è tra i maggiori esponenti del fingerpicking in Italia. Il suo stile è intricato, ricco di incastri ritmici e parti complesse che, spesso poste al servizio di brani universalmente noti, riescono a trasferire sul manico di una chitarra acustica un arrangiamento originariamente nato per un’intera band.
Linee di basso si intrecciano con tecniche percussive per ricreare il groove di una batteria, le armonie tengono insieme il tutto mentre le note al canto tracciano melodie, assolo, riff inconfondibili. Il processo creativo dietro la nascita di una esecuzione simile è del tutto personale. Abbiamo incontrato Gavino per conoscere più da vicino il suo mondo.
Quasi sempre mi concentro su un brano che mi piace, perché suonare un pezzo che non ti piace, solo perché può funzionare, potrebbe non offrire gli stimoli giusti.
Spesso ci sono alcune parti di brani che mi catturano, alcuni riff di basso o alcuni assolo. Per esempio in un pezzo come “Sultans Of Swing”, la parte finale del solo era quella che, quando ho cominciato a suonare la chitarra elettrica, era uno dei pezzi che proprio volevo riuscire a fare.
Appena ho cominciato a suonare l’acustica mi sono detto che uno dei primi pezzi che avrei arrangiato sarebbe stato proprio quello, però volevo riuscire a fare anche la parte dell’assolo finale.
Poi ci sono dei riff che ti catturano, pezzi come “Smoke On The Water” in cui dici “vabbè, una volta che ho arrangiato il riff, ci ho messo la percussione, facciamo anche il solo, facciamo anche il basso…”.
L’arrangiamento viene comunque sempre da una parte scritta. Dapprima trascrivo le varie parti e poi cerco di suonarle insieme. Le studio prima singolarmente e poi le metto insieme, ma sempre trascrivendo prima le parti.
A volte il punto di partenza è la melodia del pezzo, a volte la ritmica, a volte il basso. Non c’è un procedimento standard, ogni canzone è un mondo a sé e la affronto in modo diverso, senza uno standard.
Durante il nostro incontro, Gavino ha sottolineato più volte l’importanza della strumentazione nella buona resa dei suoi brani. La sua è regolata in modo da assecondare il playing, le corde che utilizza sono morbide, l’action è bassa e l’elettronica di serie consente di amplificare in maniera fedele e reattiva le note suonate quanto i “rumori” dei legni e i colpi dati alla cassa.
Per l’amplificazione, si è affidato a un sistema , impianto audio in piena regola dedicato agli strumenti acustici, con un subwoofer da 500 watt e due satelliti da 250 watt per un totale di mille watt di potenza. La circuitazione è analogica e l’elettronica è racchiusa nello chassis del subwoofer, mentre i satelliti sono passivi, leggeri da trasportare ed essenziali nella struttura.
Ogni satellite è dotato di un crossover passivo per ottimizzare l’ascolto e i livelli del subwoofer possono essere regolati a partire da -7dB fino a +2dB.
L’impianto è predisposto per il montaggio dei satelliti su due aste, ma dà risultati validi anche in una configurazione più compatta in cui gli altoparlanti siedono in cima al woofer, soluzione adottata da Gavino.
In Italia, Schertler, Lakewood e Galli Strings sono marchi presenti con la distribuzione di . |