I testi delle canzoni narrano storie che partono dal Senegal e dai paesi vicini, e viaggiano sino ad arrivare a noi con l’intento di trasmettere un chiaro messaggio: qualunque cosa sia successa, si può ricominciare, insieme.
Cheikh Fall, voce dei Korabeat, è molto legato alle tradizioni artistiche e religiose africane, le quali risultano un fondamentale e saldo punto di partenza per sperimentare altri mondi, musicali e non. Ed è proprio dall’incontro tra culture artistiche, tra la musica tradizionale senegalese e la cultura musicale occidentale, che nasce la band.
Nel loro sound la kora, strumento fondante della tradizione musicale africana centro-occidentale, intrattiene un dialogo costante con il sax di Gianni Denitto, che è in costante equilibrio tra jazz ed elettronica.
Anche le percussioni di Badara Dieng (non solo djembè, ma anche sabar, bougarabou, xine e la tama) sostengono la ritmica insieme al basso di Andrea Di Marco, fondendo stili diversi e rivelandosi in perfetto equilibrio nella batteria di Samba Fall.
Tutti questi incontri si ritrovano nei testi, che affrontano anche difficili passaggi come i viaggi della speranza dei migranti (che alcuni di loro conoscono da vicino…) e storie di dolori terribili, che però conducono sempre a un nuovo cammino.
Korabeat:
6 aprile – Cascina Casottello – Milano (Viale Fabio Massimo, 18)
Ingresso gratuito con consumazione obbligatoria.
|