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Fender contro Gibson: guerra al ribasso
Fender contro Gibson: guerra al ribasso
di [user #36571] - pubblicato il

Grazie alle Modern Player e alla serie J, Fender e Gibson non sono più sogni proibiti. I due colossi dell'industria della chitarra hanno recentemente effettuato delle scelte commerciali che danno il La per alcune riflessioni.
Grazie alle Modern Player e alla serie J, Fender e Gibson non sono più sogni proibiti. I due colossi dell'industria della chitarra hanno recentemente effettuato delle scelte commerciali che danno il La per alcune riflessioni.

Quando cominciai a suonare la chitarra, vedere appesa al muro del mio negozio di fiducia una Fender o una Gibson era assolutamente una gioia per gli occhi. Guardando la mia fedele e "antica" Ibanez di media fascia sognavo un giorno di tenere in mano uno di quei leggendari strumenti con cui gli dei della chitarra scrissero i migliori riff della storia. Non avrei mai immaginato un giorno di osservare tali strumenti con una certa indifferenza.

Complice un amico malato come me di GAS, mi sono ritrovato a fare ricerche su chitarre del valore di 500 euro circa imbattendomi in due serie che mi hanno molto colpito: la serie Modern Player di Fender e le serie LPJ e SGJ di Gibson.
Dopo varie visite a diversi negozi di strumenti e una documentazione enciclopedica (su questi argomenti purtroppo sono un pignolo) sono riuscito a provare bene o male tutte le chitarre prodotte in queste due serie. Proverò ora a esprimervi i miei dubbi e le mie perplessità.

Fender contro Gibson: guerra al ribasso

Partiamo da mamma Gibson.
Le SGJ e le LPJ si rifanno rispettivamente ai design SG e Les Paul delle quali però non mantengono il nome. A prima vista sembrano in tutto e per tutto delle normalissime SG e LP, o poco ci manca, ma non è così.
Partiamo dalle finiture. La verniciatura è molto essenziale, giusto una spruzzata per coprire il legno del top, molto più scarna su lati e retro dando l'idea di un prodotto grezzo, ma non per questo mal rifinito. I copri pickup sono di plastica nera, rendendo il 490R e il 498T simili a degli EMG, scelta affatto spiacevole a mio parere. Le meccaniche Kluson sono rifinite in un gradevole nero opaco e la cover per il truss rod riporta le scritte SGJ o LPJ a seconda del modello. Sotto la vistosa firma Gibson, in cima alla paletta il nulla più assoluto, nessun fregio, nessuna scritta, nulla. Un look inusuale per chitarre nate come strumenti di classe.
Ecco invece una cosa che mi lascia un po' perplesso: mentre il sito riporta fieramente che la tastiera è in palissandro con intarsi a trapezio, il negoziante mi confessa invece che queste tastiere sono del moderno acero tostato. Non discuto sulla qualità del legno in sé, ma sul perché di questa contraddizione. Vogliamo intortare i meno esperti?
In generale, la chitarra che ho provato io (una LPJ) suona, parecchio bene anche. Ha in tutto e per tutto la timbrica di una qualsiasi Les Paul Gibson. Il manico è un rounded 50's, con l'acero tostato bisogna prenderci l'abitudine e non saprei descrivere la sensazione che si prova suonandoci, ma si nota la differenza col palissandro. Il setup di base è ok, i tasti sono precisi e non c'è sbavatura alcuna. I legni sono mogano per il body con top in acero e manico in acero. Pesa come un carrarmato. LPJ e SGJ sono prodotte in USA.

Fender contro Gibson: guerra al ribasso

Passiamo invece a Fender.
L'azienda propone, con la linea Modern Player, una serie di strumenti con caratteristiche davvero singolari e interessanti. Vi presento i più degni di nota.
Innanzitutto la Telecaster Plus, con un mini humbucker Telecaster al manico, un single coil al centro e un humbucker high output (un Fender Enforcer) al ponte con possibilità di split. Finiture Carchoal Burst o sunburst molto chiaro. Curata nei dettagli e molto valida.
Per quanto riguarda la Jaguar si rimane un po' perplessi. Via tutte le placche, ponte Adjust-o-matic fisso. Niente battipenna, switch sulla spalla superiore, attacco jack Strat stile, pickup P90. Ma così è una Jazzmaster o una Jaguar? O una jazz-guar... o una jag-ster? Mah!
Entrambe le finiture mostrano il legno del body e sono pressoché identiche a quelle della Tele Plus, ma opache. Può piacere o meno, molto particolare.
Passiamo poi per la Telecaster Thinline, simile alla Jim Adkins come filosofia. Su questa chitarra mi sono divertito ad ascoltare come diversi commercianti commentassero in maniera diametralmente opposta: "Fa schifo", "è geniale", "chi l'ha progettata era sbronzo", "ne comprerei una decina, un giorno varranno tantissimo", "con questa non ci combini un cazzo", "con questa ci fai di tutto". P90, estetica molto molto gradevole, piccola cassa acustica. Da provare. Un suono cristallino sui puliti che si sporca piacevolmente con un overdrive. Nulla di estremo, una fanciulla da generi quali blues e indie, diciamo.
Un'altra parentesi va alla Marauder, nata dalle ceneri del progetto Fender mai andato in realizzazione negli anni '60/'70. Bene, questa chitarra, della Marauder originale non ha assolutamente nulla. L'unica soluzione molto interessante è il pickup Triple Bucker al ponte, con possibilità di utilizzarlo a una, due o tre bobine. La più cattiva della serie diciamo. A me piace moltissimo sinceramente.
In generale le finiture sono buone, non eccelse, e a parte questa confusione di nomi che lascia perplessi i direttori di Fender stessa e fa rivoltare il povero Leo nella sua tomba, l'idea di innovare così tanto dei design classici, o addirittura ritoccare qualche forma per dare vita per esempio alla Marauder, non è per nulla malvagia, anzi. Peccato che tutto ciò sia costruito in Cina. Ci tengo a precisare che non ho nulla contro le produzioni cinesi, anzi, ma da Fender non ce lo si sarebbe mai aspettato. Ho notato infatti, con la prova di due Tele Thinline, come una fosse molto ben settata e risonante, mentre l'altra fosse un pezzo di asfalto con attaccate delle corde.

Fender contro Gibson: guerra al ribasso

Detto ciò e presentato un po' gli strumenti, perché due colossi come Fender e Gibson si mettono a produrre chitarre di media qualità pur avendo a disposizione delle "sottomarche" con la quali potrebbero sperimentare qualsiasi soluzione senza far storcere il naso a nessuno?
Gibson con Epiphone e Kramer, Fender con Squier e gli altri milioni di marchi da lei comprati.
Un'idea me la sono fatta, un'idea che sarebbe venuta anche a me in tenera età e col naso all'insù a vedere questi strumenti: perché nel mondo di oggi il brand vale tutto.
Quanti comprerebbero la LPJ se avesse sulla paletta la marca Kramer? Quanti comprerebbero la Marauder se fosse marchiata Squier? Ben poca gente credo.
Un aspetto positivo di tutto ciò, però, si può trovare. Avere tra le mani una Gibson o una Fender con le lettere maiuscole un certo effetto lo fa, non si può negare. E inoltre si può puntare sulla qualità con prezzi vantaggiosi. Ma parliamoci chiaro.
Gibson propone gli stessi progetti triti e ritriti da anni. Nulla di nuovo che non sia una finitura estetica o una cover per pickup. E fa lo stesso ahimè con Epiphone.
Fender invece sperimenta, eccome se sperimenta, sembra però a detta di tutti esser calata molto di qualità a vantaggio di repliche e copie di altri brand.
Voi comprereste una Gibson LPJ made in USA che, a conti fatti, di nuovo non ha assolutamente nulla se non una qualità leggermente inferiore alle normali Les Paul? O una super innovativa Fender Modern Player made in China col rischio di trovarsi in mano o uno strumento con gli attributi o una ciofeca cosmica?

Nel frattempo Fender ha annunciato che la nuova serie Modern Player ospiterà la Starcaster e la Coronado, questa volta sembrerebbe perfettamente identiche al passato. Staremo a vedere.

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Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

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