di Quick [user #26119] - pubblicato il 02 maggio 2017 ore 08:00
Anche una chitarra elettrica entry level può salire su un palco di tutto rispetto se le si dà un'occasione e le si riservano le giuste attenzioni. La S300V è la Eko pensata per chi inizia, ma del sano fai-da-te può farne un muletto più che dignitoso con una spesa ridicola.
Tutto comincia circa una mese fa: mi chiama una amica, cantante di liscio piuttosto famosa. Devo sostituire per la stagione primavera estate il suo chitarrista. Penso: "Ok, è lavoro. Ok, anni fa da ragazzino ho cominciato nelle balere. Ok, ho il mutuo da pagare. Si può fare".
Arriva la prima serata. Mi porto una Stratocaster normalissima standard che più non si può. Primi anni '90, funziona bene. Amplificatore Fender Hot Rod Deluxe con qualche annetto sul groppone. Compressore. Tubescreamer. Tutto qui. E mi diverto pure! Ci faccio pure Santana che mi piace tanto.
Arrivo a casa e sorge il problemone: comincio a pensare che la Stratocaster è sul furgone in mezzo a mille altre borse, fightcase, americane, luci e altri ammennicoli, prende botte per 100Km, poi sul palco tutti passano di fretta e lei è lì indifesa. Non va bene: mi serve una chitarra economica!
Partenza con moglie al seguito per il solito negozio. Pensavo di armarmi e comprare una di quelle Squier da 300 euro. E in effetti ne avevo già adocchiata una, ma in un angolo vedo le Eko buttare lì un po' a caso, di tutti i colori, e mi dico: "Vabbè, dai, che sarà mai?". Totale: 119 euro e una Eko S300V nera è mia. Presa senza provarla e quasi senza guardarla. Mia moglie mi dice che mi durerà tre giorni. Vedremo.
Arrivo a casa e la guardo. Il manico acero - più tastiera che assomiglia a palissandro - è montato storto. Smonto tutto. E smonto pure il resto. Con la chitarra a pezzetti sul tavolo posso esprimere i giudizi.
Manico: verniciato con un chilo di vernice trasparente spessissima al limite del legale colore stained giallino piacevole. Di acero pari a quello delle Squier. Ben lucidato. La decal è incollata male.
Tastiera: probabilmente palissandro di infima qualità con 22 tasti mal posati e mal rifiniti. Ho dovuto lavorare di carta vetrata sui bordi e finire con lana d'acciaio perché i tasti uscivano e tagliavano ed erano immensamente zigrinati. Quasi tre quarti d'ora di fregamenti ma ora sono accettabili.
Body: nero verniciato male. Si vedono le ombre. Credo sia in tiglio in almeno tre pezzi. Ma guardando dallo scasso del ponte si vede un qualcosa che sembra una giunta. Deve essere incollato pure in senso longitudinale, tipo multistrato di un paio di strati. Gli scassi sono verniciati con vernice conduttiva grigio scuro. Ne aggiungo un po' a pennello.
Pickup: mascherina "mint" con tre single coil di provenienza orientale non marchiati. Selettore solito economico, come pure i potenziometri, piccoli ma ne ho visti di peggio. Attacco cinque centimetri di cavo schermato a una massa sul pot del volume, lo saldo a una rondella di ferro e quando rimonto il tutto la avvito al fondo dello scasso.
Ponte: di una lega sconosciuta e una forma strana. Sei viti. Sellette dalla forma strana pure loro. Buttato. Trovato in casa un ponte Schaller d'acciao con almeno 15 anni di vita. Dai che ci va. Monto quello!
Meccaniche: stesso discorso del ponte. Ballano nella loro sede e quando tenti di girarle vanno a scatti. Palesemente storte e probabilmente con ingranaggio rovinato. Sostituite con un set di Gotoh vecchiotte e usatissime che avevo in casa e che con trapano e buona volontà si sono adattate. Molto meglio.
Gettato il pezzo di plastica che sta tra la piastrina e il body (ma perché lo mettono?).
Aspetto una notte per via della vernice che voglio ben asciutta. Rimonto il tutto. Rifaccio bene le saldature delle masse, specialmente quella sul tendimolle, attaccata per un pelo. Metto le Ernie Ball .010 e con la lima per unghie sistemo il capotasto in vera pastica che ha le sedi un po' approssimative.
Pronto per la serata dopo due giorni!
Suonare suona. Pesa 3,5 Kg. L'intonazione generale è buona, non precisissima sugli ultimissimi tasti, ma accettabile. Comoda ma strana: il raggio di curvatura della tastiera è ameno di 12" e il profilo del manico e in pieno soft C.
Il timbro generale è di natura Stratocaster, ma senza articolazione e ricchezza armonica di una Fender. Dinamica esistente in tracce, come il sodio nell'acqua minerale. Non vale la pena fare paragoni, perché costa meno di un decimo del modello a cui si ispira. Ma in mezzo al mix della band e le sequenze che stanno sotto ci può anche stare, tenendo sempre conto del prezzo, ovviamente!
In definitiva è una chitarra super economica fatta in super economia e assemblata male, praticamente insuonabile quando esce dal negozio se si hanno pretese più professionali, ma che con un po' di olio di gomito (tanto olio di gomito) diventa accettabile se non si hanno grosse velleità ma si è in condizione di non voler utilizzare chitarre di maggior valore.