Quante volte ho varcato la soglia del negozio di chitarre... Mano sul pomello della porta, questa si apre. Di nuovo, non si apre... Sono gia' dentro e ci sono centinaia di Stratocaster! Ma poi d'un tratto non c'e' ne' nemmeno una... Poi trovo strani ibridi con strani ampli incorporati, chitarre dal collo lunghissimo, altre senza corde...
La notte prima dell'adozione e' trascorsa cosi'; sogni e pensieri che si incontravano all'infinito. Immaginazione a briglie sciolte alla vigilia del tanto atteso momento e la consapevolezza che non era ancora arrivato. Ancora per poco.
Finalmente quella stramaledetta sveglia fa partire il primo "la" della giornata. Sono in piedi in un attimo!
Sbrigo le faccende mattutine come al solito. Sto per uscire ma tendo quasi a rallentare i gesti quotidiani: su la giacca, il portafogli c'e', gli occhiali da sole anche,... le chiavi sempre nascoste -maledetti alieni che me le spostano ogni notte-... Spremo fino all'ultima goccia i momenti che preludono il tragitto casa-negozio.
Vabbe', sono in auto. Autoradio a palla, Clapton mi accompagna ma io canto piu' forte di lui (e gracchio piu' dell'autoradio)... Ogni tanto ci scappa pure una plettrata virtuale sul volante,... arrivato al riff di Leyla live from Madison Square e a momenti esco di strada! Strano che qualche chitarrista dalla mente bacata non si sia ancora inventato il pickguard da montare sul volante, "air bag" permettendo...
Vabbe', tutto o quasi, fila liscio fino al negozio. Ovviamente ho cannato i tempi: 20 minuti di anticipo sull'orario di apertura! Li avete mai trascorsi 20 minuti in auto a pochi metri dall'oggetto tanto agognato con una serranda di mezzo?!? Lasciamo perdere che e' meglio.
In qualche modo sti minuti passano e le mie conoscenze della fisica teorica si radicano in un -abgrund- empirico di portata planetaria riconoscendo finalmente ad Einstein il giusto merito per gli studi sulla relativita'...
Entro nel negozio dopo due minuti calcolati dall'apertura "vestendomi" da possibile acquirente, del genere "Boh, passavo da ste parti e gia' che ci sono do' un'occhiata, sia mai che trovi qualcosina di appetitoso..." Forse lo sguardo spiritato, due borse sotto gli occhi che arrivano al mento, le mani tremanti e tre o quattro tic nervosi, mettono in agitazione il commesso di turno che tradisce un'occhiatina sotto al bancone dove tiene ancorata la mazza da baseball...
Faccio il giretto del negozio sapendo esattamente dove si trovano gli articoli che mi interessano. Finalmente mi fermo di fronte al reparto Fender. Tutte le chitarre sono bloccate dal lucchetto di plastica "antiscassaballe". Il commesso si avvicina e mi chiede se mi serve aiuto...
"Certo che mi serve aiuto, cretino, come faccio a decidere quale Strato comprare se prima non le provo per benino!", ... fortunatamente e' solo quel che penso non quello che dico.
"Si' grazie, ho deciso di prendere una Stratocaster di quelle buone e sto sondando un po' il terreno..." Il commesso coglie l'antifona e dopo aver subliminalmente verificato che: "si', mi rendo conto di quanto costa una Fender USA" e "si', potrei uscire dal negozio con una di quelle esposte", s'impersona novello Ali Baba' e mi apre i lucchetti.
Inizia il corteggiamento. La nera e' molto bella ed elegante ma la rossa mi fa certi occhioni dolci... Quella pallidina sembra molto sofisticata mentre quell'altra nera "tatuata" ha davvero un bel caratterino. Contrariamente a quanto avviene per le donne, tranne qualche sciagurato caso, ho la possibilita' di provarle tutte. Dopo un'oretta buona di stanzino insonorizzato ciucciando energia al valvolare mi rendo conto -seppur dal basso delle mia esperienza- che le mie preferenze estetiche combaciano con la sonorita' di una particolare chitarrina abbronzata. Praticamente ho gia' deciso ma gia' che ci sono mi faccio un giro ancora su qualche altra chitarra.
Dico al commesso che quasi quasi prendo questa qui ma che forse dovrei controllare in "qualche altro" negozio... Abituato al gioco parte l'accompagnamento guidato nel paese delle meraviglie di Alice, vale a dire che comincia a raccontare favole di come loro siano i piu' forniti e di come proprio li' ci siano le chitarre migliori scelte proprio dagli endorsmen della Fender, e bla bla bla.
"Vabbe', faccio, ma uno sconticino ci scappa se mi decido"? Un po' di calcoli insensati, improperi sulla crisi e sulle banche ladre, contrattazioni all'ultimo sangue ed esce la cifra definitiva.
Chiedo allora di provare qualche ampli e se hanno il hot rod deluxe. "Venduto venerdi' scorso!", la risposta lapidaria... Ma porca pu...*&%"## !!! Pero' ne arrivano altri fra due settimane... "Ok, magari ripasso..."
Prendo una muta di corde nuove della Elixir, pago e via... lascio a pochi metri l'oggetto dei desideri adagiato nella sua fighissima valiggetta ficcata in un improbabile imballo di cartone!!!
Che pirla! Butto li' una mezza battuta, raccolgo la chitarra e prendo il largo.
Del tragitto di ritorno a casa dal negozio (ho preso un giorno di ferie) non ricordo quasi niente. Ero imbambolato, stanco, sfinito, contento, ma decisamente dissociato dalla realta'... "Magari sono ancora nel mio letto e quella porca di una sveglia proprio non vuole mettersi a suonare"!
Arrivo a casa, lancio la giacca sull'attaccapanni ma lo manco, chissenefrega! No dai, ho 36 anni, non sono mica un bambino di fronte al giocattolo nuovo! Con un enorme sforzo di volonta' raccolgo la giacca, levo le scarpe che senno' mia moglie s'incazza per le strisce sul parquet e via a denudare la Stratocaster del suo imballo.
Il box e' molto bello, solidissimo. Lo apro come fosse l'arca dell'Alleanza del film di Spielberg e mi godo la visione della splendida chitarra che sorride sorniona appoggiata delicatamente su lenzuola di color dell'ebano.
E' la Fender Stratocaster American Standard in colorazione 3 Tone sunburst e manico in acero MN.
La guardo, la cullo tra le braccia, ne assaporo la consistenza e non smetto di stupirmi di fronte ai piu' piccoli scamopoli della sua bellezza.
Da questo momento ha inizio la nostra storia. E riguarda noi due...