Cari amici di ACCORDO, dopo averci pensato per tanti anni ho scritto il mio primo giallo. Poteva non essere ambientato nel mondo della chitarra?
Ecco. Il mio personaggio si chiama Riccardo Bemporad, nato a Urbino, ha lasciato la polizia per ragioni che per ora non vuole raccontarci. Oggi fa il liutaio e conduce una vita più monotona che tranquilla aggiustando chitarre da sogno. Quando ricompare dal passato Noomi, suo grande amore di gioventù. deve rivestire i panni del detective per fare luce sulla strana morte del chitarrista Christian Mastrantonio e sul mistero di una chitarra blu da tre milioni di euro.
Vi propongo qualche passaggio per darvi l'idea di quello che troverete se avrete voglia di acquistarlo e leggerlo. Chi conta di venire a SHG Music Show Milano il 23 e 24 novembre può acquistarlo a prezzo speciale , oppure potrà acquistarlo direttamente in fiera (lo presenteremo domenica tra le 13.30 e le 14.30 assieme a al nuovo strepitoso metodo di Federico Malaman). Chi non viene (peccato però) può con un piccolo contributo per le spese di spedizione. La versione digitale per ora è per Kindle.
Ovviamente acquistandolo contribuirete a sostenere ACCORDO che ne detiene tutti i diritti.
Spero che lo leggiate e che vi piaccia. Io ci ho preso gusto e sto già lavorando al secondo...
Alberto Biraghi
Ed ecco qualche estratto....
Christian Mastrantonio, chitarrista di talento già noto in Italia, sta per salire sul palchetto per una audizione. La band di Willy DeVille è alla ricerca di un secondo chitarrista da affiancare a Louis Erlanger e lui ha risposto all’annuncio.
Prima di lui hanno suonato una decina di ragazzi, attrezzati di tutto punto e vestiti come rockstar, che gli sono sembrati maledettamente bravi.
Lui ha i suoi jeans sdruciti dall’uso, la maglietta blu e le Superga bianche. Sale sul palco con le gambe che tremano. Infila il jack nella Les Paul Studio marrone costata tutti i suoi risparmi più un prestito della nonna, una buona chitarra, ma sembra la chitarra di Barbie di fronte agli strumenti visti al collo degli altri aspiranti.
La band non gli dà neppure il tempo di prendere il respiro e attacca Love And Emotion dall’album Coup de Grâce.
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Tra poco salirà sul piccolo palco del Virgin Megastore agli Champs-Élysées come performing guest della band di David Gullmore. La scaletta prevede alcuni tra maggiori successi dei Velvet Boyd, tra cui Shine On You Crazy Emerald, Terrapin, Fat Old Moon, Coming Back to Home, High Expectations, poi Je Crois Entendre Encore (un pezzo di Bizet da I pescatori di perle), Smiling, Hope You Were Here, Comfortably Dumb, Dimming of the Sun, Shine On You Crazy Emerald (reprise), A New Day for Freedom, Hushabye Hill.
Christian suonerà il secondo solo di Comfortably Dumb.
Per l’occasione ha scelto dalla sua collezione una chitarra di grande valore e dalla voce poderosa, la Les Paul Standard del 1959 numero di serie 0293, acquistata un decennio prima dal suo amico Eliot Michael di Rumble Seat Music. La tavola in acero ha una fiammatura straordinaria che David Gullmore nota con ammirazione, complimentandosi con Christian.
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Ingabbia la chitarra nell’attrezzo per la rimozione del manico e accende la sua “pentola a pressione”, a cui è collegato un tubo che termina con un ago cavo che Riccardo inserisce nei forellini appena praticati.
Dopo qualche minuto può cominciare a fare leva sul manico, fino a quando la colla cede e le due parti si separano.
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Noomi fa cenno a Riccardo di seguirla nella cabina armadio e sposta uno degli stand, rivelando una porta blindata. Consulta ancora lo smartphone, digita un codice sulla pulsantiera accanto alla maniglia e la porta si apre, rivelando una scala che sale verso l’attico.
Riccardo la segue. I due sbucano in un grande locale open space, con accesso al terrazzo. Il locale è climatizzato e le porte finestre sono blindate. Al centro un grande tavolo con il tappetino in gomma e alcuni semplici attrezzi per la manutenzione di base della chitarra, scatole di corde di ricambio, qualche cacciavite, una tronchese per le corde, plettri sparsi.
In un angolo sono raggruppati alcuni tra i più celebrati amplificatori della storia: un Fender Bassman tweed, un Champ tweed e un De Luxe Reverb blackface, un Marshall plexi, un Vox AC30 top boost, un Howard Dumble Overdrive Special, un Pistolesi The Mojo, un Music Man Sixty Five Reverb.
Gran parte della stanza è occupata da scaffali metallici carichi di custodie di chitarra elettrica e acustica. Tutte hanno attaccato alla maniglia un cartellino con le informazioni sul contenuto e sono suddivise: per marca, modello, epoca. In un angolo varie scatole di vinili e un impianto stereo anni ‘80, con pre e finale McIntosh, giradischi Thorens e casse JBL L250.
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Il cameriere arriva con il primo, che presenta come “tagliolini fatti a mano col missoltino”.
«E questi pesci cosa sono? Sembrano alici, ma sono più... delicati.»
«Missoltino! È tipico del lago di Como. Il pesce è un agone, essiccato al sole e conservato sotto sale, una preparazione lenta e laboriosa. Un piatto povero, che si mangiava con la polenta, tanta polenta e poco pesce saporito riempie di più. Robi riscopre le materie prime tradizionali e le utilizza con creatività, ma senza troppi pasticci, è un grande chef.»
«Come nella canzone di Van De Sfroos!.»
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Quel che resta del pomeriggio è dedicata alla tastiera di una Ibanez veramente speciale. Un cliente ha portato uno dei primissimi esemplari di Jem 77FP, quella realizzata in una finitura ispirata alle tende del salotto di Steve Vai. La chitarra risale al 1988 ed è un vero gioiello, nella sua veste floreale nei toni di verde e rosa su fondo scuro.
Pur non appassionato di shred, Bemporad ha sempre ammirato la genialità di Ibanez, che a fine anni ‘80 ha avuto il coraggio di scommettere sul genio di Steve Vai per lanciare sul mercato una chitarra di concezione totalmente nuova, progettata a sua misura.
Appoggia la Jem sui supporti, blocca il ponte Boyd, apre il bloccacorde, toglie le corde, protegge la tastiera con il nastro da carrozziere e si appresta a togliere i tasti originali, ormai ridotti all’osso.
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Francesco lascia il cuore su un rarissimo Jazz Bass prima serie “concentric knobs” in colore Sherwood Green con paletta in tinta, salvo fermarsi in adorazione sul top della Les Paul Standard del 1959 che Christian aveva usato sul palco con David Gullmore nel 2001, la sera dell’attentato.
Intanto riccardo è andato verso lo scaffale delle Gibson arch-top e ha estratto una vecchia custodia enorme. Francesco sgrana gli occhi mentre l’amico l’appoggia sul tavolo e fa scattare le serrature.
«Guardati un po’ questa qua....»
Solleva il coperchio, mostrando quella che considera una delle chitarre più importanti della storia. Francesco porta le mani al petto, mimando i sintomi dell’infarto.
«Se non sto sognandola quella è una L5 vera....»
«Esatto amico mio, una Gibson L5 che è stata firmata da Lloyd Loar l’1 dicembre 1924, in perfette condizioni, con il suo bravo Virzi Tone Producer sotto la tavola armonica. Un pezzo di storia della musica e della liuteria moderna.» |