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Bending: un quesito fisico
Bending: un quesito fisico
di [user #38524] - pubblicato il

Un bending vicino al capotasto risulta più duro rispetto a quello eseguito intorno al 12esimo tasto. Ecco cosa succede alle corde e come relazionarsi nella pratica con i cambi di tensione.
Un bending vicino al capotasto risulta più duro rispetto a quello eseguito intorno al 12esimo tasto. Ecco cosa succede alle corde e come relazionarsi nella pratica con i cambi di tensione.

Inauguro il mio primo post proponendo uno dei miei diversi dubbi, riguardo aspetti teorico-fisici della chitarra, che non sono ancora riuscito a sciogliere.
Per quale motivo fisico un bending eseguito in prossimità del capotasto risulta più "duro" e restituisce molto difficilmente un incremento di pitch pari a quello che si può ottenere agendo in prossimità del XII tasto?
Immagino abbia a che fare con la tensione, con la distibuzione delle lunghezze delle due parti di corda che si determinano (capotasto-tasto e tasto-ponte).
Non ho ancora elementi sufficienti a dare una risposta esaustiva alla questione. Un grazie sentito a chi potrà/vorrà tendermi una mano.

Bending: un quesito fisico

Risponde Pietro Paolo Falco: senza tirare in ballo leggi fisiche (al di là delle mie conoscenze e al di fuori delle preoccupazioni dei musicisti), credo sia utile analizzare il fenomeno attraverso qualche esempio che possa essere applicato alla pratica chitarristica.
La prima cosa da considerare quando si va a "piegare" una corda è che stiamo agendo sempre su due fulcri, che sono il capotasto e il ponte. Mettiamo un attimo da parte il fattore intonazione e pensiamo solo al movimento meccanico.
Quando tiriamo la corda di un tot di millimetri, rispetto alla posizione di "riposo" la corda descrive un dato angolo con il capotasto e un angolo con il ponte. La corda è un corpo elastico e, quando la tiriamo in un bending, si tende maggiormente diventando più dura sotto le dita. Questo accade semplicemente perché col crescere dell'angolo cresce anche la distanza tra i due fulcri e il fret rispetto alla posizione con corda a riposo, e la stessa porzione di corda deve estendersi di più per coprire la distanza adesso maggiore. Maggiore sarà l'angolo, maggiore sarà la distanza, maggiore sarà la forza a cui la corda è soggetta.
Nell'immagine puoi vedere come due bending della stessa ampiezza (intesa come millimetri rispetto alla posizione della corda a riposo, non come tonalità) presi al secondo fret o al 14esimo generino due angoli profondamente diversi al capotasto e, siccome maggior angolo vuol dire maggior distanza dal fulcro e quindi maggior forza, ai primi tasti raggiungere quell'ampiezza risulta più duro.
Quanto al ponte, è facile intuire che intorno al 12esimo tasto si crea un angolo maggiore rispetto a quello che si crea col bending al capotasto, ma in entrambi i casi siamo abbastanza lontani dal ponte perché l'angolo creato sia minimo.

Bending: un quesito fisico

Tutto ciò resta puramente nell'ambito della meccanica, perché prendendo in considerazione l'intonazione dei bending le cose si complicano un po'.
Se provi a eseguire quei due bending mostrati in foto, ovvero tiri la seconda corda al limite della tastiera per avere un punto di riferimento preciso, noterai che la nota cresce in maniera diversa nelle due posizioni. Al secondo tasto avrai un aumento di quasi un tono, mentre al 14esimo ci sarà una salita di circa un semitono. Questo dipende dall'intonazione della corda, la sua tensione, la sezione, gli angoli e la conseguente trazione generata sui fulcri, ma noi non ce ne facciamo niente e quindi torniamo alla pratica.
Per avere un incremento di un tono al 14esimo tasto dovrai tirare di più la corda, gli angoli generati ai fulcri aumenteranno le la corda si tenderà di più, ma non raggiungerà i livelli del secondo tasto.
Puoi fare una prova da te, appendendo un peso alla corda e spostandolo avanti e indietro lungo i tasti, per scoprire come varia l'angolo e quanto si altera la nota di posizione in posizione.
Conoscere ciò che regola il comportamento della chitarra può essere curioso, ma nella prassi esecutiva l'unico studio utile è quello relativo alla propria sensibilità, non necessariamente misurabile. Sarebbe divertente munirsi di goniometro e misurare/sommare i due angoli di volta in volta, applicare un dinamometro ai diversi punti delle varie corde per scoprire che forza bisogna imprimere per ottenere un dato bending, ma calcoli del genere possono essere tranquillamente lasciati ai produttori di chitarre e corde. Ciò che ci serve in realtà è collegare mano, muscoli e orecchio per immagazzinare in maniera del tutto individuale il movimento da fare per beccare il bending giusto, che cambia da uno strumento all'altro, da una corda all'altra e, soprattutto, da un chitarrista all'altro.

Bending: un quesito fisico
curiosità
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Non mi sono mai posto ...
di irmo [user #17391]
commento del 16/09/2013 ore 15:09:26
Non mi sono mai posto problemi di fisica-matematica-meccanica ogni volta che faccio un bending, per me un bending puo' essero intonato o stonato, espressivo e messo al posto giusto oppure del tutto fuori luogo.....
D' altra parte mentre mangio una pizza non mi chiedo se il contadino che ha coltivato i pomodori indossasse sandali piuttosto che zoccoli...;- ).
Rispondi
Re: Non mi sono mai posto ...
di fabiojay [user #20826]
commento del 16/09/2013 ore 17:04:45
spero tanto che indossasse delle scarpe... non mi piacciono i pomodori aromatizzati ai piedi!!! eheh
Rispondi
neach'io ..
di Sollazzon [user #10046]
commento del 16/09/2013 ore 19:13:56
in effetti mi son mai posto quesiti troppo tecnici.
però la vedo una questione abbastanza semplice:

Tiro il bending per aumentare l'intonazoine della nota, per ''Acutizzare''.
non varia la lunghezza della Corda vibrante* ma è più tesa, più tirata, in tensione, Quindi..è come se usassi la chiavetta per Accordare, a parità di lunghezza, se Aumento la tensione, la nota suona più acuta.
Bene

Perchè un bending di un tono sul 2ndo tasto è più duro, richede più forza (diciamo 1Kg), rispetto a ..un ottava sopra..al 14° tasto? (diciamo 1 etto)
perchè la forza che devo impiegare per Acutizzare la nota la sto applicando ad una distanza molto breve da uno dei due capi della corda.

vale un po il principio della leva. (non quella del ponte mobile:-)

se per alzare 100kg devo usare un braccio di leva Corto..faccio tanta fatica.
se lo uso più lungo.. gli stessi 100kg li alzo molto più facilmente.
quindi..più o meno è la stessa cosa.

a metà corda, al 12 tasto, sono nel punto dove faccio meno fatica, più mi avvicino ad uno dei due capi (il capotasto e il ponte) è più dovrò tirare forte per Aumentare la tensione della corda e Acutizzarla Quel tanto ''che basta''


*in realtà la ''lunghezza della Corda vibrante' tirando un bending varia in funzione dell'angolo @ (alfa) ossia di quanto ci allontaniamo dalla posizione a Riposo'
più il bending è amplio e più la corda si allunga,
cmq

Sia la selletta il Centro della circonferenza trigonometrica = O
e
sia 'lunghezza della corda a riposo' = raggio = OA (=OC)

il tasto su cui tiriamo il bending non è altro che l'asse della Tangente di @

ed è evidente che si allunga più la tiriamo ( OF=OC+CF )
vai al link

ma l'effetto è cmq quello di una nota più acuta perchè il Tiraggio, l'aumento di tensione è maggiore, sovrasta e risulta più efficace.


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L'equilibrista Funambolo
di Sollazzon [user #10046]
commento del 16/09/2013 ore 21:16:32
Ecco chi è che tira un bending! un Funanbolo equilibrista..
vai al link
xxate a parte
un esempio dello stesso principio di prima.


lo tesso peso.. fa cedere la Corda tesa di più o di meno verso il basso a seconda di quanto il funambolo è distante da uno dei due bordi.

Se al contrario bisogna far cedere della stessa misura la corda..
ci vuole un peso diverso a seconda della posizione in cui siamo..della Tastiera.
Rispondi
Grazie per la risposta puntuale e articolata
di bric76 [user #38524]
commento del 17/09/2013 ore 17:16:22
Ringrazio Pietro Paolo Falco per la disponibilità offerta (a beneficio di tutti) nel fornire un'articolata risposta al quesito, di natura scientifica, che ho sollevato.

Grazie anche a chi, nel commentare, ha dato il proprio utile contributo a ragionare e a far luce sull' argomento.

La mia personale curiosità sui meccanismi di carattere squisitamente fisico che regolano il comportamento della chitarra rispetto alla prassi strumentale ha rilevanza secondaria : nella pratica ,come appunto è stato sotolineato, l' esperienza diretta (percezione e sensibilità motoria-muscolare e d'orecchio musicale) è ciò che conta.


Ho ritenuto opportuno sollevare e condividere la questione in tale contesto ("mondo" chitarristico al quale ,nel mio piccolo, faccio parte) poichè mi è sembrato più probabile trovare qualcuno che avesse manifestato un interesse di natura scientifica analogo al mio

Rispondi
Scienza delle costruzioni
di rafnevercry [user #34775]
commento del 17/09/2013 ore 17:42:35
Sarà che ho l'incubo di questo esame ma probabilemente possiamo vedere la questione dal punto di vista fisica come una trave( corda) appoggiata-appoggiata :v ma secondo me è meglio nn approfondire troppo la questione !
Rispondi
forza Yngwie !!
di Actarus_the_Ufo [user #37848]
commento del 17/09/2013 ore 23:32:08
forza Yngwie !!!!!!!!!
Rispondi
Bending e orecchio musicale
di Claes [user #29011]
commento del 18/09/2013 ore 11:00:20
Azzeccare il bending perfetto ha da fare col tipo di musica che si suona:

Per una "blue note" ci vuole una nota che non vi è sul pianoforte - per cose normali bisogna essere perfettamente intonati su note bending. Forza fisica: al bending ci si abitua e non dovrebbe essere un problema. Il bending è possibile su una qualsiasi corda.
Rispondi
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