di redazione [user #116] - pubblicato il 20 novembre 2018 ore 08:30
Parte oggi "Strings & Beans" appuntamento creato da Starbucks e ACCORDO.IT che per tre giorni, nella Starbucks Reserve Roastery di piazza Cordusio a Milano, spronerà curiosi e appassionati a provare il piacere di suonare la chitarra. Due busker suoneranno e inviteranno chi lo desidera a imbracciare per la prima volta una chitarra, oppure - per chi già la suona - a unirsi a loro per una jam. Uno dei due musicisti è uno dei volti più amati di Accordo, Paolo Pilo.
Lo abbiamo intervistato.
Nelle tre giornate dedicate di "Strings & Beans" due busker presenteranno un repertorio suggestivo, studiato ad hoc per la cornice di Starbucks: un viaggio ideale che parte da Seattle - città natale di Starbucks e culla del Seattle sound - per arrivare a Milano. Tra le corde dei due musicisti scivoleranno i blues di Jimi Hendrix, le ballate più intense del Grunge e tanti classici della musica d’autore italiana. Sempre cercando di ricordare, per divertirsi, tutte le canzoni che nominano e celebrano il rituale del caffè.
A quanti proveranno a suonare verrà regalato un plettro esclusivo, prodotto in edizione limitata, firmato da Accordo e Starbucks. Le esibizioni e gli incontri con i busker si terranno oggi, martedì 20 e nei prssimo mercoledì 21 e giovedi 22 in due fasce orarie: dalle 12:00 alle 14:00 e dalle 17:00 alle 19:00.
L'appuntamentofa con i Busker da Starbucks fa parte degli eventi di Accordo realizzati all'interno e in collaborazione con la Milano Music Week.
Incontriamo uno dei due musicisti protagonisti dell'iniziativa, Paolo Pilo
Da Starbucks ti metterai a disposizione di curiosi e appassionati che vogliono imbracciare per la prima volta una chitarra. Cosa ti piacerebbe trasmettergli?
Vorrei trasmettere l’amore per la chitarra. Nella semplicità e facilità di suonarla per fare i primi accordi, i primi accompagnamenti. La passione per il virtuosismo, per lo studio approfondito può, eventualmente, arrivare dopo. Ma da subito la chitarra può conquistare con la sua immediatezza…
E come la fai intuire…
Con il suono. L’impatto, l’emozione che un solo accordo può tramettere. Solo far ascoltare i mondi diversi che suggeriscono due accordi semplicissimi, uno maggiore e uno minore possono incantare chi non ha mai suonato.
E una volta che hai catturato l’attenzione di un nuovo potenziale chitarrista, come la tieni accesa e lo sproni a provare a suonare, a insistere?
Mostrandogli cose semplici ma al contempo musicali, che lo facciano suonare subito. Facendolo partire da ciò che lo appassiona, che desidera suonare. Anche se mi chiede di imparare qualcosa che è complesso, al di là delle sue capacità cerco di fornirglielo: magari semplificato, accessibile ai suoi mezzi. Ma voglio che suoni. Dire che una cosa non si può fare perché difficile è mettere un paletto, bloccare l’entusiasmo…quando io stavo imparando era terribile sentirsi costretti, limitati da un insegnante.
A te è successo?
Sì. Da ragazzino prendevo delle lezioni che si articolavano così: mezz’ora di solfeggio e mezz’ora di niente. Una noia mortale: pregavo il mio insegnante di mostrarmi qualche accordo che mi incuriosiva, insegnarmi un brano ma nulla da fare: per lui tutto era ancora troppo difficile, non pertinente, azzardato per il mio livello.
Ma io volevo suonare e così tornavo a casa e quelle cose le scoprivo ed esploravo da solo. Quelle lezioni mi sono servite a capire come non approcciare chi ha voglia di iniziare a suonare la chitarra.
Oggi hai suonato?
Ma io suono sempre. A me disturba non suonare. Anche quando giro per casa, anche quando cucino, stiro non c’è momento nel quale non abbia a portata di mano una chitarra che imbraccio e suono…
È bellissimo…
Pensa che domenica ho suonato tutto il giorno perché avevo un lavoro.
Lunedì mattina mi sono svegliato e ancora seduto sul letto, prima di alzarmi, avevo già agguantato la chitarra. Rientrando avevo sentito una canzone stupenda e mi sono svegliato con la voglia di suonarmela, armonizzarla, farla mia…
Che pezzo era?
Tiago un brano magnifico di Kendji Girac, un sinto francese. Dice: "Se hai delle lacrime, dalle a me. Gli zingari servono a questo"...
Da Starbucks suonerai anche una selezione di brani italiani che parlano di caffè…
Il caffè è talmente radicato nella nostra cultura, nella tradizione italiana da popolare, di conseguenza, anche una moltitudine di testi di canzoni: Battisti, Toto Cutugno, 883, Gino Paoli, Cocciante, Fossati…la lista è infinita e si rimane sorpresi a contarne così tante. Sarà divertente suonarle assieme.