La scena musicale è cambiata rapidamente in pochi anni, ma forse non quanto si vuole far credere.
Michael Lee Firkins fa parte della schiera di "super chitarristi" che hanno fatto innamorare dello strumento generazioni di giovani grazie a effetti pirotecnici, assolo carichi di virtuosismi e stili irripetibili. Sembra si tratti di un'altra epoca, ma la sua musica è oggi più viva che mai. Michael ha di recente per il suo ultimo EP, un lavoro prodotto e distribuito - a sua volta - in esclusiva durante il tour: una mano lava l'altra, si potrebbe riassumere.
In un'era in cui la musica nasce e muore nelle casse di un computer o di uno smartphone, Firkins ricerca una strada diversa, fatta di contatto col pubblico e di musica suonata dal vivo, nuda e cruda con e una valanga di note chirurgiche come lo shred e gustose come il blues.
Il suo ultimo album convenzionale è del 2013, ed è da qui che siamo partiti per approfondire la sua singolare visione del lavoro di musicista nel nuovo millennio.
Pietro Paolo Falco: Il tuo ultimo disco, Yep, vantava una registrazione tutta analogica, ma oggi è possibile ascoltarlo in streaming sul tuo sito gratuitamente. Non è un controsenso quando a monte c'è un lavoro così curato?
Michael Lee Firkins: L'etichetta lo aveva già messo su iTunes, Spotify eccetera. L'unica ragione per cui l'ho caricato è per consentire alla gente che visita il mio sito di ascoltare la mia musica, ma non sono un fan dello streaming.
Se altra gente vuole ascoltare musica in quel modo va benissimo, ma non fa per me, e i miei futuri album non avranno niente a che vedere con quella roba. Se dovessi firmare per un'etichetta, non mi affiderei a una di quelle grosse aziende tecnologiche: non pagano davvero gli artisti, non fanno bene alla musica.
Non sono mai stato così felice come ora che vendo il mio nuovo CD (Knock On Wood) ai concerti e in tre giorni ho fatto più soldi di quanti ne abbia mai fatto con quelle aziende!
PPF: Quindi solo hardware, CD fisici?
MLF: Spero di sì!
PPF: E sempre analogico?
MLF: No, in effetti Knock On Wood è tutto digitale. Uso molto i plugin Universal Audio, hanno degli ottimi prodotti. Il digitale è migliorato tantissimo, ma l'analogico è sempre il meglio. Comunque, la cosa più importante è avere buone idee.
PPF: Parlami di Knock On Wood.
MLF: È un EP di cinque brani registrato appositamente per questo tour. È un'edizione limitata e non sarà più disponibile dopo questa serie di concerti. Per il prossimo tour conto di registrare qualcos'altro e proporlo in quelle date. È la mia idea ora come ora.
PPF: Quindi registri un album per proporre un tour e vai in tour per proporre un album?
MLF: Esatto!
PPF: Non temi che rinunciare ai servizi di streaming e alla promozione che vi gira intorno possa precluderti delle strade?
MLF: Non posso fornire il mio supporto a delle aziende che non riconoscono gli artisti. Non mi interessa se mi rovina, non posso supportare aziende che non pagano i musicisti. Apple non aiuta la musica, Spotify non aiuta la musica, non pagano nulla! Sai quanto va al musicista per lo streaming? Quello che ricevo io è 1/3000 di un centesimo per ogni riproduzione. È zero!
Se ricevessi 200mila ascolti di una canzone e se, in un mondo magico, ricevessi un centesimo per ogni ascolto, sarebbero 200 dollari, potrebbe andarmi bene. Ma io ricevo sette dollari! Poco più in là sarebbe zero! Non guadagno niente da quelle aziende e sono così felice quando vendo fisicamente i miei CD ai fan dopo i concerti. Gli stringo la mano, loro hanno il CD, io ho i soldi, fatto!
PPF: Questo spiega perché è così difficile trovare la tua musica sul web. Anche per i videoclip, che ultimamente sembrano andare tanto di moda anche tra i chitarristi...
MLF: Non mi sono mai sentito davvero a mio agio con quella roba. Siamo arrivati a un punto in cui ci si aspetta che ogni chitarrista debba fare un video in cui mette in mostra la sua tecnica... non è la mia cosa preferita da fare. Dopo aver registrato un album con le mie mani al computer, che richiede già molto lavoro, non riesco a immaginare di dovermi improvvisare videomaker. Di questo passo finirei per non suonare più la chitarra!
I miei occhi non sono così buoni e fare video editing tutto il giorno sarebbe terribile per me, ma vedremo cosa accadrà in futuro, se qualcuno mi darà una mano. Ho qualche idea in testa, quindi potrebbe succedere, tuttavia YouTube è online da molti anni e ci sono così tanti chitarristi che hanno già pubblicato migliaia di video. Io non ho tutto quel materiale, sarebbe una partenza in ritardo se cominciassi ora. Continuo a preferire lo studio di registrazione e il palco, come si faceva una volta e, se il mondo dovesse cambiare troppo... mi farò da parte! |