in un tiepido aprile del millenovecentosessantatre ho imbracciato la mia prima chitarra
un dono di mio fratello maggiore in occosione della Pasqua ed un pessimo strumento con una action altissima e rudimentali meccaniche, inceppose e cigolanti
era ancora molto presente l'immagine di Elvis, cosi forte e carismatica, e ne ammiravo l'espressione, ma non rappresentava il mio idolo perchè ero totalmente votato alla musica nera
l'ascolto del jazz più tradizionale, dalla sublimazione del grande Duke fino alla raffinatezza estrema di Bill Evans e Thelonius Monk, aveva condizionato le mie scelte e l'ascolto di tali brani mi rendeva un diverso in un contesto che amava modulazioni melense su temi scontati, come Modugno, Nilla Pizzi, Joe Sentieri, nell'Italia di quell'anonino perbenismo che ha preceduto il primo boom economico del dopoguerra
nel '41 il grande De Sica aveva proposto "Parlami d'amore Mariù", un brano magnifico che sembrava avere contenuti analoghi a quelli citati, ma animato da un crescendo di accoratezza e sensualità che lo hanno reso unico ed insuperato, a mio parere, fino ai tardi anni sessanta nel quadro italiano
...molte volte ho visto lagrime sincere sulle note struggenti di questa canzone da parte di coppie avvinghiate nella passione durante un ballo ...
cinquant'anni di guai, dicevo, perchè condividevo la degna povertà di quegli esecutori, scuri in viso, laceri e spesso affamati, vessati da sempre e molto lontani dagli inutili fasti della società appena confinante che tanto beneficio aveva tratto dalla loro condizione
cinquant'anni di guai perchè appena diciannovenne militavo nella parte sbagliata nel quadro politico abbracciando mozioni di pace o perchè partecipavo a quei magnifici ed oceanici raduni musicali nel nord dell'Europa inserendomi, secondo la logica perbenista, in un contesto di libertinaggio e di trasgressione, pronunciando versi contro tutte le guerre con la sola complicità di una chitarra
la musica certamente è parte integrante e forse causa primaria dei miei guai durante questi anni e forse avrei potuto viverli diversamente ma mi pregio di averli vissuti così