di redazione [user #116] - pubblicato il 28 novembre 2006 ore 23:20
daniele scrive: La mia storia con la stratocaster è iniziata in un pomeriggio all’inizio dell’estate del 1990. Avrei di lì a poco compiuto quattordici anni, era ormai un anno che mi ero iscritto a scuola di chitarra ed il mio strumento era una classica Eko comprata per 150 mila lire in tenera età.
Era un pomeriggio particolare: sarei andato a vedere i quadri della mia licenza media e subito dopo, se l’esito fosse stato positivo (come era ovvio), sarei andato con mia madre a comprare la mia prima chitarra elettrica. I quadri andarono bene e così dritti verso il negozio di strumenti a Prati.
Già sapevo cosa comprare, su suggerimento del mio maestro di chitarra: una Fender Stratocaster giapponese, a sua detta “costano poco e vanno bene”.
Uscì dal negozio con una strato color crema con la tastiera in palissandro e un amplificatore a transistor. Fu la mia chitarra per un sacco di tempo, mi piaceva, e d’altronde non è che avessi così tanti termini di paragone, sapevo solo che la mia era una versione economica di un’irraggiungibile chimera chiamata “stratocaster americana”.
Ma il problema era che le mie orecchie erano foderate di heavy metal, e la mia strato gialla proprio non ne voleva sapere di distorsioni pesanti e legati iperbolici, e così la misi da parte e un paio d’anni dopo comprai una Charvel IV, chitarra da metallari con una tastiera velocissima e pickups attivi (orribili!!) e ultra distorti. Con la Charvel suonai per un bel po’ di tempo, ma i miei occhi erano tutti per quelle Ibanez con il Floyd Rose e le spalle appuntite e le tastiere a 24 tasti e mamma mia come sono funambolo con questa chitarra!.