Un articolo pubblicato dagli studiosi Francesco Caruso, Eugenio Caponetti, Delia Chillura Martino, Michele A. Floriano dal titolo "Scienza e Arti Perdute: i Segreti degli Antichi Maestri Liutai", offre degli interessanti spunti di discussione per tutti gli appassionati di iuteria e strumenti musicali in generale. L'articolo è facilmente rintracciabile nel web, ma ho deciso di proporvi una introduzione alla tecnica ed una breve sintesi di esso. Esso mostra la connessione tra due settori di attività apparentemente lontani: la scelta dei materiali utilizzati nella liuteria artigianale e la chimica. Il ruolo, la composizione e la classificazione delle principali vernici per liuteria sono descritte assieme ad una sintesi dello stato dell’arte. La spettroscopia di fluorescenza da raggi X è una tecnica non distruttiva che utilizza raggi X (che con le loro onde eccitano gli atomi, che a loro volta emettono delle onde di "risposta" quando perdono l'eccitazione) per effettuare un'analisi chimica, ossia ottenere gli elementi presenti in un materiale, e con alcuni software si può ricostruire la loro presenza in percentuale. Questa tecnica ha il pregio di essere non distruttiva nei confronti del campione.
Queste applicazioni rendono la chimica, presente nella vita di tutti i giorni, anche se spesso lo ignoriamo, più accattivante ed interessante.
Il ruolo dell'indagine scientifica nel restauro di antichi strumenti musicali consiste nella caratterizzazione del manufatto, nello stabilire il suo stato di preservazione e l'affidabilità di possibili interventi di restauro e/o conservazione.
Le tecniche di restauro del legno variano da caso a caso, in particolare nel caso di materiale dipinto e/o verniciato.
Alla disinfestazione da insetti o parassiti e alla pulizia della
superficie, si fa seguire il restauro vero e proprio consistente nella sostituzione di parti del manufatto cercando di utilizzare gli stessi tipi di legno (possibilmente antichi o invecchiati artificialmente) e usando vernici e colle quanto più simili alle originali. La verniciatura e la finitura di strumenti musicali ad arco sono argomenti di dibattito per liutai e aziende moderni focalizzati sulla riproduzione di strumenti di alta qualità.
Una buona vernice per uno strumento ad arco dovrebbe essere protettiva sul legno, esaltarne le proprietà estetiche, essere compatibile (chimico-fisicamente) con gli strati sottostanti ma anche con pigmenti, lacche e coloranti, essere permeabile al vapore, possedere plasticità, buona trasparenza, ma non avere prodotti di invecchiamento pericolosi per il legno o criccature.
L'influenza della vernice sulla qualità dei suoni emessi non è stata ancora dimostrata, anche se alcuni autori affermano che l'importanza di tale contributo possa persino compensare difetti strutturali del legno sottostante. A questo proposito, Sacconi afferma che gli strumenti del Guarneri del Gesù, pur non rispettando il rigore costruttivo degli
Stradivari, riuscivano a equipararne robustezza e vigore nel suono.
Pertanto, oggigiorno, vi è un considerevole interesse scientifico nel recupero delle formulazioni originali e nel trasferimento di tale conoscenza verso restauratori, conservatori, liutai e studiosi di antichi
strumenti musicali (organologi). Di fatto, le abilità e l'esperienza nella finitura degli Antichi Maestri erano superlative così come la loro perizia nella tecnica costruttiva.
Le vernici per gli strumenti musicali ad arco sono complesse miscele e
sono solitamente distinte sulla base dei loro solventi:
i. a spirito (alcool);
ii. ad olio siccativo (olio di lino, di noce, di papavero, ecc.);
iii. ad olio essenziale (trementina, olio di lavanda, ecc.).
Tali solventi (di fatto, i componenti più abbondanti della miscela) possono essere di origine naturale o artificiale. Quelli naturali sono così classificati:
i. terpenici;
ii. proteici;
iii. siccativi;
iv. polisaccaridici.
In alcuni dei lavori di Nagyvary et al., gli autori hanno riscontrato la presenza di strati minerali preparatori e/o trattamenti chimici preliminari nel legno di alcuni strumenti Guarneri del Gesù e Stradivari. Gli autori affermano che gli strati preparatori e/o i trattamenti chimici sono aspetti importanti nella finitura e parzialmente responsabili dell'alta qualità del suono di questi strumenti.
Lo studio offre inoltre una sintesi di alcuni studi effettuati su strumenti da svariati autori, e un caso di studio analizzato dagli autori. Come già accennato nelle righe precedenti, la chimica delle vernici influenza il suono, anche se come è facile immaginare, non è l'unico elemento che lo influenza. Spero che questo articolo, che vi invito a leggere, possa piacervi e stimolarvi.
Preciso che non ho nessun legame con gli autori, e che mi sono trovato per caso ad avere un contatto (qualche giorno) con la tecnica dell'XRF, pertanto perdonatemi eventuali inesattezze. |