Lo chassis lo fa pesare meno di un chilo, 816 grammi per l’esattezza e non raggiunge i 20cm di lunghezza. Nonostante le dimensioni ben più che ridotte, il Valeton da 20 watt ha tutto il necessario per essere portato su un palco, ma anche utilizzato in camera per studiare. Sul pannello frontale, oltre al mini switch per l’accensione troviamo sei manopole. Volume e guadagno si occupano della cattiveria, alti medi e bassi, invece, si occupano invece di sagomare il suono. Infine troviamo il riverbero, o meglio il controllo del decay di un riverbero digitale integrato all’interno dell’amplificatore.
Sul retro, invece, oltre all’indispensabile ingresso per l’alimentatore a 18v troviamo l’ingresso AUX per il playback di basi su cui suonare ed esercitarsi e l’uscita cuffia con cab simulator, perfetto per non disturbare i vicini.
Può essere collegato a casse da 8 o 16 ohm e, per non creare problemi con delay e modulazioni esterne è possibile utilizzare il loop effetti seriale, una chicca che anche su amplificatori ben più costosi spesso si fatica a trovare.
La robustezza è aumentata dalle alette di protezione poste sul frontale che riparano le manopole da botte o cadute, l’Asphalt sembra essere in grado di sopportare anche i trasporti più difficoltosi.
Lo abbiamo collegato a una 4x12 LAA custom e microfonato con un SM57. Anche se sembrano pochi 20 watt mantenersi sui suoni puliti non è difficile, soprattutto se si utilizza una chitarra con tre single coil come la Strat utilizzata in prova. Con l’eq in flat il sound è già soddisfacente, ma togliere un po’ di boomy dalle basse, soprattutto con una 4x12, è un toccasana per la presence. Il TAR 20G non fatica per niente a far muovere i 4 Celestion infilati nella cassa, anche a basso volume sa dire la sua.
Ci stufiamo in fretta, però, del clean che è credibile, ma sentiamo subito affacciarsi un crunch ben più gustoso. Basta appesantire un po’ la pennata, un quarto di giro alla manopola del guadagno e il gioco è fatto. Basta un attimo ed ecco quel sound creamy, molto blueseggiante che ci aspettiamo da un amplificatore di piccole dimensioni, subito pronto a saturare.
Con il pick up al manico il sound carico di basse è una goduria, ma se si passa al ponte, il suono metallico e squillante fa risaltare ancora di più l’inclinazione aggressiva della piccola testata. Andiamo quindi a fondo con il gain.
Il Valeton con il guadagno a fondo corsa, non mostra segni di eccessiva compressione. Il circuito completamente analogico fa il suo dovere e lascia una buona headroom e, intatta, la voce della chitarra che si è scelto di collegare.
Il riverbero infine è digitale, sì, ma di classe. Solo se usato in maniera davvero pesante, con un decay lunghissimo, inizia a mostrare qualche soffio e rumore, ma nulla di allarmante, soprattutto se lo si utilizza in ambiti lontani dal surf-rock.
Con un prezzo di listino di 200€ il TAR-20G ha le carte in regola per diventare il coltellino svizzero di ogni chitarrista. Con un sound in grado di coprire tutte le sfumature necessarie dai clean cristallini alle distorsioni più incazzate non fa mancare nulla, loop effetti inclusi.
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