di redazione [user #116] - pubblicato il 22 aprile 2020 ore 11:00
Fender e Jim Root re-impastano la Jazzmaster per sfornare una macchina da metal estremo, con dotazione moderna e look senza tempo.
Dopo essere approdato nel mondo Telecaster e aver sperimentato le prime escursioni verso lo shape Jazzmaster, Jim Root riceve la quarta signature marchiata Fender. La V4 sfornata per il 2020 riconferma la preferenza del chitarrista degli Slipknot per le curve offset, aggiornando la ricetta con nuovi pickup signature e un manico ridisegnato da zero.
Ancora una volta, la Jazzmaster si conferma essere un vero camaleonte a sei corde.
Nata alla fine degli anni ’50 con i chitarristi jazz in mente, come il nome stesso suggerisce, si è presto affermata in ben altri lidi. È divenuta in pochi anni uno dei simboli del surf rock, sdoganandosi poi verso il rock alternative di fine secolo per trovare posto tra le mani di migliaia di indie rocker all’alba del nuovo millennio.
Da qualche tempo, i fan hanno potuto ammirarla anche su uno dei palchi più inaspettati: quello degli Slipknot.
Debitamente rimescolata nella dotazione tecnica e nel look, la Jazzmaster è la chitarra scelta da Jim Root per le sue escursioni heavy dal gain più selvaggio. Per renderlo possibile, le linee classiche della solid body asimmetrica di Leo Fender hanno ricevuto un profondo restyling.
Il body della rinnovata Jazzmaster Jim Root signature è in mogano per un sound maggiormente focalizzato sulle frequenze medie e sfoggia un tacco smussato per offrire un accesso facilitato ai tasti più alti.
Completamente rivisto è lo stesso manico, più sottile rispetto ai precedenti modelli dedicati a Jim e con un raggio più piatto, che misura ora 12 pollici attraverso 22 tasti jumbo. Tradizionale è il legno del manico, per il quale è stato scelto il classico acero, mentre un più ricercato ebano prende posto sulla tastiera. Lungo il bordo, una sfilata di dot luminlay garantiscono piena visibilità anche in assenza di luce ambientale.
I contenuti decisamente moderni su sposano però con un’estetica deliziosamente retrò, con blocchi segnatasti e binding tutto intorno, complemento ideale della finitura bianca che avvolge la cassa.
Particolare attenzione è dovuta all’hardware, che deve essere in grado di affrontare i detuning più estremi e il playing più aggressivo senza perdere un colpo durante i live, garantendo al contempo note dall’attacco deciso e dalla presenza sonora consistente. A questo scopo è stato scelto un ponte in stile hardtail abbinato a un set di meccaniche bloccanti, tutto in finitura nera.
L’elettronica non è da meno in quanto a personalizzazioni e vede una coppia di humbucker attivi comandati da un solo potenziometro del volume e un selettore a tre posizioni piazzato poco al di sotto del ponte. Niente controllo di tono, per un circuito spartano e rivolto alla performance. I pickup sono due EMG Demons, modelli signature di Jim Root.
Sul sito Fender, la Jim Root Jazzmaster V4 può essere vista nel dettaglio a questo link.