La sperimentazione musicale non ha davvero limiti e, se aggiunge sicuramente impatto scenico a una svisata, la sparafulmini degli ArcAttack porterà qualunque concerto su un livello successivo.
La band texana è famosa in rete per le sue esibizioni basate su tesla coil e gabbie di Faraday. Un’enorme bobina scatena fulmini producendo suoni nell’aria esattamente come farebbe un altoparlante, mentre delle tute appositamente progettate consentono agli artisti di attirare su di sé le scariche per effetti scenografici incredibili, in tutta sicurezza.
La chiave dello spettacolo è un dispositivo conosciuto come “singing Tesla coil”, una versione di Tesla coil modificata per modulare la frequenza delle scariche elettriche ad altissima tensione emesse nell’aria e trasformare così il ronzio in delle note ben precise.
Di fatto, il sistema sostituisce un comune cono e viene infatti chiamato “altoparlante di plasma”. L’effetto è tutt’altro che hi-fi e il risultato si avvicina a una forte distorsione da fuzz, un’onda quasi quadra che può ricordare un sintetizzatore.
Il gruppo è da ormai un decennio sulla scena, ma ciclicamente torna sotto i riflettori con un nuovo “giocattolo”. È recente la costruzione del Teslafuzz, un dispositivo interamente analogico il cui video sta facendo il giro del mondo in questi giorni, quando il chitarrista Alex Campbell ha fatto visita al laboratorio.
Non solo chitarra, ma anche programmazioni MIDI e altri strumenti fanno parte delle performance artistiche degli ArcAttack, come quella che hanno portato sul palco di America’s Got Talent.
La loro non si può certo dire una musica convenzionale. A metà tra il concerto, lo stunt e l’approfondimento scientifico, si avvale talvolta di programmazione al computer e supporti robotici. è possibile scovare alle spalle della componente umana del gruppo anche un batterista robot come quello del progetto Compressorhead, ormai reso famoso dalla partecipazione a innumerevoli fiere di settore.
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