Confesso di essermi trovato tra il confuso e il divertito mentre mi accingevo, scalpello di qua e raspa di là, ad elaborare una teoria costruttiva plausibile, sebbene empirica ed intuitiva (per non dire improvvisata), dell’ormai leggendario “tenone” di ispirazione e di foggia Les Paul.
Confuso perché l’approccio alla materia, o meglio, l’accrocchio che si deve realizzare sul tacco del manico per fare quadrare il tutto, non mi pareva di semplice esecuzione (non si dimentichi che sono un umile bricolagista…), divertito perché, mentre elucubravo, mi sovvenivano i dibattiti e le accese discussioni che hanno spesso animato queste pagine.
Mi pareva curioso infatti che mi trovassi li, in quel momento, spinto dalla necessità di doverne in qualche modo realizzare uno che gli somigliasse per non vanificare il progetto di costruzione di una seconda chitarra.
Per un attimo mi ero riproposto di andare a scartabellare su Accordo per trovare quelle foto di tutto il campionario di tenoni per farne uno uguale.
Poi, però, ho abbandonato il proposito e mi sono lasciato persuadere dalla più fallocratica delle concezioni possibili riguardo la leggendaria prominenza che consente il perfetto coito tra il tacco del manico ed il corpo nelle Les Paul.
Tenone corto, lungo, largo…..ma va là, mi sono detto…più lungo è, meglio è.
E così ho fatto questo.
Cosa ne dicono gli esperti di viscere Lespaulliane?