Sarà una mia impressione, ma in giro c’è una inaspettata voglia di parlor. Sono sempre più frequenti i post che dichiarano interesse, se non veri e propri attacchi di gas, per questa affascinante tipologia di chitarre, quando solo un paio di anni fà le onnipresenti dreadnought sembravano monopolizzare i sogni dei chitarristi acustici e si parlava a fatica di OM o triplo zero a 14 tasti.
Anche i produttori mostrano una rinnovata attenzione per questi strumenti che conservano il fascino di un passato epico, segnato dalla mitica “epoca d’oro” degli anni ‘20/’30, in cui si sono gettate le fondamenta per la nascita delle moderne acustiche flat top. Sarà la voglia di vintage, ma agli ultimi appuntamenti delle più importanti fiere espositive, non c’è marchio che non abbia presentato la propria reinterpretazione di queste forme storiche di scuola Martin o Gibson. Così ecco le piccole e sinuose zero a 12 tasti - un tempo considerate chitarre “per signora” - più o meno impreziosite con i classici motivi in herrigbone o abalone, e varie interpretazioni delle bluesbox in stile L-00. Ma la vera novità è che nei cataloghi non mancano versioni appetibili a basso prezzo, di produzione asiatica, introvabili fino a poco tempo fà. Segno evidente che ci si prepara ad incontrare una richiesta crescente e “popolare” di questi strumenti.
Sarà solo una impressione, ma i segni di un rinnovato interesse per queste splendide chitarre ci sono tutti. Basti un piccolo dettaglio. Non so se ci avete fatto caso, ma quest’anno gli organizzatori dell’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana hanno modificato il logo della manifestazione. La sontuosa Martin OM-45 degli anni '30 che da tempo campeggiava al centro dello stemma, ha lasciato il posto a una 000-45 dodici tasti. Altrettanto storica, splendida e sontuosa. Qualcosa vorrà dire.