di mmas [user #15948] - pubblicato il 01 marzo 2019 ore 11:00
Un piccolo tweed in casa fa comodo, se poi ruggisce 15 watt in un cono da 10 pollici, il Fender Pro Junior aggiornato al 2018 può dare grandi soddisfazioni.
L’amplificatore che mi è capitato fra le mani risponde in pieno, o quasi, alle mie necessità.
Doveva essere piccolo, valvolare, suonare bene e, non per ultimo, doveva essere assolutamente in tweed. Il più indicato era il Fender Vibro Champ Eric Clapton, ma non ho tutti quei soldi e poi io non sono Eric Clapton. Signore e Signori, ecco a voi il Fender Pro Junior IV LTD 2018 in tweed.
Parente strettissimo del Blues Junior, ma più piccolo, figlio della serie Hot Rod, è stato presentato al NAMM 2018 con alcune modifiche rispetto la serie III.
La nuova versione ha il circuito modificato per un controllo del volume più lineare, ha il cono Jensen (made in Italy) e il vestitino in tweed.
È un amplificatore da 15 watt, quattro valvole (due EL84 come finale e due 12AX7A come pre) e altoparlante Jensen P10R da 10” 8 ohm Alnico. Un controllo di tono e uno di volume, peso 9 Kg.
In fase di acquisto l’ho provato con una Telecaster Baja e una Les Paul Traditional e l’ampli suonava benissimo, molto dinamico.
In particolare l’accoppiata con il Broadcaster della Baja era veramente piacevole, creando sul pulito le atmosfere fifties che mi piacciono tanto.
Il controllo del volume rispetto alla serie III ti permette di suonarlo anche in casa, riuscendo a regolare il potenziometro senza avere sbalzi enormi con pochi millimetri di rotazione.
Superato un certo livello però, il volume si trasforma in drive, l’ampli comincia a urlare e l’ambiente domestico è vivamente sconsigliato. Oltre la soglia del crunch tira fuori una bella distorsione, molto adatta al rock blues e poco incline al metal. Il risultato è stato un signorino vestito a festa con un carattere davvero irascibile.
La prova con la Les Paul mi ha dato le stesse sensazioni e mi ha fatto capire l’utilità del potenziometro del tono per mitigare la presenza delle medie.
L’ho provato anche con un attenuatore P&P ma il risultato non mi è piaciuto. Carina la distorsione ma la sensazione di bavaglio era troppa.
A casa l’ho suonato con la mia Stratocaster Japan sulla quale ho montato dei pickup Lollar Dirty Blonde e il risultato è stato veramente interessante. Tutta la dinamica dalle valvole che ti permette di passare dal pulito al crunch solo pestando un po’ di più. Bello l’effetto nei bicorde. La risposta dei bassi non mi fa mancare assolutamente il cono da 12. Anzi, non so perché, ma preferisco questo da 10. Suonando senza plettro mi veniva da sorridere. L’ho provato con riverbero, delay e TS9 e ha accettato molto bene tutti e tre i pedali facendomi sentire delle sfumature che nel TS9 non avevo ancora apprezzato. Bello Bello.
Di solito ci metto tanto a capire il carattere della strumentazione, le varie sfumature che si possono ottenere e quali sono le regolazioni migliori. Il piccolino è una bella bestia e 15 Watt in casa sono tanti, mi rendo conto, ma le prime prove che ho fatto mi fanno pensare che il viaggio con questo signorino sia solo all’inizio.
Ultima considerazione che potrebbe essere utile a qualcuno: l’ampli è talmente bello che, se lo lasci un po’ in giro per casa, la moglie non dice niente.