di redazione [user #116] - pubblicato il 06 marzo 2018 ore 10:30
In poco più di mezzo chilo Tech 21 ha posizionato tutto quello che occorre per amplificare al meglio una chitarra acustica. L’Acoustic Fly Rig è infatti l’evoluzione del modello dedicato alle elettriche, con features diverse e dedicate ovviamente al mondo dell’acustica. Lo abbiamo provato con Michele Quaini nell’OUT Side Studio.
Il Fly Rig di Tech 21 è un multieffetto compatto che racchiude al suo interno tutto ciò che serve per salire sul palco senza patemi d’animo, con un’unico oggetto pronto a sopperire a gear ben più complessi. La versione in prova oggi è quella dedicata alla chitarra acustica, evoluzione del modello per chitarra elettrica che si presenta nello stesso formato ma in una colorazione arancione rame.
Si divide in quattro differenti sezioni, ognuna dedicata a uno o più effetti. Si parte da destra con il compressore. Questo può essere regolato sia nella quantità di compressione che nel livello di uscita. Si passa poi al SansAmp, un vero e proprio preamplificatore analogico, che ricalca il circuito del modello stand alone. I controlli qui sono molti di più e si parte dal classico volume, passando per la sezione di equalizzazione, con l’aggiunta di un low pass filter e un notch che permette di prevenire risonanze indesiderate.
Tra comp e pre si inserisce anche il boost che permette un guadagno fino a 12dB, con un controllo dedicato. Per finire troviamo la sezione di effetti di ambiente, modulazione e ritardo. Nello specifico abbiamo a disposizione un riverbero con decay regolabile e che offre la possibilità tramite uno switch di selezionare larg o small room. Il delay invece simula un analog e può essere regolato nel time (anche tramite TAP tempo dedicato) numero e livello di ripetizioni.
Il chorus, selezionabile in alternativa al DLY è invece preimpostato e ha un sound molto aperto quasi da 12 corde.
Il Fly RIG ha ingresso jack e uscita sia jack che XLR. La prima, se si seleziona il pulsante dedicato, cambia il livello di uscita adeguandolo a quello delle cuffie che è possibile inserire direttamente nell’apparecchio utilizzandolo così per direttamente senza bisogno di mixer o amplificatore. L’uscita DI con connessione XLR invece ha, come per ogni direct box che si rispetti, la possibilità di scollegare la messa a terra ed evitare eventuali ronzii. Restano infine da citare il pulsante per invertire la fase del segnale in uscita e bloccare sul nascere eventuali larsen e il comodo accordatore cromatico on-board.
Il Fly Rig una volta inserito tra chitarra e sistema di amplificazione, o registrazione, si dimostra molto trasparente lasciando quasi invariata la voce della Martin. Attivando il Sansamp invece si inizia ad avvertire qualche cambiamento. Il sound ha un carattere diverso, rafforzato sulle medie e anche sulle basse. Basta intervenire sull’EQ per sistemare al meglio ogni frequenza. I controlli intervengono in maniera precisa, anche se le manopole piccole potrebbero far pensare a una cerca scomodità nell’azione.
La sezione di compressione è leggermente invasiva se la si sfrutta in maniera pesante, ma se applicata nelle giuste dosi è perfetta per limare arpeggi e strumming ed evitare picchi di volume esagerati. Anche qui abbiamo a che fare con un circuito interamente analogico, un bene per il sound complessivo che non viene snaturato, salvo nei settaggi estremi.
Il boost è una vera comodità. Quando si utilizza l’acustica all’interno di un brano può capitare di avere bisogno di una spinta ulteriore al suono vuoi per un solo o semplicemente per una parte suonata a dita che ha bisogno di essere sostenuta. Qui viene in aiuto il boost che può raggiungere i 12dB senza fatica, con un occhio sempre al larsen che può essere in agguato.
Finiamo con gli effetti. Questi sono digitali e fanno il loro dovere alla grande. Il chorus pre-impostato è molto aperto e tende molto a somigliare al sound di una 12 corde intervenendo come un pitch shifter. Ottimo anche il riverbero che offre la possibilità di scegliere due differenti camere. È risonante, non impasta e si rivela perfetto tanto per suonare da soli che all’interno della band in quanto riesce a restare brillante.
Concludiamo con il delay che simula un effetto analogico. Grazie al TAP tempo si può scegliere con precisione il setup più congeniale e questo è un bene. Il DLY forse non è tra gli effetti più usati sull’acustica, sopratutto nei live, ma è una risorsa davvero interessante. Valido nell’uso come slapback, ma anche in maniera più evidente con ripetizioni allo stesso volume del segnale wet.
Con un prezzo che si attesta intorno ai 399€ l’Acoustic Fly Rig non è tra i prodotti più economici di questo tipo in commercio, ma allo stesso tempo offre una qualità innegabile e un’ottima robustezza. Un sistema perfetto per chi spesso si porta sul palco un’acustica e ha bisogno di un rig completo.