di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 02 dicembre 2012 ore 08:00
Concetti d'altri tempi con l'affidabilità della costruzione moderna. La Washburn J600 offre un sound rispettoso della natura acustica dello strumento, con un'estetica curata e un rapporto qualità prezzo sbalordente.
La vista è il primo senso che agisce nella valutazione di uno strumento, ancor prima del suono che esso produrrà. Ma tra la vista e l'ascolto del suono c’è in mezzo il comfort, ovvero come questo strumento si adatta a chi lo suona, al suo corpo e alle sue mani. Il comfort è fondamentale per domare una chitarra che, il cui primo valore sta nel far suonare bene, ancora prima che suonare bene di suo. Ritengo questo fattore un parametro di valutazione importante quanto il suono in fase di scelta. Una manifestazione affollata come SHG, gremita di strumenti e pubblico non è l’ideale per fare una prova come approfondita di uno strumento, ma è comunque l'occasione per raccogliere prime impressioni, da sviluppare a suo tempo con un test più approfondito. Allo stand di Master Music noto subito la J600, bella e dal costo tutto sommato abbordabile (meno di 600 euro). Appena presa in mano colpisce subito per il comfort con cui si indossa e la scorrevolezza della tastiera. Riesco subito a sentirne la voce acustica, nonostante tutto quel suonare intorno, e riconfermo la mia convinzione - maturata registrando il DVD "La chitarra jazz – suoni e colori" - che il suono acustico sia un elemento determinante.
La Washburn J600 trasmette immediatamente sensazioni positive, sono bastati quattro accordi suonati senza amplificazione per sentire subito e direttamente le vibrazioni nella pancia. La qualità è confermata una volta attaccata la chitarra all’ampli: il suono dannatamente acustico e bilanciato si sposa perfettamente con le rifiniture e la modernità costruttiva. Un altro aspetto che colpisce, oltre all'acustica naturale dello strumento, è l'ottima gestione delle dinamiche: non ci sono buchi di frequenze, la chitarra reagisce bene al tocco delicato quanto al tocco pesante, concedendo anche qualche passaggio gipsy senza protestare. Le finiture sono anticate, con tanto di leggere abrasioni e piccole scalfitture sulla cassa, a dare l'idea di uno strumento vissuto, caldo e avvolgente. Sembra una chitarra trovata nella soffitta dei bisnonni, ma in realtà è costruita e assemblata oggi, quindi con un'elevatissima qualità in termini di intonazione, meccaniche, tastiera e tasti, manico e qualità dei legni. Il rapporto qualità prezzo è favorevolissimo, una caratteristica non da poco in questa categoria di strumenti.
Far suonare come si deve una semihollow è decisamente più semplice: anche se laminata pesantemente o non assemblata al meglio, riesce a produrre un suono dignitoso. Molto più difficile con le archtop come questa, che devono suonare da spente, precise, senza sbavature, bilanciate su tutte e sei le corde. La Washburn J600 ci riesce alla grande, rivelando un tono caldo e rotondo a cui ancora penso nonostante sia passata una settimana.