Lauro Luppi scrive "C’era una volta il West.
Breve e doverosa premessa. Da più parti mi è stata richiesta questa recensione/studio sapendo quanto io ami queste dieci canzoni, soprattutto in seguito alla recensione di Born To Run, disco che, notoriamente, ho sempre reputato solamente di una sfumatura inferiore a Darkness On The Edge Of Town.
Chi ha incorniciato quel mio scritto nel proprio ufficio o nel proprio studio (siete troppo buoni ragazzi…) ha riferito di averlo fatto perché leggendolo, vi ha riscontrato la voglia ed il bisogno quasi fisico di esternare emozioni e sentimenti: una apertura della propria sfera interiore non solo in prospettiva delle riconosciute capacità autoterapeutiche ma come vera e propria condivisione. Anche questa è stata scritta prima su normalissimi fogli bianchi, poi trascritta su file; sappiate però che io non ho fatto altro che trasferire su carta gli effetti che questo disco ha avuto ed ha sul sottoscritto: il lavoro più importante lo ha fatto lui. ABBIATE BEN CHIARO quindi che ciò che vi accingete a leggere non rappresenta solamente una analisi lucida ed oggettiva di un disco e dei suoi contenuti ma un atto d’amore dovuto a chi ha dato vita ad una opera d’arte che negli anni ha incarnato più di qualsiasi altra la funzione salvatrice del Rock’n’Roll e del suo autore sopra tutti. E se qualcuno ha intenzione di aggiungere qualcosa, legga, rifletta, si iscriva, scriva o taccia per sempre." Continua...
Lauro Luppi scrive "C’era una volta il West.
Breve e doverosa premessa. Da più parti mi è stata richiesta questa recensione/studio sapendo quanto io ami queste dieci canzoni, soprattutto in seguito alla recensione di Born To Run, disco che, notoriamente, ho sempre reputato solamente di una sfumatura inferiore a Darkness On The Edge Of Town.
Chi ha incorniciato quel mio scritto nel proprio ufficio o nel proprio studio (siete troppo buoni ragazzi…) ha riferito di averlo fatto perché leggendolo, vi ha riscontrato la voglia ed il bisogno quasi fisico di esternare emozioni e sentimenti: una apertura della propria sfera interiore non solo in prospettiva delle riconosciute capacità autoterapeutiche ma come vera e propria condivisione. Anche questa è stata scritta prima su normalissimi fogli bianchi, poi trascritta su file; sappiate però che io non ho fatto altro che trasferire su carta gli effetti che questo disco ha avuto ed ha sul sottoscritto: il lavoro più importante lo ha fatto lui. ABBIATE BEN CHIARO quindi che ciò che vi accingete a leggere non rappresenta solamente una analisi lucida ed oggettiva di un disco e dei suoi contenuti ma un atto d’amore dovuto a chi ha dato vita ad una opera d’arte che negli anni ha incarnato più di qualsiasi altra la funzione salvatrice del Rock’n’Roll e del suo autore sopra tutti. E se qualcuno ha intenzione di aggiungere qualcosa, legga, rifletta, si iscriva, scriva o taccia per sempre."&via=Accordo.it" target="_blank">
Lauro Luppi scrive "Si dice che Born To Run di Bruce Springsteen abbia salvato il rock'n'roll da sé stesso e che abbia costretto la poesia di Dylan a tornare a raccontare la città e chi la vive, arricchendola con i fiati del Soul e la voglia di fuga e ribellione dei giovani; si dice che abbia ripulito le vene del rock dalla droga riempiendole di romanticismo, lacrime e poesia; si dice che abbia preso il “Wall of sound” di Phil Spector e lo abbia plasmato e costretto ad accompagnare le sue storie di immigrati, di portoricani, di mafiosi, di uomini falliti con tanta voglia di una vita migliore, tanti sogni e speranze ma pochi mezzi e capacità di realizzarle; si dice che Bruce Springsteen abbia scritto Born To Run, diventata un inno per due generazioni..." Continua...
Lauro Luppi scrive "Si dice che Born To Run di Bruce Springsteen abbia salvato il rock'n'roll da sé stesso e che abbia costretto la poesia di Dylan a tornare a raccontare la città e chi la vive, arricchendola con i fiati del Soul e la voglia di fuga e ribellione dei giovani; si dice che abbia ripulito le vene del rock dalla droga riempiendole di romanticismo, lacrime e poesia; si dice che abbia preso il “Wall of sound” di Phil Spector e lo abbia plasmato e costretto ad accompagnare le sue storie di immigrati, di portoricani, di mafiosi, di uomini falliti con tanta voglia di una vita migliore, tanti sogni e speranze ma pochi mezzi e capacità di realizzarle; si dice che Bruce Springsteen abbia scritto Born To Run, diventata un inno per due generazioni..."&via=Accordo.it" target="_blank">
Roberto Morarelli scrive "BRUCE SPRINGSTEEN: BORN IN THE USA
Uscito nel 1984 dopo il grande successo del doppio album "The River"
questo album rappresenta la consacrazione a livello mondiale del
"BOSS", un successo clamoroso che poi sarà bissato in maniera epocale
dal multiplatino "live 1975-1985". L'uscita del triplo live ha segnato
purtroppo anche la fine della "E-Street Band" che accompagnerà un'ultima
volta Springsteen per il tour di "Tunnel of Love" prima della rinascita
con l'ultimo meraviglioso album "The Rising". Continua...
Roberto Morarelli scrive "BRUCE SPRINGSTEEN: BORN IN THE USA
Uscito nel 1984 dopo il grande successo del doppio album "The River"
questo album rappresenta la consacrazione a livello mondiale del
"BOSS", un successo clamoroso che poi sarà bissato in maniera epocale
dal multiplatino "live 1975-1985". L'uscita del triplo live ha segnato
purtroppo anche la fine della "E-Street Band" che accompagnerà un'ultima
volta Springsteen per il tour di "Tunnel of Love" prima della rinascita
con l'ultimo meraviglioso album "The Rising".&via=Accordo.it" target="_blank">
The Rising, Sony 2002
Giudizio: Capolavoro
"Bruce Springsteen is the last of the great rock & roll true believers
and with work of remarkable consistency, range and power,
he demands the same seriousness of attention that rock's older
masters require." -- Paul Evans Continua...