Mannaggia a voi! Io sono un pianista. La chitarra la suonavo a vent'anni. Ora ne ho più del doppio e per colpa vostra è scattato il tipico ritorno di fiamma (e dire che su “Accordo” ci sono capitato per caso!). Come è potuto accadere?
In breve: mia figlia si appassiona alla chitarra, doveroso incoraggiarla. Le cedo la mia vecchia Yamaha (modello classico G-100A, violentata in gioventù con corde di metallo fino a ridurre il manico a una banana, poi recuperata a una serena vecchiaia). La ragazza progredisce e va premiata. Urge una chitarra nuova. Chiedo ai chitarristi che conosco, mi butto su internet (e lì spuntate voi), mi infilo in un paio di negozi, provo timidamente qualche modello abbastanza economico ed ecco che in casa nostra entra una fiammante Cort SFX 5, nera, amplificata Fishman. Niente di eclatante, ma un ottimo rapporto qualità prezzo. Mia figlia è felice, io pure. Poi, non so come e quando, arriva il giorno. La ragazza mi guarda e dice: papà, potrei riavere la mia chitarra ogni tanto?
Mi riprendo come da un sogno e inquadro la situazione: da sei mesi ho ripreso a suonare la chitarra con grande soddisfazione. Vecchi pezzi west coast, il concerto unplugged di Clapton, un video strepitoso di Tommy Emmanuel occupano ormai regolarmente il mio tempo libero, assieme a visite sempre più frequenti su Accordo.it. Capito?
Ora, voi dovete essere pazzi: articoli appassionati su suoni, legni, forme, colori, odori!!! E noi pianisti praticanti costretti a suonare sulla plastica di una tastiera pesata per tener testa ai suoni della band e ai palchi minuscoli dei locali.
Ma vi rendete conto che il massimo delle nostre discussioni verte sul tipo di campionamento che più si avvicina al suono di un pianoforte vero? Con 2000 euro voi vi comprate la chitarra dei vostri sogni, mentre noi ci portiamo a casa l’ultimo grido tecnologico: una scatola di plastica con quattro schede stampate e 88 tasti finti (già, perché per un “qualsiasi” Steinway a coda la cifra va moltiplicata almeno per dieci... sempre che poi sappiate dove mettere la bestia).
Va beh, non è tutta colpa vostra. La mia storia non è proprio lineare. Quattro anni di pianoforte al conservatorio prima di fuggire, come tanti. Poi CSN&Y, James Taylor, Joni Mitchell e compagnia bella mi buttano in mano la mia prima chitarra (la Yamaha di cui sopra, che ancora mi guarda in cagnesco). Non so per quanti anni ho sognato che Babbo Natale si dimenticasse una Martin sotto il mio albero. Poi altri ascolti, nuove scoperte, il jazz e lui: il Fender Rhodes (Iddio lo benedica!): un quintale di legno, ferro cromato e alluminio con una tastiera da rompersi le dita, ma un suono unico! Aveva anche un odore tutto suo... L’unico sport che ho fatto in gioventù è stato trasportarlo. Da lì in poi trent’anni di pianoforte. E adesso, complice mia figlia, voi mi ributtate in mano una chitarra! Sia chiaro: nessuna intenzione di mollare il pianoforte (come potrei?), fatto sta che ora sento il preciso bisogno di tenere in braccio una bella chitarra acustica tutta per me. E per colpa vostra so anche quale!
Dunque rimboccatevi le maniche e risolvete il seguente quesito: come trovare una buona triplo zero senza accendere un mutuo? Il sogno è una Martin 000 28EC, ma il costo è proibitivo e soprattutto insensato per quello che so fare. Mi prefiggo un budget attorno ai 700 euro. L’unica che si avvicina a quel tipo di modello a un prezzo umano pare la Yamaha LS16 di cui si dice un gran bene, ma difficile da trovare (voglio provarla). Poi ha un diapason standard, mentre le 000 hanno un diapason più corto e corde leggermente distanziate, quindi più morbide. Tutte queste cose le so per colpa vostra. Quindi adesso, accordiani, mi dovete aiutare. Eh si!