di redazione [user #116] - pubblicato il 25 agosto 2020 ore 07:30
Un misto tra fuzz, octaver e ring modulator genera un rombo esplosivo capace di rendere onore al nome che lo Zvex Octane porta.
“Octane” come “ottano”, l’indice della resistenza alla detonazione attribuito ai carburanti. Ma anche per un’assonanza con “octave”, come l’ottava frizzante e penetrante che è in grado di generare in un distortissimo mix lo-fi da leccarsi i baffi. Zvex è famoso per i suoi fuzz sopra le righe e l’Octane tiene alta la bandiera di casa con una saturazione rombante, grossa, compressa. In una parola, devastante.
“Una tonnellata di gain fuzzoso combinato con un’ottava superiore, timbriche da ring-modulator con un controllo per il mid-scoop lo fanno suonare come una corsa Nascar”. Così Zvex descrive il suo Octane, che abbiamo testato sul campo per voi.
La scatoletta orizzontale è di piccole dimensioni, adatta a trovare posto in qualsiasi pedaliera standard. Come da tradizione Zvex è dipinta a mano, così da rendere unico ogni esemplare.
Sul pannello frontale, tre manopole gestiscono il livello del segnale in ingresso, quello in uscita e la brillantezza dei toni.
Il distorsore è di quelli che vanno dritti al punto, senza girare troppo intorno alla propria natura di circuito estremo, cattivo, improntato su note schiacciate e ingombranti capaci di fare la felicità degli appassionati di shoegaze quanto dei chitarristi dall’animo vintage.
L’Octane si comporta come un octa-fuzz quando ci si muove sui registri più acuti, ma piomba in un terremoto di basse frequenze ingolfate e graffianti quando ci si muove nei range gravi. Il suo carattere è forte, ma rispettoso della chitarra che gli si dà in pasto e della dinamica impartita dal musicista.
Può non essere per tutti i gusti e di sicuro non è per tutte le tasche, ma il fuzz Zvex si riserva senza dubbio un posticino nel cuore degli amanti del “rombo di tuono”.