di pierpaoloranieri [user #48857] - pubblicato il 19 ottobre 2018 ore 16:30
Studiare con il metronomo è importante perché permette di affinare le capacità di timing e groove e, al contempo, aiuta a misurare, giorno per giorno, i propri progressi tecnici.
Iniziamo un percorso di studi finalizzati a ottimizzare la pratica con il metronomo che si snoderà attraverso tre lezioni.
Affronteremo la gestione della durata delle note, la coordinazione e lo spostamento degli accenti.
In questa serie di lezioni approfondiremo attraverso differenti studi ed esercizi l’utilizzo del metronomo, strumento prezioso e imprescindibile nello studio quotidiano di ogni musicista. Lavorare con il metronomo è importante perché ci permette di affinare le capacità di timing e groove e, al contempo, aiuta a misurare, giorno per giorno, i propri progressi tecnici.
Per valorizzare ancora di più lo studio e il lavoro con il metronomo è importante affiancare a delle sessioni di pratica con questo strumento, delle altre nelle quali suoneremo e studieremo senza metronomo, appoggiandoci esclusivamente al nostro senso del tempo.
Del resto, anche nell’attività musicale reale si alternano situazioni e repertori nei quali c’è un riferimento metronomico effettivo (click, sequenze) ad altre nelle quali la gestione del tempo è affidata alla sensibilità dei musicisti
Lo studio del metronomo si snoderà attraverso un percorso di tre lezioni: la prima, che affronteremo oggi, legata alla durata delle note; la seconda dedicata alla coordinazione e la terza agli spostamenti ritmici.
Una raccomandazione sul metronomo da utilizzare per studiare: è importante che questo abbia un attacco deciso e preciso. Una regola da tenere presente non solo per il metronomo che utilizzeremo per studiare ma anche per quello che si sceglierà come click per registrare o suonare live. Certi metronomi che spesso si trovano nei software hanno un suono liquido che non aiuta nella comprensione chiara dei battiti.
Un ultimo suggerimento per ottimizzare lo studio di tutti gli esercizi che, da qui in poi, affronteremo in questo ciclo di lezioni: registriamoci sempre. E passiamo all’esercizio successivo solo quando si è certi di avere il pieno controllo di quello che si suona e riascoltando quanto suonato tutto sia perfettamente in ordine.
Sapere gestire la durata delle note permette di avere un controllo maggiore nell’interpretazione di una linea dibasso, favorisce lo sviluppo di una maggiore creatività e, di conseguenza, aiuta a sviluppare una propria personalità.
Il metronomo è un prezioso strumento di lavoro per sviluppare lo studio di questa capacità, spesso erroneamente sottovalutata o trascurata da molti musicisti.
Nel primo esercizio si alternano una nota da un quarto e una pausa da un quarto.
Bisogna prestare la massima attenzione alla durata delle note che non devono sforare nel quarto successivo ma nemmeno finire troppo presto. Una suggestione di grande aiuto e immaginare che il battere del metronomo letteralmente seghi la nota che sta suonando. Ci aiuterà a capire meglio fino a quando tenerla.
Nel secondo esercizio dividiamo ogni quarto in due ottavi e suoniamo esclusivamente le note in levare.
Lo stesso esercizio ma con solo le note in battere.
Ora disponiamo le note sul primo e terzo movimento. Nella prima misura queste dureranno un quarto, nella misura successiva, un ottavo.
Le note quindi sono disposte nello stesso punto ma con durata differente
Ora suoniamo il primo sedicesimo di ogni movimento.
Ora misuriamoci con una linea tipica del pop. Sul primo e terzo movimento delle note da un quarto. La nota sul terzo movimento è anticipata da una nota da un ottavo sul levare del secondo movimento.
Nell’esercizio successivo la linea resta la stessa ma la durata delle note è sempre di un ottavo.
Ancora la stessa linea ma, questa volta, con tutte le note della durata di un sedicesimo.
Praticamente, stiamo sperimentando come con una differente gestione della durate delle note cambi l’interpretazione e il carattere di una stessa linea di basso.
Ora cimentiamoci con una vera linea di basso, costruita sullo scheletro degli ultimi esercizi visti.
La nota in levare sul secondo movimento e quella in battere sul terzo sono legate. Ci saranno due ottavi a riempire la pausa che prima era presente sul quarto movimento. Attenzione perché or, in tutta la frase, c’è un’unica pausa sul battere del secondo movimento.
Sulla stessa linea operiamo queste due variazioni: la prima nota da un quarto è ridotta a un ottavo. La nota sul battere del terzo movimento è sostituita da una pausa da un quarto.
Ora il suggerimento è quello di applicare questo tipo di lavoro a linee di basso che già si conoscono e praticano. Variando la durate delle note che le formano ne cambierà sapore, intenzione e portamento.