La soluzione, trovata molto tempo fa, è consistita nell’uso di un adesivo spalmato sull’anima prima dell’adagiamento. Questo ha permesso di eliminare in gran parte il fenomeno dello scivolamento e la conseguente creazione di piccoli spazi tra spira e spira durante l’uso. Questi spazi rendevano il winding non più uniforme e ciò generava oscillazioni anomale, rotture e fastidi al tatto se presenti in zona tastiera.
Un rovescio della medaglia c’è sempre è in questo caso consisteva, a detta di qualcuno, nella sensazione di appiccicosità data dalle corde e dovuta all’emergere di una parte del collante durante lo stadio dell’adagiamento del filo fatto ad alta velocità di rotazione dell’anima. Di questa appiccicosità personalmente non mi sono mai accorto ma che il collante fosse usato questo è incontrovertibile.
I costruttori per eliminare questa presenza erano soliti far fare alle corde un bagno in acido muriatico o acido cromico ma questo lavaggio finale prima dell’imbustamento è stato in seguito considerato pericoloso tanto che negli States è intervenuta l’OSHA (Occupational Safety and Health Administration), l’agenzia federale americana che tutela la sicurezza del lavoro e dell’ambiente, proibendo l’uso degli acidi tossici sopra citati.
Bisognava trovare un’altra soluzione e questa è arrivata con l’idea che un’anima esagonale con i suoi sei punti di ancoraggio (sono circa 40mila in un sol da .022) offriva non solo un miglior grip ma anche altre caratteristiche positive.
Tra queste una migliore flessibilità, una minore massa, un bending facilitato, una migliore capacità vibratoria lungo tutta la lunghezza della corda e quindi miglior sostegno. Tra i contro c’è per esempio il fatto che, a parità di calibro, il diametro dell’avvolgimento è generalmente inferiore in una corda con anima rotonda. Ciò comporta che, utilizzando un winding con il minimo diametro possibile, è possibile ottenere una corda round core con una massa superiore a quella ottenibile con una hex core. Ciò procura dei vantaggi nelle corde per elettrica in quanto la sollecitazione al pickup, data la maggiore massa, sarà superiore.
I denigratori delle corde hex core sostengono inoltre che “l’aria” esistente tra spire e anima regala meno “consistenza” alla vibrazione e che quello spazio viene occupato nel breve tempo da infiltrazioni di grasso, sudore, ecc, con la conseguenza di determinare una non corretta vibrazione.
Andare alla ricerca con il lanternino dei Pro e Contro di entrambe le tipologie è una caccia fruttuosa e si torna sempre indietro con qualcosa. Anche il suono che si ottiene non lo definirei migliore o peggiore. Le corde hex core hanno quel po’ di brillantezza e suonabilità in più che me le fa preferire ma si tratta solo di una preferenza personale dettata dal tipo di utilizzo che se ne fa (strumenti e dispositivi utilizzati, genere musicale, ecc.). Una cosa è da tener presente: se cambiate tipologia sarà probabilmente necessario qualche leggero aggiustamento nel settaggio dello strumento.