Non avrei dovuto esserci, per tanti motivi, uno dei quali è quella selezione obbligata che a un certo punto devi operare quando ti si prospettano più eventi concentrati nello stesso periodo, e ti rendi conto che moralmente è più corretto sacrificare il concerto di qualcuno che hai visto una quindicina di volte in un quarto di secolo anziché uno che non hai visto mai o quasi. Con l’avvicinarsi della data dell’evento, però, una vocina nella tua testa ti ricorda che se ti sei sparato tutti quei concerti (addirittura più di uno in uno stesso tour), forse un motivo ci sarà… E così, in una giornata sfigurata dall’afa e dall’umidità, eccomi in Toscana, nella splendida cittadina di Lucca, che negli anni è stata teatro di alcuni tra gli incontri musicali più belli della mia vita.
Considerate le condizioni - atmosferiche e personali - inizialmente l’idea era quella di fermarmi solo per il soundcheck, ma dopo aver passato un po’ del pomeriggio con Steve Lukather, Steve Porcaro e Joseph Williams sarebbe stato impossibile non trattenermi per lo show dei Toto, tale è stato l’entusiasmo che hanno messo addosso a quanti hanno avuto la fortuna di intrattenersi con loro.
Il concerto è stato preceduto dall’attesa performance dei “figli d’arte” ZFG. Nella lineup, oltre al bravissimo vocalist Jules Galli e al portentoso Josh Devine, batterista dei One Direction (sì, avete letto bene, n.d.r.), militano infatti Trev Lukather, figlio di Steve, alla chitarra e Sam Porcaro, figlio del compianto Mike, al basso come il padre. Il loro heavy rock melodico ricco di influssi pop e R&B è piaciuto molto al pubblico di Lucca, che ha accolto con grandissimo entusiasmo anche la loro esuberanza sul palco.
E poi i Toto, o “quello che ne rimane”, come ha detto qualcuno. Già, perché dopo le tragiche scomparse dei fratelli Jeff e Mike, l’avvicendarsi di svariati cantanti, l’abbandono di Simon Phillips nel 2014, la pausa (momentanea?) di David Paich per motivi di salute, sono solo tre summenzionati membri dei Toto a essere ancora in ballo, accompagnati da turnisti di tutto rilievo. Oltre all’immancabile Lenny Castro alle percussioni, hanno completato la lineup vecchie e nuove conoscenze della band: il polistrumentista e cantante Warren Ham (già con Lukather nella All-Starr Band di Ringo Starr), il bassista Shem Von Schroeck, il batterista Shannon Forrest e il tastierista Dominique "Xavier" Taplin.
Il tour, 40 Tours Around the Sun, prende il nome dal titolo della raccolta 40 Trips Around the Sun uscita all’inizio dell’anno scorso per celebrare i 40 anni di attività dei Toto e, com’era prevedibile, la setlist ha premiato soprattutto i fans più attempati, prediligendo pesantemente la prima produzione della band. Le due ore di concerto, oltre ai pilastri “Africa”, “Rosanna”, “Hold the Line”, “Georgy Porgy”, “I’ll be Over You” e “Stop Loving You”, hanno lasciato spazio per gemme meno note al grande pubblico ma care agli appassionati, come “Lovers in the Night”, “English Eyes”, “Girl Goodbye” e “Make Believe”, oltre che la suggestiva “Dune (Desert Theme)”, strumentale tratto dalla colonna sonora realizzata dalla band nel 1984 per l’omonimo film di David Lynch. Non sono mancati i tributi ai maestri ispiratori (“While my guitar gently wheeps” dedicata a George Harrison, “uno dei motivi per cui suono la chitarra”, ha detto di lui Lukather) e ai compagni di viaggio persi lungo il percorso (“I will remember” scritta per Jeff Porcaro insieme a Stan Lynch degli Heartbreakers di Tom Petty). Un set acustico in modalità “storytellers” a metà del concerto ha regalato momenti davvero emozionanti, come il racconto della genesi e la performance di “Human Nature”, brano di Steve Porcaro dedicato alla figlia Heather, poi interpretato da Michael Jackson nel suo Thriller. Poi, un solo bis ma con il botto, con “Home of the brave”.
Cosa c’è di nuovo? Niente, o quasi. Cosa c’è di valido o di importante? Tutto, direi. Lo dice il titolo stesso del tour, una carriera quarantennale ad altissimi livelli da celebrare. Se l’entusiasmo dei partecipanti al concerto è stato altissimo, puntuali come un orologio svizzero sono arrivate anche le critiche, che vogliono i Toto un gruppo di mercenari ormai volti esclusivamente al passato e all’autocelebrazione anziché alla ricerca di nuovi territori. Non che, in virtù di un successo passato, certa musica debba diventare esclusivamente un monolite da venerare, ma quattro decenni di ottimi lavori devono trovare spazi di condivisione, anche laddove non ce ne siano di nuovi da condividere.
Alcune critiche si sono estese, inoltre, all’attuale formazione della band, sottolineando il fatto che i membri originali siano ormai una minoranza e che gli altri musicisti siano “solo” turnisti privi di personalità, mentre al loro posto avrebbero potuto trovare una collocazione strumentisti ben più eclettici. Personalmente, trovo che i musicisti chiamati a integrare la band siano degli artisti di primordine, scelti chiaramente con l’idea di restituire al repertorio il sound che lo ha reso popolare in tutto il mondo. I Toto sono leggende anche per essere stati protagonisti indiscussi dell’epoca d’oro dei sessionmen di L.A., emblema di un professionismo che non trova più lo stesso spazio nella discografia odierna. È una band che continua a vivere egregiamente di grandi concerti, forse l’unica dimensione che nella sua essenza non può essere cancellata dalla logica di mercato vigente. Non importa quanti cambi di formazione ci siano stati – obbligati o scelti – i Toto sono una delle migliori live band di sempre, che trova la sua linfa vitale nel concetto di un grande collettivo in cui si possono avvicendare elementi ma sempre all’insegna dell’alto professionismo.
Toto, insomma, oggi rimane un marchio di qualità ed è forse questo che una volta di più dovrebbe far apprezzare questo tipo di performance.
SETLIST
1) Devil’s Tower
2) Hold the Line
3) Lovers in the Night
4) Alone
5) I Will Remember
6) English Eyes
7) Jake to the Bone
8) Rosanna
Set acustico
9) Georgy Porgy
10) Human Nature
11) I’ll Be Over You
12) No Love
13) Stop Loving You
14) Girl Goodbye
15) Lion
16) Dune (Desert Theme)
17) While My Guitar Gently Weeps
18) Make Believe
19) Africa
Bis
20) Home of the Brave |