Come sapete, la musica pop mi piace: mi piace suonarla, ascoltarla, capire e gustare gli arrangiamenti.
Tuttavia i testi, a cui fino qualche tempo fa non ho mai dato grossa importanza, seppur molto vicini alla vita normale di una persona, ricadono su realtà sentimentali/vitali conosciute da tutti. Cambiano i modi di esporre certi concetti, la tipologia di parole utilizzate.
Ci stà.
Il popolino -che si lamenta della politica che lui stesso ha votato- è contento, canta a squarciagola e in quei 3 minuti di spazio radiofonico trova la valvola di sfogo dal lavoro, dallo stress, dall'affanno di avere, conquistare e far vedere.
Anche questo ci stà, d'altronde 3 minuti di libertà non si negano a nessuno. Giusto?
E poi c'è il movimento frenetico di artisti semisconosciuti -di nicchia- che si fanno spazio con i loro testi impegnati, farciti con figure carismatiche e, come direbbe un famoso nanetto, tendenzialmente "comunisti".
Spesso tutto questo filone di controtendenza porta a chiedersi da dove arrivano questi qui, su cosa basano la credibilità nella quale danno sfogo alle loro idee.
Se una come Alessandra Amoroso (ne cito una a caso) scrivesse una canzone di un certo peso sociale/politico/intellettuale su di un arrangiamento pop quasi sicuramente salterebbero fuori tante domande...
E di sicuro la coerenza artistica andrebbe a cadere, o per quanto poco si crea confusione.
Quindi il genere musicale è fondamentale per inquadrare un'artista. Artista che ha potere solamente se è completo: che cura in modo intelligente ma non scontato il suo rapportarsi con i media e con i fan. Dall'aspetto estetico che quello relazionale/verbale.
Questo vale un pò per tutti gli artisti, alcuni sono seguiti in ogni cosa, altri (possiamo dire "più grezzi") si arrangiano con le loro capacità e con le loro doti, la gran parte delle volte tramite la cultura e le esperienze personali (artistiche o meno).
Quindi, o uno parte subito con una mentalità abbastanza mirata ad un pubblico ricercato, attento e aperto mentalmente, oppure è pop/commerciale. Mettiamola così.
E' vero anche che ci son stati casi in cui il gruppetto forte che usava parole dure per accusare certe situazioni, si è visto scendere a livelli più comprensibili a favore di un pubblico più vasto, più "mediocre" e meno mirato.
Eccoli lì su Mtv.
Ovvio che uno sceglie quello che gli piace, ma qualche pensiero mi viene dal momento che mi trovo spesso ad ascoltare tanta musica, da una parte o dall'altra.
Il metro di giudizio è sempre quello personale anche se l'influenza data da critici, mass media o anche solo del passaparola per quanto poco ci devia.
C'è anche un'altro discorso che vorrei incapsulare in questa discussione.
Spesso si ama un gruppo o un'artista non tanto per le canzoni che propone, per le idee che recepiamo dai loro lavori, bensì si è portati ad amarlo per il forte valore carismatico che recepiamo.
Mi spiego: un cantante dice "Spariamoci una dose di autoscatti a forma di assegno" (si insomma, na cosa insulsa) e stai sicuro che ci saranno già 10 persone che acclamano questa frase come l'apertura mentale della loro vita.
Si insomma, ci sono sempre gli estremi e non c'è mai chiarezza sul perchè ci piace una realtà musicale, per quanto "alternativa" sia.
E si confonde allora il significato che si possono dare a dei testi o, al contrario, ci si fossilizza troppo sulla "verità" che ci vogliono trasmettere senza lasciar spazio ai nostri di pensieri, idee, valori... un casino insomma.
Ah... sarebbe bello formattare il cervello e iniziare ad usarlo con un minimo di criterio! Anche per quanto riguarda la valutazione musicale.
Ps: se siete entrati a leggere questo post perchè avete visto due politici sperando di lasciare qualche commento pesante sulla politica italiana, mi spiace, non è questo quello che voglio approfondire in questo diario.