Uno dei delay più originali nel repertorio Eventide torna in un formato stompbox con potenza, flessibilità e tutte le opzioni necessarie a creare sonorità inedite, dai ritardi ai riverberi fino alle modulazioni estreme.
Nato col sistema SP2016 Effects Processor nel 1981, l’algoritmo alla base dell’UltraTap si è evoluto fino a trovare la sua forma più elaborata nel celebre H9 e nella .
, il concetto si materializza adesso in un pedale dedicato che promette di racchiudere tutta la flessibilità del classico effetto Eventide, capace di disegnare delay dalla forte suddivisione ritmica, ben diverso dal concetto di echo ambientale a cui i chitarristi più legati alla tradizione sono abituati.
L’approccio sonoro alla base dell’UltraTap Pedal ruota intorno al concetto di “tap”, una gestione accurata sulle code generate dal delay che dà modo all’utente di lavorare attivamente sul distanziamento tra le ribattute, il loro carattere e andamento. Ciò consente di dar vita a intricati incastri e dà la possibilità di creare modulazioni profonde o riverberi che seguono la stessa filosofia, con un fascino smaccatamente sintetico, tra glitch e andamenti innaturali nell’envelope quanto nel timbro.
Il pedale è programmabile in ogni suo aspetto e offre la possibilità di salvare i propri suoni in cinque preset da memorizzare all’interno della macchina e modificare da PC con l’apposito software.
L’interfaccia dell’UltraTap si basa su due file di manopole, ognuna con un duplice ruolo.
Taps richiama fino a 64 tap per costruire giochi ritmici con ripetizioni complesse, dove le note ribattute finiscono per diventare riverberi e modulazioni quando si esagera con la quantità delle stesse. La funzione alternativa della manopola è Slurm, che lavora sui tap impostati fondendoli per generare code più morbide e colorate, tipiche delle modulazioni.
Length gestisce il tempo dei ritardi, mentre Predelay lavora sul ritardo nei riverberi.
Feedback amplia le potenzialità espressive dell’effetto con forme d’onda e lavorando sull’envelope.
Chop, insieme a Spd/Rise/rel, lavora direttamente sulla forma d’onda decisa dal potenziometro Feedback.
Spread regola la distanza tra i tap, per decidere se le ribattute sono regolari ed equidistanti o se devono addossarsi l’una all’altra e in che modo.
Taper lavora sulla rampa di volume a inizio e fine di ogni tap, per ripetizioni nette e incisive o smussate e dall’impronta swell.
Out Lvl controlla il volume prodotto dal delay.
Mix dosa il segnale effettato in relazione a quello diretto in ingresso.
Tone gestisce la brillantezza generale del suono.
Con il footswitch sulla destra, il musicista imposta il tempo del delay e i relativi tap, mentre il pulsante sinistro aziona il circuito. Il pedale può lavorare con bypass basato su relè, con buffer, in modalità DSP+FX o Kill Dry, lasciando passare in uscita solo il segnale generato dall’effetto.
Sebbene sia presente un solo ingresso, un interruttore alla base del jack rende possibile la conversione da mono a stereo, per accettare comuni cavi per chitarra o spinotti TRS per strumenti stereofonici.
Pensato per chitarra, l’effetto Eventide si ripromette ideale anche per altre fonti sonore grazie al selettore per adattare il gain interno a segnali di chitarra o di linea.
La presenza di due uscite permette di sfruttare catene ed effetti stereo, mentre la presa per un pedale d’espressione dà all’utente il controllo estemporaneo di parametri a scelta.
In ultimo, la porta USB consente gli aggiornamenti software e permette alla macchina di interfacciarsi con sistemi MIDI.
Sul sito Eventide, l’UltraTap Pedal è raccontato nel dettaglio , con scheda tecnica, foto e numerosi esempi suonati.
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