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La fenomenale chitarra a cinque corde di Jacob Collier
La fenomenale chitarra a cinque corde di Jacob Collier
di [user #17844] - pubblicato il

Cantante, polistrumentista, genio dell’armonia con una curiosità innata per i suoni originali: l’approccio alla chitarra di Jacob Collier è uno stimolo per la creatività e la ricerca di chiunque.
Quando si parla di chitarre a cinque corde, il primo riferimento che viene in mente è senza dubbio Keith Richards. Il riffmaker dei Rolling Stones non è l’unico ad aver ridotto l’estensione dello strumento per trarne sonorità nuove, ma è senza dubbio l’esempio più celebre. Nel suo caso il risultato è un sound granitico che, nell’abbandonare il Mi basso, guadagna compattezza e incisività. Anche tra le mani di Jacob Collier è possibile adocchiare chitarre a cinque corde, ma la sua visione è decisamente diversa da quella di Keef.

Noto per la sua impronta eclettica, la conoscenza profonda della teoria musicale con un approccio quasi istintivo e del tutto rivolto al mondo dei suoni e delle sensazioni più che alle note sul pentagramma, Jacob Collier nasce contrabbassista, trova nel pianoforte la sua estensione più naturale ed è nel canto che si esprime al suo massimo. Anche la chitarra è nel suo arsenale, ma non è affatto un chitarrista nel senso convenzionale del termine.
Collier è stato ospite del chitarrista e youtuber Paul Davids per una lunga intervista a riguardo. Tra le sue braccia due chitarre in particolare, entrambe produzioni custom con una configurazione originale di corde e accordatura: una Taylor acustica e una Strandberg elettrica entrambe a cinque corde.

Ascoltare e vedere all’opera Jacob è illuminante. La tecnica è del tutto personale, così come l’accordatura e le sonorità che ne derivano, tanto che della chitarra resta solo la struttura.



Entrambe le chitarre adottano la stessa accordatura. Partendo dalla più grossa, le cinque corde vibrano in D, A, E, A, D.
Da un’accordatura per quinte, si procede quindi con un’impostazione speculare che permette di eseguire melodie raddoppiate all’ottava premendo gli stessi tasti sulla prima e sulla quinta corda, o sulla seconda e sulla quarta. Allo stesso tempo, la configurazione permette di creare melodie e movimento sulle corde centrali mentre quelle più basse o i cantini vibrano a creare un tappeto sonoro che ricorda un drone.

La chitarra a cinque corde di Jacob Collier è, per certi versi, il punto d’arrivo più naturale per il suo percorso musicale. Partito dal basso, il suo primo contatto con una chitarra è stato con un modello tenore a quattro corde accordato per quinte, al quale usava abbassare la prima corda per avere una quarta e così ricreare alcune geometrie trovate sul basso.
Sul lato tecnico, Jacob miscela l’approccio del contrabbasso a quello del pianoforte insieme con elementi più istintivi come la deduzione naturale di voler suonare cinque corde con le cinque dita della mano.

La fenomenale chitarra a cinque corde di Jacob Collier

Entrambe le chitarre sono modelli unici, non presenti in commercio e realizzati in collaborazione con due marchi di riferimento. L’acustica è una Taylor costruita da Andy Powers, sfruttando un manico convenzionale da sei corde per avere maggiore spazio nelle cinque corde a disposizione. Lo shape si basa sulle Grand Concert della serie American Dream con cassa in koa hawaiano ed è possibile ascoltarla in diverse occasioni, come nei brani “The Sun Is In Your Eyes”, “Witness Me” e “Little Blue”.



La solid body è invece una Strandberg di derivazione Boden, con ponte a sellette singole a intonazione compensata e due pickup inclinati Lace Alumitone, modelli unici nel loro genere per l’assenza di una bobina tradizionale sotto la scocca in metallo in favore di un’unica piastra curva e una struttura leggerissima.

La fenomenale chitarra a cinque corde di Jacob Collier

Modello decisamente poco tradizionale e in linea con la personalità musicale del suo proprietario, è la chitarra usata su “WELLLL”.



È un momento particolarmente felice per Jacob Collier. Fresco della pubblicazione del suo quarto album, dal titolo Djesse Vol. 4, continua a collezionare premi e collaborazioni di altissimo livello come quelle con Steve Vai, John Legend e Shawn Mendes. Recente è la presentazione di un suo plugin gratuito con Native Instruments, ha firmato una serie di scarpe Crocs ed è persino protagonista di uno spot britannico per la Fiat 500 elettrica. E, diciamocelo, si merita tutto.
chitarre acustiche chitarre elettriche jacob collier strandberg taylor
Link utili
Il plugin gratuito di Jacob Collier
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di Ernestor [user #46937]
commento del 18/03/2024 ore 07:02:01
Genio musicale, talento naturale, Jacob è uno che è tutt’uno con la musica. Veramente di un altro pianeta.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/03/2024 ore 10:16:07
Senza ombra di dubbio.
Rispondi
di spillo91 [user #17528]
commento del 18/03/2024 ore 12:08:13
Grande conoscitore e divulgatore musicale, ma, se parliamo della sua musica, sembra incredibile che un tipo così erudito riesca a scrivere pezzi così piatti e retorici.
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 18/03/2024 ore 13:26:53
Infatti non è Taylor Swift come notorietà e neanche Nick Cave o Bob Dylan come discesa agli inferi e profondità. Avere un'intelligenza musicale fuori dal comune non vuol dire essere degli umanisti o degli artisti con visioni trascendenti della realtà. Ma gli diamo credito perché già solo l'esperimento coi cori lo mette in una luce particolare di sperimentatore musicale che indica quella strada di communio cosmica propria dell'artista. Jacob è ancora relativamente giovane e si esprime attraverso un linguaggio squisitamente sonoro, se poi quello che ha da dire è piatto e retorico forse è anche una conseguenza che per sviluppare l'elemento umano nel proprio immaginario, spesso bisogna avere molta sofferenza o molta vita alle spalle. Diamogli del tempo per maturare questo aspetto. Se rimarrà un fenomeno musicale senza esserlo dal punto di vista umano lo scopriremo solo vivendo. A oggi non posso che riscontrare un grande talento musicale, e di questo parlavamo.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 18/03/2024 ore 17:57:27
A mio avviso Collier "vive nel mondo dei suoni", si esprime con l'armonia come un cantautore lo fa con le parole. In quest'ottica non c'è da stupirsi se ci mette sopra dei testi non eccelsi, così come un cantautore - al contrario - scrive vere poesie su quattro accordi in croce.
Fermo restando che, a me, questo stralcio di "Little Blue" fa venire i brividi (sarò particolarmente emotivo, non so 😂 ) :

Don't be afraid of the dark
In your heart
You're gonna find a way
To carry the weight of the world
On your shoulders
You're gonna find a way
Don't be afraid of the light
It's alright
You're gonna find your way
To carry the weight of the world
On your shoulders
You're gonna find your way home
Rispondi
di Ernestor [user #46937]
commento del 18/03/2024 ore 18:00:29
Assolutamente d’accordo! 🤝🎶❤️
Rispondi
di spillo91 [user #17528]
commento del 18/03/2024 ore 20:50:02
In realtà non mi riferivo ai testi, ma alla musica. Però, leggendo questo, confermo quanto ho scritto sopra.
Rispondi
di Simo6891 [user #61984]
commento del 18/03/2024 ore 13:24:
Ognuno ha i suoi gusti per carità... ma davvero vi piace sta roba? Roba da boy band anni 90 con qualche fronzolo in più
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/03/2024 ore 13:59:27
Sul fatto che ognuno ha i suoi gusti, non c'è il minimo dubbio.
Io, su quello che fa questo ragazzo, vedo tutt'altro che "roba da boy band".
Rispondi
di Mariano C [user #45976]
commento del 19/03/2024 ore 06:31:21
Una delle più profonde menti musicali dei nostri anni. La maggior parte delle volte che sento le prime 2 note di un brano, inizio a volare in un altra dimensione. Una fonte di ispirazione inesauribile
Rispondi
di francescoRELIVE [user #13581]
commento del 20/03/2024 ore 09:35:50
Per queste chitarre il mercato e la loro rivendibilità sono pari a zero.
Tuttavia fanno quello per il quale sono state progettate: venire incontro alle esigenze del musicista.
E' bello vedere che lo strumento "chitarra" sta assumendo nuove sfumature, sia di approccio (vedi mancuso) che di utilizzo (vedi Collier)
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 21/03/2024 ore 10:06:32
ho letto l'articolo e mi aspettavo chissacosa, sento un pezzo e sembra una canzone dei Coldplay ma meno orecchiabile. Ok.
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 21/03/2024 ore 14:34:19
Lui di musica ne sa, si sente dall'ascolto dei brani, tuttavia paga i limiti di tutti questi progetti personali non supportati da un entourage all' altezza. Di grande pop da singolo artista ne è uscito tanto (sopra tutti Micheal Jackson, ma anche altri), ma avvalendosi di una schiera di collaboratori fenomenali: qui c'è solamente il gusto musicale di un artista valido a cui manca l'apporto di altri per fare grandi cose.
Rispondi
di thebols [user #63800]
commento del 21/03/2024 ore 15:54:04
mah....rimango spesso allibito a leggere certi commenti che arrivano sempre puntuali tutte le volte che un articolo parla di qualche musicista. Certamente ognuno è libero di apprezzare un genere od un altro, un musicista od un altro, ma trovo irrispettoso salire in cattedra e sentenziare....del tipo "scrivere pezzi così piatti e retorici", "Roba da boy band anni 90 con qualche fronzolo in più"....basterebbe un "non piace perchè...." con un minimo di spiegazione che abbia senso.
A me personalmente non piace il suo genere musicale, però apprezzo il suo approccio alla musica, la sperimentazione e il suo approccio ai vari strumenti. Non per niente è prodotto da Quincy Jones, che non mi sembra sia proprio uno scarso...
Rispondi
di Mariano C [user #45976]
commento del 22/03/2024 ore 16:59:12
tra l'altro ha vinto 4 grammy coi suoi primi 4 dischi, mai successo neanche ai Beatles. A certa gente farebbe bene un pò di umiltà quando parla di personaggi simili
Rispondi
di paolo.cesario@siconsulting.biz [user #60030]
commento del 22/03/2024 ore 16:46:11
JC è tante cose diverse:
è un innamorato dell'armonia che, al di là degli studi, possiede intimamente e compone arrangiamenti di conseguenza;
è un arrangiatore, ed essendo innamorato dell'armonia, arrangia cercando la complessità. Non gli interessa l'immediatezza, "andare incontro, facilitare" diceva Vecchioni, cerca l'esagerazione, fine a se stessa, ma in realtà per lui fonte di emozione; basta guardarlo in faccia, vedere come ride quando sente la nota giusta, per capire che le sue emozioni sono evidentemente "intellettuali" non passionali; ciò emerge dall'uso "contro natura" che fa delle "svise" tipicamente soul che fa e fa fare ai suoi vocalist, che vengono estremizzate ad esercizio di stile perdendo quella ricerca di anima che non gli interessa, lui cerca qualcosa di cerebrale.
è un polistrumentista spettacolare, suona tutti gli strumenti (basso, piano percussioni) ad un livello superiore alla media, la chitarra sinceramente non mi piace come la suona, ma comunque meglio di me.
è un cantante con una vocalità particolare, ha un'estensione da paura e un intonazione perfetta.
sente il pitch alla perfezione ed è in grado di cantare la differenza fra un do diesis e un re bemolle (se non suona con strumenti temperati)
è un autore, ma non eccelso perché non gli interessa essere ricordato e stimato per le canzoni: la sua creazione è la piattaforma di base su cui appoggiare quello che ama di più, l'arrangiamento. giudicarlo dalle sue canzoni è pesantemente riduttivo; ascoltare la canzone del video e giudicala come tale e non per l'arrangiamento vocale, per l'atmosfera che ha saputo creare con un coro fatto dei suoi fans è come giudicare un quadro dalla cornice.
Se ascolto la sua Bridge over troubled water, non lo faccio per sentire brivido soul, per sentire ritmo, e neanche per ascoltare le parole del testo che rimangono una scusa per usare la voce non a bocca chiusa, lo faccio per farmi trasportare dalla polifonia estrema, per ascoltare il gusto del gorgheggio fine a se stesso, insomma con l'idea di ascoltare una ricerca formale estrema, con lo stesso spirito con cui andrei a vedere una mostra sul manierismo e sul barocco, certo non lo spirito e l'emozione primordiale che mi aspetto da un mostra sull'espressionismo.
Rispondi
di andreajem [user #1911]
commento del 26/08/2024 ore 17:16:14
Questa è una recensione/presentazione dell'artista in questione molto esaustiva. Così completa che mi ha fatto venir voglia di ascoltare Collier approfondendo la sua produzione! Finora lo conoscevo solo davvero superficialmente e solamente per la collaborazione con Steve Vai. Peraltro applicherei finalmente il concetto dell'esagerazione come fonte di emozione, descritto molto bene qui, a tanti altri chitarristi virtuosisti che sono sempre criticati per la freddezza e per la loro incapacità di comunicare.
Grazie!
Rispondi
di andreajem [user #1911]
commento del 26/08/2024 ore 17:20:04
E non è da dimenticare la sua recente riscoperta dell'armonia negativa. Un altro argomento a dir poco cervellotivo ma che di certo è fonte di curiosità.
Ecco l'altro motivo per cui lo conoscevo
Rispondi
di paolo.cesario@siconsulting.biz [user #60030]
commento del 26/08/2024 ore 17:44:17
Grazie Andrea, mi fa piacere di averti incuriosito: a volte mi scappano dei pipponi che solo a rileggerli mi annoio da solo ... bell'argomento l'armonia negativa. ci sono diversi video su YT che la fanno sembrare semplice. poi provi a farla tu e ti accorgi che non è proprio così. Soprattutto, una cosa è la teoria e una cosa è farne venire fuori qualcosa di bello. sarebbe da studiare.
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 24/03/2024 ore 08:50:29
pietro, lungi da me smorzare l'entusiasmo...forse sono gli anni che iniziano ad essere tanti ma per me questo collier è uno che ha scoperto un po' l'acqua calda...cioè le accordature aperte. resto dell'idea che se si voglia ascoltare qualche lavoro "serio" e sperimentale per davvero sul tema delle accordature alternative della chitarra, è necessario studiarsi john fahey.
Rispondi
di JoeManganese [user #43736]
commento del 24/03/2024 ore 12:52:19
Little blu qui linkato è un gran bel pezzo, con una bellissima chitarra semplice ma raffinata negli arpeggi , e lui ha una voce particolare e profonda. Non è banale e mi piace . Non è Paul Simon che era sempre alla ricerca del passaggio armonico che gli permettesse di usare tutte le note in scala a qualsiasi costo, ma la semplicità paga.
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