di redazione [user #116] - pubblicato il 23 ottobre 2002 ore 17:31
aleph scrive "Paco de Lucia ha visto in lui il proprio erede naturale e se Amigo continua a suonare come ha suonato ieri sera allo Smeraldo di Milano, mi sa che Paco ha visto benissimo.
Nel buio del teatro, con uno spot di luce sulla sedia vuota, stiamo tutti aspettando che il Maestro faccia la sua apparizione. Passano 2, forse 3 minuti senza che accada nulla. Fossimo in Spagna, ci sarebbero già cori da corrida per chiamarlo fuori dalle quinte ma qui si accenna ad un battimano, qualche timido fischio e nulla più. Eccolo con la più classica delle camicie bianche e la chitarra tra le mani portata a braccia semitese quasi volesse offrircela in sacrificio. Da buon flamenchista spiccica giusto due parole per salutare Milano. Inizia il concerto da solo, con il teatro ipnotizato dalle sue mani che volano letteralmente sulle corde. Impressionante la tecnica che mette in mostra: 32 e 64quattresimi come piovesse, arpeggi con il pollice, accordi voltati e rivoltati all'infinito alla ricerca della triade scomparsa, e una gestione "fisica" dello strumento che ha senza dubbio intrigato non poco i presenti. "