di Filippo Bertipaglia [user #46004] - pubblicato il 21 febbraio 2019 ore 15:00
Poche cose per un musicista che deve eseguire un repertorio scritto, e magari particolarmente complesso, possono spaventare come un vuoto di memoria. Tanti sono i fattori per i quali si può incorrere in questi black out che possono compromettere irrimediabilmente l'esito di una performance; emozione e distrazione sono le cause principali. Tommy Emmanuel ci ha raccontato il suo approccio personale per aggirare l'insidia del vuoto mnemonico durante l'esecuzione dei suoi brani.
I vuoti di memoria fanno paura a tutti, e bisogna prepararsi al meglio durante lo studio del nostro materiale per evitarli nella maniera più assoluta in sede live a causa dell'emozione o altri fattori.
«L'unica maniera per evitare i vuoti di memoria è stare concentrati. Se concedi alla tua mente di pensare ad altro, perché puoi farlo, è lì che commetti gli errori. Se, mentre sto suonando un pezzo che ho suonato un milione di volte come “Classical Gas” o “Angelina”, improvvisamente penso a come potrebbe essere l'hamburger dell'hotel, allora sono nei guai. Così io provo a non commettere mai questo errore, perché è assolutamente vietato ed è come se infrangessi la legge se lo facessi.»
Tommy prosegue spiegando che ci sono canzoni che può portare sul palco pochi giorni dopo la loro composizione, altre che invece hanno bisogno di un lungo processo di perfezionamento prima di essere eseguite live: «avevo un'idea per un arrangiamento del brano “Secret Love” (standard jazz NdR) e mi sono esercitato sei mesi prima di suonarlo sul palco poiché è difficile. L'ho provato e riprovato più di qualsiasi altra cosa nella mia vita finché non fui sicuro».
Abbiamo cercato di trascrivere questo splendido arrangiamento di “Secret Love” nella maniera più fedele possibile a come viene suonata da Tommy durante l'intervista. Nonostante ciò, poiché l'esecuzione da un punto di vista ritmico è piuttosto libera, vi consigliamo di ascoltare con attenzione la performance del video.
Il tema iniziale viene suonato tramite l'uso sapiente e quasi totale di armonici naturali. Le note, continuando a risuonare, si accavallano tra loro fino a formare una sorta di unicum, una cascata di suoni eterei. Più a lungo vibrerà la corda e maggiore sarà la durata dell'armonico naturale, quindi alzate immediatamente il dito dalla corda una volta prodotto l'armonico. Per l'unica nota non suonata tramite un armonico naturale, ovvero C# posizionato sul nono tasto della prima corda, vale l'esatto contrario: tenetela premuta il più a lungo possibile anche se questo richiederà stretching un po' fastidiosi inizialmente. Il G# basso a battuta 7 si suonerà unicamente mediante il martellamento del dito 1 della mano sinistra.
A batt. 10 troviamo l'accordo di appoggiatura D# con la fondamentale E al basso (e il G# al canto) che ritarda la risoluzione su una triade maggiore di E. Per questo accordo viene utilizzato un minibarrè con il dito 2 sulle prime due corde, se non avete dimestichezza dovete lavorarci un po' per ottenere un buon risultato. Inoltre l'accordo di Eadd9 viene suonato prima con un rapido arpeggio reiterato con sequenza p, i, m, a e infine mediante l'uso del dito mignolo (c = “cuarto” in spagnolo) che scorre rapidamente dalla prima alla sesta corda. A batt.13 Tommy utilizza sull'accordo di Dmaj7/F# gli harp harmonics, tecnica nella quale eccelle. L'armonico “artificiale” viene ottenuto tramite l'uso del pollice (Emmanuel usa il thumbpick) che pizzica la corda mentre l'indice (entrambe le dita appartengono alla mano destra) si appoggia contemporaneamente senza pressione sulla barretta posizionata (in questo caso) 12 tasti avanti rispetto alla nota premuta con la mano sinistra. Successivamente all'armonico viene suonata su una corda diversa una nota “reale” tramite l'anulare della destra.
L'effetto sonoro ottenuto dall'alternanza reiterata su più corde dell'armonico artificiale e la nota reale sarà simile a quello di un'arpa, da qui il nome harp harmonics. L'accordo G13(#11) a batt.17 si può considerare una sostituzione di tritono di C#7 (V/V in tonalità di B). Infine nella penultima battuta fate attenzione alla melodia “ornata” sulla prima corda: il dito 1 deve scivolare sul secondo e terzo tasto della tastiera per terminare la sua corsa di nuovo sul secondo tasto ed eseguire un pull-off sulla corda a vuoto mentre le altre dita continuano a premere le corde più gravi.
Emmanuel conclude dicendo che «se ho tempo di esercitarmi allora mi siedo e provo le canzoni piuttosto che studiare scale e modi. Mi alleno soprattutto sui brani che non suono da un po', questo perché mi affido totalmente alla memoria non sapendo né leggere né scrivere la musica».
In conclusione, l'arma per suonare al meglio ogni sera durante lo show è quella della continua e intensa esercitazione pre-concerto e la più totale concentrazione durante l'esibizione in pubblico. Il talento è fondamentale ma senza la pratica quotidiana non si arriva lontano.