di redazione [user #116] - pubblicato il 18 gennaio 2019 ore 07:30
Abbiamo messo nelle mani di Michele Quaini una Gretsch che della serie Streamliner che si discosta dai classici canoni sia esteticamente che timbricamente. Center block, Broad’Tron pickups e V stoptail, per una semi-hollow fuori dal comune.
La Streamliner è una semi-hollow che si discosta un po’ dalla tradizione Gretsch e porta il marchio con decisione nel mondo moderno. Perde un po’ di twang a favore di un pizzico di cattiveria in più. Aggressività che parte direttamente dal look total black, con manopole dorate in plastica. Leggermente più classica la finitura Walnut Stain, che smorza un po’ le tinte moderne, ma senza riavvicinarsi troppo al mondo rockabilly tanto caro a strumenti come la G5422T che abbiamo provato poco tempo fa.
Il body è in acero laminato, con blocco centrale in abete. La struttura del center-block è stata progettata proprio per la Streamliner per contenere il feedback il più possibile, nonostante le buche ad F.
Il manico in Nato con tastiera in palissandro a 22 tasti medium jumbo, è incollato al body e ospita segnatasti rettangolari, belli grossi e realizzati con cura, così come i tasti rifiniti molto bene e che non infastidiscono sotto le dita.
L’hardware è tutto made in Gretsch ed è composto dal ponte Adjusto-Matic e dallo stop tail a V, che non ha particolari funzioni se non dare una bel ritocco al look.
La G2622 monta una coppia di humbucker Broad’Tron. Questi sono dotati di un output di gran lunga superiore a quelli che abitualmente troviamo montati sulle Gretsch. Il volume, però, è bilanciato da un’ottima dinamica che permette di giocare sul filo del crunch anche quando un ampli come la Plexi del ’69 nello studio di Michele è già bella arrabbiata.
Complice il radius di 12’’ e il sound potente la Gretsch in prova oggi è si discosta molto dalle classiche semi-hollow del marchio. È uno strumento moderno, tanto nel sound quando nelle geometrie, adatte anche ai velocisti.
È uno strumento versatile, in grado di soddisfare sia chi vuole esplorare i territori del crunch, il sound bluesy. Grazie ai magneti potenti riesce a dare man forte a chi ha bisogno tanto di puliti chiari e con ottimo attacco, o distorti cattivi e carichi, soprattutto sulle basse.
La cosa che più ci ha sorpresi è la risposta dei Broad’Tron sui distorti. Oltre ad avere il giusto punch, permettono di snocciolare gli accordi senza creare un impasto in cui le note diventano irriconoscibili. Il tutto condito dalla possibilità di diminuire il volume, sia con quelli dedicati, sia con il master (un ottimo richiamo al Gretsch style), per tornare verso suoni più scarichi, ma sempre con il giusto pizzico di twang.
Con un prezzo ben al di sotto dei 500 euro, la G2622 è una vera entry level, in grado di soddisfare anche chi ha il palato raffinato. Un salto in negozio va fatto di sicuro.