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Cicognani Imperium Luxury H60
Cicognani Imperium Luxury H60
di [user #25626] - pubblicato il

La Imperium Luxury H60 è una testata dal progetto tutto italiano che miscela il sound puro delle valvole alla versatilità di controlli digitali. Cicognani fa incontrare i due mondi per portare innumerevoli suoni diversi a portata di switch.
La Imperium Luxury H60 è una testata dal progetto tutto italiano che miscela il sound puro delle valvole alla versatilità di controlli digitali. Cicognani fa incontrare i due mondi per portare innumerevoli suoni diversi a portata di switch.

Molti di voi conosceranno la Brutus, sponsorizzata da Donato Begotti: piccola testata dalla potenza inaudita che sentii da un mio amico e che volli provare a tutti i costi. Rimasi piacevolmente colpito dal canale distorto, montagne di gain e definizione eccellente, ma per i miei gusti poco personalizzabile.
Decisi di conoscere meglio la casa produttrice di questa piccola bestia, Cicognani, fino ad allora per me sconosciuta. Tra i loro prodotti vidi le due versioni del Brutus, la Imperium H150 (provata anch’essa, versatilità da vendere, ma non era il mio suono) e infine la Luxury H60: una versione, se vogliamo, aggiornata dell’H150 con features in più, ma anche con un altro carattere.

Non avendo però trovato recensioni in internet né negozi nel Lazio che ce l’avessero, dirottai il mio acquisto verso un sistema a rack formato dal Triaxis della Mesa Boogie e il finale 50/50 sempre Mesa che riuscii a provare e a prenderlo usato insieme a una cassa DV Mark con coni al Neodimio (di cui sono enormemente soddisfatto). Il sistema a rack i primi mesi mi aveva abbastanza convinto, ma c’erano diverse cose che non mi andavano proprio giù: ahimè prodotti sofisticati come questo, per conoscere ogni sfumatura dei suoni e quindi capire se fanno per te, devi portarteli a casa e smanettarci parecchio. Non basta certo una prova di mezz’ora dove puoi giusto farti un’idea generale.
Anzitutto il Mesa aveva una configurazione stereo e quindi tutto doveva essere doppio: due cavi di potenza, cassa stereo (solo 4 o 8 ohm), cablaggi per il send/return doppi, doppie spese di manutenzione per il cambio valvole del finale. I vantaggi dello stereo? Non riscontrati.
Il Triaxis, come tipologia di suoni selezionabili, é molto simile alla Luxury: otto suoni configurabili, due puliti e sei distorti (dal leggero crunch fino al distorto più esasperato), sistema MIDI fino a 128 canali memorizzabili, roba che basta e avanza per venti chitarristi!
I suoni del Triaxis erano però a mio avviso parecchio simili tra loro, tutti metal oriented (e certamente con la Mesa Boogie non ti aspetti un ampli da musica leggera), senza alcun carattere distintivo se non l’aumento di gain. Il sistema di equalizzazione poi, per me nota dolente del Triaxis, non permetteva di scolpire il suono come si voleva. Bassi, medi e alti con un’escursione troppo poco senibile, bassi troppo presenti anche a zero (e ok che avevo una cassa chiusa), medi inesitenti e alti il giusto per la classica eq a V, presence (niente di speciale), e il parametro Dynamic Voice (settaggi di eq preimpostati che portavano progressivamente all’eq a V).
Per chi vuole fare essenzialmente metal questo é l’ampli adatto, ma a me che piace variare di genere e avere diversi suoni diversi non mi ci sono trovato. Personalmente mi piacciono molto i medi pronunciati e il Triaxis non ne aveva affatto, inoltre aumentando una frequenza se ne alzava anche un’altra (esempio alzando i medi aumentavi anche i bassi, inspiegabilmente). Il suono vero e proprio non era male, ma le valvole cominciavano a cantare a volumi abbastanza alti e quindi è insuonabile a casa. Avrei potuto comprare un riduttore di potenza, ma il finale è stereo: me ne servivano due, ops!
La pedaliera MIDI poi non sono mai riuscito a usarla col Triaxis. Anche seguendo le istruzioni, niente da fare, complicatissima da programmare. Cosa non meno importante, il peso non indifferenze di tutta l’apparecchiatura mi ha convinto a dar via il tutto. Permuto il finale e porta rack (con notevole conguaglio) per la Luxury (che ero finalmente riuscito a provare in un negozio nelle Marche).

Cicognani Imperium Luxury H60

Esteticamente la Luxury si presenta più profonda che alta, non eccessivamente pesante (la metà del Mesa) e di colore nero, il tutto trasportabile tramite un elegante maniglione nero.

Cominciamo con la parte frontale: manopolone centrale che, di default, controlla il master e all’occasione regola i numerosi parametri selezionati con l’apposito tasto. A sinistra del manopolone troviamo la sezione di equalizzazione completa che, finalmente, permette di scolpire il suono come uno vuole. Dico finalmente perché, oltre che nel Mesa, in tutti gli ampli che ho provato la sezione di eq era sempre carente su qualche frequenza o sulla quantità di gain.
Alti, medi, bassi, campana delle medie, presence, volume (del singolo settaggio), gain e vol.fx loop altamente sensibili permettono un’escursione davvero notevole.
Si vuole un suono scarico di bassi? Settando a zero tale frequenza, i bassi scompaiono totalmente, così come le altre frequenze. La campana delle medie è anch’essa una figata non indifferente, poiché permette di avere una gamma di frequenze dalle più cupe a quelle con le medie molto pronunciate (magari con settaggi estremi si tirano fuori suoni asbbastanza inusuali, però è bello poter pensare che nessun suono è impossibile con un eq del genere).
Nei settaggi che ho memorizzato ho riprodotto anche la classica eq a V della Mesa e il risultato non é così diverso, anzi. La presence garantisce la brillantezza necessaria al suono, così come le frequenze alte che permettono un palm muting massiccio su alti livelli di gain.

A destra del manopolone troviamo gli otto suoni:
Clean1= arpeggi caldi e cristallini
Clean2= suoni più aperti e adatti alle parti rimtiche
Sexy= pulito leggermente sporco
Crunch= il suono distorto inizia a farsi sentire in maniera decisa, adatto per suoni alla AC/DC o per assolo poco distorti, secchi
Lead1-Lead2= i primi due suoni distorti propriamenti detti con un notevole aumento di gain rispetto al crunch
Heavylead1 e HV2= distorsione massima adatta per generi come Pantera (ma se settato correttamente ci si può fare ogni cosa).

La versatilità è massima poiché ci si può sbizzarrire con ogni tipo di suono e settaggio memorizzabile tramite pedaliera MIDI (128 canali).
Il suono è, secondo me, eccezionale poiché ci troviamo di fronte a un ampli boutique con componenti di qualità, il che rende il tutto estremamente definito anche a livelli di distorsione massima.
Ogni singola nota si sente e non viene lasciato scampo all’errore. Si sente tutto, ogni singola sfumatura, dinamica, tocco... tutto é preservato e reso in maniera impeccabile senza ronzii o rumori di fondo, qualunque impostazione si scelga.
Anche a livelli estremi di gain, basterà abbassare il volume della chitarra e si potrà modulare a piacimento volume del suono e quantità di distorsione mantenendo una definizione eccellente.
La cosa entusiasmante è che il suono valvolare si sente anche a bassi volumi, e per bassi intendo volumi da camera. Si percepisce quella dolce compressione valvolare da volumi inauditi semplicemente gestendo bene i volume del pre e del finale. Usando poi un overdrive (nel mio caso un Masotti OD Box) tra strumento e input (a scelta tra bassa e alta impedenza) il suono valvolare viene spinto ulteriormente e ai bassi volumi di cui sopra si riesce a suonare col vero suono della testata. Sempre con l’utilizzo dell’overdrive settato con volume e tono a metà e drive a zero, il suono dei distorti da aggressivo si addolcisce e diventa compresso, fluido, mai impastato, adatto per i solo, con un sustatin lunghissimo. Insomma con un overdrive e un delay nel send/return io personalmente sto da dio.

Per completare la parte frontale abbiamo il tasto dello store per memorizzare gli otto suoni di default sulla pedaliera MIDI in una manciata di secondi. Si possono usare le due Cicognani non in dotazione o una qualsiasi. Io ho preso una Midibuddy e funziona benissimo
Si sceglie e si modifica il proprio suono, si sceglie il canale della pedaliera, si preme Store per qualche secondo e voilà, a prova di scemo.
Infine abbiamo il mini pulsantino Reset per tornare alle impostazioni di fabbrica, impossibile da premere involontariamente poiché incassato e raggiungibile con uno strumento fino tipo cacciavite piccolo o altro.
Sopra l’infinità dei pulsanti del pannello frontale troviamo la scritta Cicognani avvitata alla griglia dalla quale si possono vedere, in tutto il loro splendore, le valvole del pre (a sinistra) e finale (a destra) illuminate a giorno, belle colorate di blu e arancione. Nella luxury infatti non mancano i LED, tant’è che potete usarla al posto della luce di casa. I LED del pannello frontale, così come il manapolone, emettono una luce abbastanza accecante che rendono difficile leggere quale pulsante si stia premendo. Se durante un live dovete cambiare al volo un parametro è consigliabile imparare la loro posizione prima senza andare alla cieca.

Cicognani Imperium Luxury H60

Passiamo al pannello posteriore, dove troviamo tutte le connessioni possibili per ogni tipo di pedale o multieffetto. Partendo da sinistra:
Main Power per il cavo alimentazione.
Main Ground per eliminare rumori di fondo (mai utilzzato)
Power In, gran bella feature che permette di alimentare il MIDI IN, dando corrente alla pedaliera MIDI semplicemente col cavo proprio cavo MIDI senza bisogno di portarsi un altro alimentatore vicino la pedaliera e quindi vicino a dove si sta suonando.
MIDI In e Thru, il primo per il collegamento di pedaliere MIDI, il secondo per multieffetto MIDI comandabili dalla pedaliera stessa
Loudspeakers 4, 8 e 16 ohm
Slave Out per collegare e utilizzare un altro finale
Pedal Volume, connessione apposita per il relativo pedale
Send-Return seriale e parallelo comprensivo di switch Ground e Lift.

Tralascio altri dettagli tecnici poiché nel sito trovate il manuale in pdf molto dettagliato.

Cicognani Imperium Luxury H60

Non posso che dare un giudizio estremamente positivo a questa testata di casa italiana che, a mio avviso, non cerca di emulare alcun ampli famoso, ma che ha un carattere proprio, aggressivo o morbido all’occorrenza, dalla timbrica e dalla dinamica eccezionali, che non lascia spazio a errori: scordatevi una distorsione da Metal Zone, che invece li nasconde.
Ogni canale ha un proprio spazio in un differente stile musicale, passando da puliti cristallini a distorsioni estreme: tranquillamente possiamo permetterci di fare dal blues al pop, al rock, all’heavy metal. Non vedo limiti anche perché il suono, come ampiamente detto, può essere scolpito come meglio si crede. La tecnologia digitale incontra la pura essenza del suono valvolare senza intaccarlo, ma anzi, dandogli una possibilità di personalizzazzione unica, che difficilmente ho visto in una testata.

Nell'uso, non ho riscontrato difetti evidenti. Potrei indicare i LED troppo potenti che, seppur belli da vedere, rendono difficoltoso l’orientarsi verso una modifica al volo di un settaggio durante un live. Si può ovviare memorizzando la posizione dei vari suoni, alla fine 7-8 tasti per lato non sono poi molti.
Ad alcuni potrà non piacere la regolazione di ogni parametro attraverso un’unica manopola, io invece la trovo efficace e non mi dispiace come soluzione.
La qualità costruttiva mi sembra molto convincente, dimensioni nella norma di una testata di questo calibro, mentre il peso risulta abbastanza contenuto, pur restando sopra i 10kg.
La cassa che uso sempre è una 2x12 DV Mark con coni al neodimio (almeno quella è veramente leggera). Ho fatto una prova anche su una cassa di un amico: una Diamond 2x12 con V30. Chitarra usata: una Jacksons SL3.

Tutto ciò ha un prezzo nella media delle testate, ma relativamente basso per le caratteristiche che offre. Nei negozi online la Cicognani Imperium Luxury H60 si trova dai 900 ai 1200-1300 euro.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

Cicognani Imperium Luxury H60
amplificatori cicognani imperium luxury h60
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