di Nonnomatteo [user #49529] - pubblicato il 18 febbraio 2020 ore 12:15
Germanio d'epoca e componenti selezionati creano un fuzz diverso dal solito. Un nostro lettore racconta il suo incontro con lo stompbox made in Italy.
Dire LAA Custom significa dire Carlo Sorasio, inutile presentalo: Carlo ha saputo creare una reputazione di tutto rispetto intono al suo nome e i suoi pedali.
Credo che il successo del suo lavoro sia dovuto alla scelta maniacale dei componenti che utilizza: Carlo si comporta come quegli chef che selezionano con ricerca attenta gli ingredienti dei propri piatti consapevoli che il vero trucco della buona cucina sta nella freschezza e nella bontà della materia prima.
Ho avuto il piacere di provare in anteprima il Germanium Fuzz MKII, ultimo nato in casa LAA Custom.
Il nome dice tutto: è un fuzz; ma la piacevole sorpresa è che il suono che ne deriva è sorprendentemente orignale e lontano da quello che ci si aspetterebbe da un fuzz.
Gli ingredienti, tutti NOS e sapientemente selezionati, sono:
- condensatori Siemens anni '80;
- resistenze in pasto di carbone degli anni '70;
- vecchi transistor Sovietici (GT308)
Questi elementi producono un suono dai colori del tutto particolari: morbido sugli alti (mai troppo aperti), grosso e pastoso sui bassi, senza esagerazioni. Chiudendo il volume il suono acquista una dinamica quasi "acustica".
A differenza di quanto siamo abituati a sentire, il Germanium Fuzz non evoca sonorità punk, stoner o black, né tantomeno le sonorità acide degli anni '60.
La prima cosa a cui ho pensato quando l’ho provato è stato il suono di alcuni dischi di nuova produzione, una qualità sonora di una chitarra "prodotta" e masterizzata. L’ho trovato moderno nella pasta sonora, nel senso che è riuscito a superare l’idea classica che abbiamo di un fuzz (acido e violento) e lo stesso Carlo ha dichiarato di non voler assolutamente riscrivere il Fuzz Face.
Il Germanium Fuzz MKII si presenta con una distorsione si estrema ma allo stesso tempo morbida, mai stridula, mai aggressiva nonostante la potenza con cui si sprigiona.
È come se parte più acida del fuzz sia stata smorzata rendendo cremoso l’impasto sonoro (un aggettivo che di solito associamo agli overdrive).
Ho avvertito una esaltazione delle frequenze medio-alte che rende il tutto davvero piacevole.
Il Germanium Fuzz è molto convincente nelle ritmiche (anche veloci): il suono resta distinto e netto, le note acute e quelle gravi restano perfettamente bilanciate come se ci fosse la combinazione di un compressore e un gate che tengono i livelli costanti ed eliminano i rumori di fondo.
Il bilanciamento tra alti e bassi è morbido ed equilibrato, permettendo di usare il fuzz con diverse colorità dal boost a differenti nuance di dirt. L’output è molto sensibile e, chiudendo il volume, si aprono piacevoli sfumature di crack e ronzii che abbelliscono il suono della chitarra.
Io lo utilizzo per impreziosire il suono della chitarra blues, ma credo che sia un ottimo alleato sia per la musica pop sia per l'indie.
Nota: il fuzz funziona con massa positiva.