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Standard ‘50s P90: nella culla della Les Paul
Standard ‘50s P90: nella culla della Les Paul
di [user #116] - pubblicato il

Il ritorno alle origini del catalogo Gibson passa per l’edizione che ha dato il via al mito della Les Paul. Un video mostra la Standard GoldTop con P90.
La rinascita del marchio annunciata da Gibson per il 2019 prende di mira i classici della tradizione per confezionare un catalogo semplificato e composto da modelli disegnati sulla base delle caratteristiche più amate dai fan storici. Per il nuovo anno, la Standard non tenta di reinventarsi e, per la gioia dei patiti del vintage più puro, si riveste di GoldTop per un tributo alle proprie origini.

La Standard ’50s P90 ricrea la prima edizione di Les Paul prodotta da Gibson. L’iconico sunburst era di là da venire e l’humbucker che ha fatto la fortuna della single-cut più famosa del rock semplicemente non esisteva. Al loro posto, una finitura dorata per il top valorizzava le forme voluttuose di una solid body rivoluzionaria, la cui voce era affidata a una coppia di pickup a bobina singola più grossi rispetto ai canoni dettati della concorrenza, per l’aspetto estetico quanto per il sound che ne scaturiva.

Standard ‘50s P90: nella culla della Les Paul

Il body e il manico in mogano erano già parte integrante del progetto, così come lo spesso top in acero sui cui si andavano ad avvitare quattro manopole per regolare individualmente volumi e toni dei due P90 e un selettore a tre posizioni per azionarli e miscelarli secondo necessità.
Come la sua gloriosa antenata, la Les Paul Standard ‘50s P90 introdotta nel 2019 non ha buchi di alleggerimento. Preferisce invece un body pieno per restare fedele al suono e al feel della controparte di metà ‘900.
Anche il profilo del manico si rifà alle misure adottate all’epoca, con una forma tondeggiante e abbondante che accoglie il palmo di chi preferisce avvinghiare l’intero perimetro per un approccio sanguigno nelle ritmiche, ma che promette anche una certa scorrevolezza per le parti soliste e sui registri più acuti. A giovarne è anche la trasmissione delle vibrazioni, che appare vigorosa e articolata grazie al volume del legno uso a vettore.
La tastiera in palissandro da 22 fret medium jumbo su un raggio da 12 pollici e con un diapason da 24,75 pollici è un classico, come anche i segnatasti a trapezio in madreperla acrilica.

L’hardware guarda alla prima edizione “definitiva” della Les Paul, dopo aver abbandonato il tailpiece di derivazione archtop in favore di un ponte relativo stoptail avvitato al centro del body. La configurazione giunge al 2019 con un Tune-o-matic ABR-1 e uno stopbar in alluminio. Il capotasto GraphTech promette una risposta ricca e calda, ma aggiorna l’affidabilità dell’insieme con un materiale sintetico capace di garantire una tenuta d’accordatura superiore, anche in abbinamento alle intramontabili meccaniche Vintage Deluxe ricreate per l’occasione.

Plastiche color crema e potenziometri dorati con indicatori di posizione fanno da complemento a un’elettronica composta da due P90 in alnico V, condensatori orange drop e potenziometri a escursione logaritmica per una percezione più graduale nei cambi di livello.

Il bluesman Jared James Nichols è un devoto della Les Paul. Di recente divenuto titolare di un modello signature a marchio Epiphone, ha fatto visita allo showroom losangelino di Gibson per un approfondimento sulla Les Paul Standard ‘50s P90, visibile anche sul sito ufficiale a questo link.

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Link utili
Les Paul Standard ‘50s P90 sul sito Gibson
Les Paul Custom Jared James Nichols Signature su Accordo
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