza), cerchiamo il numero di serie (ringrazio Moreblues per il supporto fondamentale qui su Accordo) e viene confermata l’annata di produzione.
Non sono ancora completamente convinto ma provare non costa niente, prendo un giorno di ferie e fisso una prova con il proprietario. Mi porto via i soldi, non si sa mai, e un secondo giudice: il mio maestro Matteo, che ringrazio per la disponibilità.
Arriviamo a casa della Telecaster, la guardo con un occhio critico, abituato come sono a provare chitarre che al massimo hanno tre o quattro anni. Questa ne ha più di trenta, è una chitarra che ha suonato e si vede, qualche striscio nella parte posteriore del corpo e due leggere botte sul frontale. Niente di tragico, un relic naturale. Quello che mi interessava è l’integrità del manico nel suo complesso palissandro-acero e tasti: dopo un'attenta analisi, tutto ok.
La imbraccio e una sensazione strana mi pervade. La suono da spenta e resto completamente basito: fenomenale, mai capitato con chitarre nuove.
La attacchiamo a un ampli valvolare.
Il precedente proprietario ha sostituito i pickup con dei Lollar Vintage. Gli originali, che vengono comunque consegnati, avevano perso la paraffina, e qui arriva la seconda sorpresa. Suona alla grande, piena, gustosa e ricca di armoniche. Saranno anche i pickup, ma secondo me sono i legni.
È scorrevole, piacevole da suonare in ogni posizione del manico. Il palissandro è perfetto, meglio di alcune Gibson recenti, con tasti ottimi. È amore.
Cedo lo strumento al mio maestro che lo prova, uno scambio di sguardi e anche lui conferma le mie sensazioni. La riprovo, le prime sensazioni sono confermate: sono stato stregato dalla Telecaster con gli occhi a mandorla.
Trattiamo un po’ il prezzo e alla fine torniamo con lo strumento e spendendo molto meno di quello che avevo preventivato all’inizio.
Arrivo a casa collego la nuova arrivata al mio Marshall SL5, regolo un paio di settaggi e via sul canale clean poi sul canale overdrive, delay e fuzz. Che suono! Non mi stanco di ascoltarlo. Stacco tutto e mi collego alla Firewahk Fx, e anche lì continua l’entusiasmo.
Senza accorgermene, sono più di due ore che sto suonando. Non ho neanche pranzato e devo andare a prendere le bambine a scuola, avrei continuato per altre due talmente risultava facile e piacevole da suonare la chitarra. Chiudo tutto, domani si riprende... con la mia Numero 1.
Nel campo delle chitarre elettriche ero particolarmente scettico nei confronti di chi mi consigliava chitarre datate dando spiegazioni come "i legni sono maturati", "le vecchie produzioni sono migliori di quelle attuali", "le chitarre vecchie suonano meglio di quelle nuove" eccetera. Pensavo tra me e me "sono solo fisime, del resto la chitarra elettrica, a differenza di quella acustica, per suonare deve passare attraverso una strumentazione che ne ridefinisce il suono e come si ridefinisce il suono di una chitarra di trent'anni lo posso fare anche per una chitarra nuova". Sbagliato. Quelle considerazioni fatte da persone più esperte di me in campo musicale nate dall’esperienza sono vere. |