Ho comprato un Mooer Triangle Buff con l’idea di sostituire il mio EHX Big Muff (black russian) che adoro, ma che live uso solo in un paio di pezzi, e che occupa un metro quadro di pedaliera.
Questa è una semplice recensione, redatta in base alle mie prime impressioni d’uso.
L’acquisto, facilitato sicuramente dal prezzo molto contenuto del pedale, è stato fatto senza alcuna prova preventiva, peraltro molto difficile per questo genere di strumenti, e lasciava quindi aperto nel sottoscritto un semplice interrogativo: 'sto coso suonerà come un Big Muff?
Sulla questione estetica avevo già detto tutto: il pedale è deliziosamente minuscolo.
La costruzione sembra solida, sicuramente di livello superiore a quella Electro Harmonix (ma non ci vuole poi molto), le prese jack sono avvitate allo chassis (di alluminio o similia), lo switch (pedale) è il classico interruttore di metallo cromato ed è anch’esso avvitato allo chassis. Le manopole, due piccolissime per level e tone più una di dimensioni comuni per il sustain, scorrono in maniera fluida e omogenea, con la giusta resistenza alla rotazione. Sul mio EHX-Sovtek, basta soffiare sulle manopole chichen-head per farle girare.
Qualche dubbio sulla robustezza delle due esili manopoline piccole in plastica nera resta in caso di utilizzo molto punk.
La verniciatura, in un sobrio grigio metallizzato, è di qualità impeccabilmente (ovviamente) industriale.
Il test è avvenuto sul campo, in prova con una delle formazioni di cui faccio parte, in cui ho potuto testare il Triangle Buff in una situazione di mix affollato (batteria-basso-tastiere e due chitarre) e a volumi realistici.
Il pedale è stato inserito nella mia pedaliera e utilizzato sia da solo sia in combinazione con gli altri (parecchi) effetti, all’interno del mio sistema con switcher/looper (Midione SX9), con la mia stratoide (humbucker JB al ponte) e il mio Marshall DSL 50+2X12 1936.
Anticipo subito che la risposta alla domanda di cui sopra è assolutamente affermativa: sì, suona da Big Muff. Resta da chiarire di quale Muff si tratti.
Chi, come il sottoscritto, apprezza (ama) i fuzz di casa EHX sa bene che i diversi modelli e le diverse serie prodotte nel tempo dall’azienda di Mike Mattews, benché accomunate da un’impronta timbrica caratteristica (che io chiamo simpaticamente “muffiness”), suonano in modo molto differente fra loro.
Rispetto al mio russian, con il quale ho potuto fare una comparazione A/B, si avverte subito un minore impatto della gamma bassa. Il mio russian ha bassi profondissimi, quasi esagerati (infatti è un modello molto amato dai bassisti), mentre il Mooer ha bassi meno profondi, ma molto più tight e definiti.
I medi, in compenso, sono molto più da Muff americano e bucano il mix molto meglio del russian.
Io non ho mai suonato il rarissimo Triangle originale EHX, e quindi non ho riferimenti diretti, ma avendo posseduto e suonato (nell’arco di 25 anni) diversi Muff, ritengo che il modello EHX più affine (per suono) a questo Mooer sia il (moderno) Little Big Muff.
Rispetto ai modelli Electro Harmonix (in genere) il Mooer appare un po’ meno grezzo. La maggiore definizione in gamma bassa gli conferisce una particolare compattezza e una percezione di pulizia superiore, che non tutti gradiranno, ma non è una differenza drammatica.
La muffiness c’è tutta: ottima separazione delle note negli accordi, medie scavatissime, sustain violinistico. Devo anche confessare che, rispetto al mio EHX, il Mooer soffia sensibilmente di meno.
La risposta dei controlli è tipica e, come tutti i Muff, a bassi settaggi di sustain (gain) tende a diventare scuro e indefinito (settaggio però, perfetto per boostarlo con un overdrive in ingresso, cosa parzialmente rimediabile con il controllo di tono.
Il controllo dei toni lavora alla solita maniera, con un’escursione che, rispetto agli originali EHX, è leggermente maggiore a fine corsa, permettendo anche suoni più aperti, se a qualcuno dovesse servire.
Il guadagno disponibile è maggiore rispetto al mio Electro Harmonix, ma parliamo comunque di quantità spropositate (sennò non sarebbero Muff), e l’intervento della relativa manopola è molto progressivo ed efficace.
Il volume di uscita non è eclatante (a bassi livelli di gain/sustain), ma è leggermente superiore a quello del russian.
Io, quasi sempre, entro nell’ingresso del Muff (gain/sustain a ore 10) con l’overdrive (tipo Tubescreamer), perché in accoppiata con i Marshall(s) i muff(s) hanno (opinione personale) un suono troppo poco solido, che tende a perdersi nel mix, e l’iniezione di medie di un overdrive compensa un po’ la situazione.
Utilizzando il Triangle Buff in questo modo, mi sono ritrovato con i controlli nella stessa posizione in cui ero solito settarli sul russian, e con un suono molto simile (salvo la succitata minore irruenza dei bassi).
Utilizzato da solo (senza overdrive), si lascia preferire (ancora opinione personale) al russian per l’utilizzo solista a note singole, ma gli è inferiore per un certo utilizzo ritmico (insomma, meglio con Gilmour che con gli Smashing Pumpkins), pur rimanendo utilizzabile anche in tal modo.
In conclusione, il Mooer Triangle Buff è decisamente un clone del Big Muff ben riuscito, suona bene e ci si può fare praticamente tutto ciò che è lecito aspettarsi da un Big Muff.
Non so se sia effettivamente somigliante al Triangle di casa EHX, non ha le medie honkie del "ram’s head" o del "civil war", né la pienezza degli "op-amp", ma appartiene di diritto alla stessa categoria degli USA-Pi di produzione attuale (e di moltissimi anche della produzione meno attuale).
Sicuramente non è il migliore Muff sul mercato, ma per il prezzo (molto basso) è bello, suona bene, occupa poco spazio e soffia meno, infatti per il momento rimane nella mia pedaliera al posto del russian, in attesa che il tempo decida se vale di più lo spazio (libero per altri pedali) o il mojo.
Credo che presto proverò altri pedali di questo produttore.