La chitarra solista di Corrado Rustici con Zucchero
di Filippo Bertipaglia [user #46004] - pubblicato il 14 febbraio 2018 ore 12:00
A fianco di Zucchero, Corrado Rustici ha scritto alcune delle pagine più intense e a fuoco della musica italiana. Il suo merito è stato cesellare parti che pur rispettando l'estetica del genere in cui erano calate, ostentassero un pregevole livello tecnico e una spiccata ricerca armonica e melodica. Da qualche mese ne stiamo analizzando nel dettaglio alcuni degli episodi più stupefacenti e memorabil, ripercorendo la discografia del cantautore di Reggio Emilia.
Quelle che Rustici ha scritto e suonato per Zucchero sono autentiche gemme chitarristiche, con radici colte, che affondavano nella fusion per mettersi al servizio del migliore pop d'autore.
Nei precedenti appuntamenti dedicati a questo musicista, la nostra analisi è partita dal lavoro ricco e fantasioso delle chitarra ritmiche; per poi passare a quello dedicato agli assolo, con un'analisi che oggi proseguiamo.
L' esempio dal quale in questo nuovo articolo partiamo, è tratto dall'assolo finale di “Pene”, brano presente in “Miserere” del 1992. La scala usata principalmente è la scala minore naturale di B, anche se è presente più volte il grado “estraneo” b2 (C), che tende comunque a mimetizzarsi tra le note della scala minore naturale grazie all'alta velocità d'esecuzione.
Da notare l'espediente all'interno delle batt. 2 e 3 di ripetere la stessa nota in sequenza su corde adiacenti. Questo “trick” è molto utilizzato da chitarristi come il compianto Allan Holdsworth. Tempo 105 bpm.
“X colpa di chi?” è uno dei brani più popolari in assoluto di Zucchero, e non lo è da meno la linea discendente della pentatonica blues minore di E che segue lo special.
La melodia in questione in realtà è un tributo a Mark Knopfler e alla sua “Calling Elvis” che presenta una linea discendente in Bm pressoché identica a quella suonata da Corrado. Tempo 127 bpm.
L'assolo tratto da “Alleluja” è un ottimo esempio della maestria di Rustici nel mescolare vari ingredienti come la pentatonica blues infarcita di bending, linee melodiche prettamente pop oriented e rapide scale che fanno strabuzzare gli occhi. La scala usata prevalentemente è quella dorica e la scala blues di E.
Attenzione alla battuta 6: quando eseguite il bending di un tono sulla seconda corda con il dito 3 al quindicesimo tasto, ricordatevi di premere contemporaneamente con la punta del dito anche la terza corda che ci permetterà di suonare successivamente la nota sullo stesso tasto quando sarà già in prebend.
L'effetto è una nota che cresce d'intonazione (bending di un tono, D sale a E sulla seconda corda) a cui segue immediatamente una nota che cala (release di un semitono, B scende a Bb sulla terza corda), un classico effetto sonoro marchiato Hendrix e popolarissimo in campo rock/blues. Tempo 120 bpm.
“Menta e Rosmarino” del 1996 presenta una raffinata melodia d'apertura in Bm affidata a una chitarra con corde in nylon. Non sono presenti funambolismi di alcun tipo ma ricordatevi sempre di legare tra loro tutte le note e di suonare con pathos, prestando attenzione alla dinamica dei singoli suoni. Tempo 88 bpm.
L'assolo del sopracitato brano viene affidato all'elettrica, e utilizza principalmente la pentatonica minore e la scala minore naturale di B. Sull'accordo di passaggio di E/G# viene enfatizzato il terzo grado maggiore mediante un bending (F# sale a G#). Divertente inoltre a batt. 4 l'arpeggio minore di E con note di passaggio (F# e A) in string skipping che ricorda elementi del fraseggio di Paul Gilbert. Tempo 88 bpm.