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Cicognani Imperium Luxury H60
Cicognani Imperium Luxury H60
di [user #25626] - pubblicato il

La Imperium Luxury H60 è una testata dal progetto tutto italiano che miscela il sound puro delle valvole alla versatilità di controlli digitali. Cicognani fa incontrare i due mondi per portare innumerevoli suoni diversi a portata di switch.
La Imperium Luxury H60 è una testata dal progetto tutto italiano che miscela il sound puro delle valvole alla versatilità di controlli digitali. Cicognani fa incontrare i due mondi per portare innumerevoli suoni diversi a portata di switch.

Molti di voi conosceranno la Brutus, sponsorizzata da Donato Begotti: piccola testata dalla potenza inaudita che sentii da un mio amico e che volli provare a tutti i costi. Rimasi piacevolmente colpito dal canale distorto, montagne di gain e definizione eccellente, ma per i miei gusti poco personalizzabile.
Decisi di conoscere meglio la casa produttrice di questa piccola bestia, Cicognani, fino ad allora per me sconosciuta. Tra i loro prodotti vidi le due versioni del Brutus, la Imperium H150 (provata anch’essa, versatilità da vendere, ma non era il mio suono) e infine la Luxury H60: una versione, se vogliamo, aggiornata dell’H150 con features in più, ma anche con un altro carattere.

Non avendo però trovato recensioni in internet né negozi nel Lazio che ce l’avessero, dirottai il mio acquisto verso un sistema a rack formato dal Triaxis della Mesa Boogie e il finale 50/50 sempre Mesa che riuscii a provare e a prenderlo usato insieme a una cassa DV Mark con coni al Neodimio (di cui sono enormemente soddisfatto). Il sistema a rack i primi mesi mi aveva abbastanza convinto, ma c’erano diverse cose che non mi andavano proprio giù: ahimè prodotti sofisticati come questo, per conoscere ogni sfumatura dei suoni e quindi capire se fanno per te, devi portarteli a casa e smanettarci parecchio. Non basta certo una prova di mezz’ora dove puoi giusto farti un’idea generale.
Anzitutto il Mesa aveva una configurazione stereo e quindi tutto doveva essere doppio: due cavi di potenza, cassa stereo (solo 4 o 8 ohm), cablaggi per il send/return doppi, doppie spese di manutenzione per il cambio valvole del finale. I vantaggi dello stereo? Non riscontrati.
Il Triaxis, come tipologia di suoni selezionabili, é molto simile alla Luxury: otto suoni configurabili, due puliti e sei distorti (dal leggero crunch fino al distorto più esasperato), sistema MIDI fino a 128 canali memorizzabili, roba che basta e avanza per venti chitarristi!
I suoni del Triaxis erano però a mio avviso parecchio simili tra loro, tutti metal oriented (e certamente con la Mesa Boogie non ti aspetti un ampli da musica leggera), senza alcun carattere distintivo se non l’aumento di gain. Il sistema di equalizzazione poi, per me nota dolente del Triaxis, non permetteva di scolpire il suono come si voleva. Bassi, medi e alti con un’escursione troppo poco senibile, bassi troppo presenti anche a zero (e ok che avevo una cassa chiusa), medi inesitenti e alti il giusto per la classica eq a V, presence (niente di speciale), e il parametro Dynamic Voice (settaggi di eq preimpostati che portavano progressivamente all’eq a V).
Per chi vuole fare essenzialmente metal questo é l’ampli adatto, ma a me che piace variare di genere e avere diversi suoni diversi non mi ci sono trovato. Personalmente mi piacciono molto i medi pronunciati e il Triaxis non ne aveva affatto, inoltre aumentando una frequenza se ne alzava anche un’altra (esempio alzando i medi aumentavi anche i bassi, inspiegabilmente). Il suono vero e proprio non era male, ma le valvole cominciavano a cantare a volumi abbastanza alti e quindi è insuonabile a casa. Avrei potuto comprare un riduttore di potenza, ma il finale è stereo: me ne servivano due, ops!
La pedaliera MIDI poi non sono mai riuscito a usarla col Triaxis. Anche seguendo le istruzioni, niente da fare, complicatissima da programmare. Cosa non meno importante, il peso non indifferenze di tutta l’apparecchiatura mi ha convinto a dar via il tutto. Permuto il finale e porta rack (con notevole conguaglio) per la Luxury (che ero finalmente riuscito a provare in un negozio nelle Marche).

Cicognani Imperium Luxury H60

Esteticamente la Luxury si presenta più profonda che alta, non eccessivamente pesante (la metà del Mesa) e di colore nero, il tutto trasportabile tramite un elegante maniglione nero.

Cominciamo con la parte frontale: manopolone centrale che, di default, controlla il master e all’occasione regola i numerosi parametri selezionati con l’apposito tasto. A sinistra del manopolone troviamo la sezione di equalizzazione completa che, finalmente, permette di scolpire il suono come uno vuole. Dico finalmente perché, oltre che nel Mesa, in tutti gli ampli che ho provato la sezione di eq era sempre carente su qualche frequenza o sulla quantità di gain.
Alti, medi, bassi, campana delle medie, presence, volume (del singolo settaggio), gain e vol.fx loop altamente sensibili permettono un’escursione davvero notevole.
Si vuole un suono scarico di bassi? Settando a zero tale frequenza, i bassi scompaiono totalmente, così come le altre frequenze. La campana delle medie è anch’essa una figata non indifferente, poiché permette di avere una gamma di frequenze dalle più cupe a quelle con le medie molto pronunciate (magari con settaggi estremi si tirano fuori suoni asbbastanza inusuali, però è bello poter pensare che nessun suono è impossibile con un eq del genere).
Nei settaggi che ho memorizzato ho riprodotto anche la classica eq a V della Mesa e il risultato non é così diverso, anzi. La presence garantisce la brillantezza necessaria al suono, così come le frequenze alte che permettono un palm muting massiccio su alti livelli di gain.

A destra del manopolone troviamo gli otto suoni:
Clean1= arpeggi caldi e cristallini
Clean2= suoni più aperti e adatti alle parti rimtiche
Sexy= pulito leggermente sporco
Crunch= il suono distorto inizia a farsi sentire in maniera decisa, adatto per suoni alla AC/DC o per assolo poco distorti, secchi
Lead1-Lead2= i primi due suoni distorti propriamenti detti con un notevole aumento di gain rispetto al crunch
Heavylead1 e HV2= distorsione massima adatta per generi come Pantera (ma se settato correttamente ci si può fare ogni cosa).

La versatilità è massima poiché ci si può sbizzarrire con ogni tipo di suono e settaggio memorizzabile tramite pedaliera MIDI (128 canali).
Il suono è, secondo me, eccezionale poiché ci troviamo di fronte a un ampli boutique con componenti di qualità, il che rende il tutto estremamente definito anche a livelli di distorsione massima.
Ogni singola nota si sente e non viene lasciato scampo all’errore. Si sente tutto, ogni singola sfumatura, dinamica, tocco... tutto é preservato e reso in maniera impeccabile senza ronzii o rumori di fondo, qualunque impostazione si scelga.
Anche a livelli estremi di gain, basterà abbassare il volume della chitarra e si potrà modulare a piacimento volume del suono e quantità di distorsione mantenendo una definizione eccellente.
La cosa entusiasmante è che il suono valvolare si sente anche a bassi volumi, e per bassi intendo volumi da camera. Si percepisce quella dolce compressione valvolare da volumi inauditi semplicemente gestendo bene i volume del pre e del finale. Usando poi un overdrive (nel mio caso un Masotti OD Box) tra strumento e input (a scelta tra bassa e alta impedenza) il suono valvolare viene spinto ulteriormente e ai bassi volumi di cui sopra si riesce a suonare col vero suono della testata. Sempre con l’utilizzo dell’overdrive settato con volume e tono a metà e drive a zero, il suono dei distorti da aggressivo si addolcisce e diventa compresso, fluido, mai impastato, adatto per i solo, con un sustatin lunghissimo. Insomma con un overdrive e un delay nel send/return io personalmente sto da dio.

Per completare la parte frontale abbiamo il tasto dello store per memorizzare gli otto suoni di default sulla pedaliera MIDI in una manciata di secondi. Si possono usare le due Cicognani non in dotazione o una qualsiasi. Io ho preso una Midibuddy e funziona benissimo
Si sceglie e si modifica il proprio suono, si sceglie il canale della pedaliera, si preme Store per qualche secondo e voilà, a prova di scemo.
Infine abbiamo il mini pulsantino Reset per tornare alle impostazioni di fabbrica, impossibile da premere involontariamente poiché incassato e raggiungibile con uno strumento fino tipo cacciavite piccolo o altro.
Sopra l’infinità dei pulsanti del pannello frontale troviamo la scritta Cicognani avvitata alla griglia dalla quale si possono vedere, in tutto il loro splendore, le valvole del pre (a sinistra) e finale (a destra) illuminate a giorno, belle colorate di blu e arancione. Nella luxury infatti non mancano i LED, tant’è che potete usarla al posto della luce di casa. I LED del pannello frontale, così come il manapolone, emettono una luce abbastanza accecante che rendono difficile leggere quale pulsante si stia premendo. Se durante un live dovete cambiare al volo un parametro è consigliabile imparare la loro posizione prima senza andare alla cieca.

Cicognani Imperium Luxury H60

Passiamo al pannello posteriore, dove troviamo tutte le connessioni possibili per ogni tipo di pedale o multieffetto. Partendo da sinistra:
Main Power per il cavo alimentazione.
Main Ground per eliminare rumori di fondo (mai utilzzato)
Power In, gran bella feature che permette di alimentare il MIDI IN, dando corrente alla pedaliera MIDI semplicemente col cavo proprio cavo MIDI senza bisogno di portarsi un altro alimentatore vicino la pedaliera e quindi vicino a dove si sta suonando.
MIDI In e Thru, il primo per il collegamento di pedaliere MIDI, il secondo per multieffetto MIDI comandabili dalla pedaliera stessa
Loudspeakers 4, 8 e 16 ohm
Slave Out per collegare e utilizzare un altro finale
Pedal Volume, connessione apposita per il relativo pedale
Send-Return seriale e parallelo comprensivo di switch Ground e Lift.

Tralascio altri dettagli tecnici poiché nel sito trovate il manuale in pdf molto dettagliato.

Cicognani Imperium Luxury H60

Non posso che dare un giudizio estremamente positivo a questa testata di casa italiana che, a mio avviso, non cerca di emulare alcun ampli famoso, ma che ha un carattere proprio, aggressivo o morbido all’occorrenza, dalla timbrica e dalla dinamica eccezionali, che non lascia spazio a errori: scordatevi una distorsione da Metal Zone, che invece li nasconde.
Ogni canale ha un proprio spazio in un differente stile musicale, passando da puliti cristallini a distorsioni estreme: tranquillamente possiamo permetterci di fare dal blues al pop, al rock, all’heavy metal. Non vedo limiti anche perché il suono, come ampiamente detto, può essere scolpito come meglio si crede. La tecnologia digitale incontra la pura essenza del suono valvolare senza intaccarlo, ma anzi, dandogli una possibilità di personalizzazzione unica, che difficilmente ho visto in una testata.

Nell'uso, non ho riscontrato difetti evidenti. Potrei indicare i LED troppo potenti che, seppur belli da vedere, rendono difficoltoso l’orientarsi verso una modifica al volo di un settaggio durante un live. Si può ovviare memorizzando la posizione dei vari suoni, alla fine 7-8 tasti per lato non sono poi molti.
Ad alcuni potrà non piacere la regolazione di ogni parametro attraverso un’unica manopola, io invece la trovo efficace e non mi dispiace come soluzione.
La qualità costruttiva mi sembra molto convincente, dimensioni nella norma di una testata di questo calibro, mentre il peso risulta abbastanza contenuto, pur restando sopra i 10kg.
La cassa che uso sempre è una 2x12 DV Mark con coni al neodimio (almeno quella è veramente leggera). Ho fatto una prova anche su una cassa di un amico: una Diamond 2x12 con V30. Chitarra usata: una Jacksons SL3.

Tutto ciò ha un prezzo nella media delle testate, ma relativamente basso per le caratteristiche che offre. Nei negozi online la Cicognani Imperium Luxury H60 si trova dai 900 ai 1200-1300 euro.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

Cicognani Imperium Luxury H60
amplificatori cicognani imperium luxury h60
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Non discuto...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/11/2013 ore 17:01:56
Premetto che non metto in discussione la qualità del tuo nuovo acquisto.
Però hai speso metà del tuo articolo a farti beffe del Triaxis, prodotto che evidentemente non fa per te e che non hai fatto in tempo a conoscere.
Che la stereofonia non faccia al caso tuo ci sta, ma magari può essere utilissima per chi fa ampio uso di chorus, delay ed altri effetti.
Il Triaxis è sicuramente un animale che riesci a domare dopo averlo conosciuto a lungo, ma non puoi dire che ci fai solo metal quando, a detta di tutti, ha uno dei clean più belli in circolazione.
Anche l'uso dell'equalizzazione viene da te dipinto come un incubo. Forse era il "tuo" Triaxis ad avere problemi. Non ho mai visto che alzando i medi si alzino anche i bassi (e lo uso da parecchio).
Poi parli di volume riferendoti al Triaxis! Evidentemente volevi riferirti al finale della Mesa e sul fatto che il Mesa 50/50 non sia un ampli da salotto siamo d'accordo.
Infine, affermi che non sei mai riuscito ad usare la pedaliera midi col Triaxis. Non so che pedaliera tu abbia ma il problema è di quest'ultima ("difficile da programmare") o tuo: migliaia di chitarristi non hanno incontrato le tue difficoltà. Una volta impostato il canale di trasmissione midi, il gioco è pressoché fatto.
Comunque, se sei contento del tuo nuovo gingillo, goditelo e sfruttalo appieno. In fondo gli strumenti devono incontrare i gusti di chi li suona.
Anzi, perché non registri qualcosa e ce lo fai sentire? Non è ancora così facile trovarlo nei negozi...
Ciao.
Rispondi
Re: Non discuto...
di dylans1983 [user #25626]
commento del 12/11/2013 ore 21:27:28
Lungi da me dire che il Triaxis più finale Mesa sia pessimo ma, a mio avviso, é sopravvalutato molto.Vuoi che non avessi la cassa giusta, vuoi che avessi un triaxis difettoso (non credo) ma confermo tutto quello che ho scritto nella recensione, condivisibile o meno. Lungi da me anche lo screditare una casa come la Mesa, storica, usata e strausata dai più grandi gruppi. Probabilmente é una macchina come il triaxis che a me non ha proprio convinto (un mio amico ha invece il DC50 che secondo me é molto meglio... e ripeto secondo me). Premesso ciò questa grande varietà di suoni che il Triaxis promette di offrire non l'ho trovata... i puliti ok molto belli... ma i distorti? Non ho trovato ste differenze abissali tra l'uno e l'altro... ed inoltre il suono valvolare (ovvio che mi riferissi al finale) era percepibile solo a volumi inauditi (è cosi per tutti i valvolari per carità... ma nella Luxury anche a volumi emerge).
La pedaliera midi che uso? Una midibuddy che sono riuscito a programmare senza problemi sulla Luxury, mentre sul Triaxis no...
Non ho mai detto che la stereofonia sia inutile... ho solo detto che io vantaggi non ne ho riscontrati ma, anzi, ho avuto solo doppi problemi per cablare il tutto.
Discorso equalizzazione: facciamo che il mio Triaxis fosse difettoso non so che dirti... comunque sia, sentito da più di una persona, ha un sistema di eq diverso da altri ampli. Ogni frequenza in qualche modo é legata alle altre (né un pregio, né un difetto, solo un sistema diverso). A mio avviso é impensabile che se alzo i medi (che tra l'altro rimanevano uguali a inizio e fine corsa) i bassi, già molto presenti, aumentassero ulteriomente. Il controllo della presence anche variava non di molto la brillantezza del suono... il dynamic voice invece, tanto di cappello, permette di cambiare il suono in modo considerevole (seppur in maniera predefinita) verso la vera anima del triaxis: il metal.
Comunque non vedo perché hai preso tanto a cuore la questione del Triaxis dato che, se qualcuno scrivesse che la Luxury é una testata dalle limitate possibilità (pur non condividendo la sua opinione) non andrei certo a dirgli che se non la sa settare il problema é suo e non della macchina... insomma, andiamoci piano con i commenti! Metà della recensione ho "sbeffeggiato" il Triaxis per mettere in evidenza quello che secondo me mancava a quest'ultimo. Ripeto, non lo reputo una ciofeca ma, per quello che costa nuovo mi sarei aspettato di più. Thank's, distinti saluti.

PS: Si, vorrei postare qualche suono, ma non ho fonti di registrazione professionale adatte. Magari però per farsi un'idea ci può stare una rec di fortuna. Appena ho tempo lo farò.
Rispondi
Dalla tua recensione...
di Dinamite bla [user #35249]
commento del 13/11/2013 ore 11:52:
Dalla tua recensione (ben fatta) sembra che questa testata sia una gran figata. Mi è capitato solo una volta di sentire una H150 per pochi secondi in negozio e, seppur mi sembrava suonasse bene, non mi aveva "fulminato".
Sono però curioso di sentire la 60! Da come ce la descrivi sembra veramente un grande ampli.. ;)
E poi almeno sugli ampli..VIVA IL MADE IN ITALY.. In Italia abbiamo delle eccellenze mostruose.. vedi Dv Mark, Masotti, Mezzabarba, Artesound, Laa Custom, Madcat, Cicognani, D'angelo e non so quanti altri ancora..
Rispondi
Re: Dalla tua recensione...
di dylans1983 [user #25626]
commento del 13/11/2013 ore 12:25:19
Si la H150 l'ho provata anche io e la trovavo troppo "acida" e poi non aveva i due suoni heavy lead che invece trovo siano una figata sulla Luxury. La h150 dal canto suo aveva la potenza dei watt regolabile a 50w e a 7w mi pare. Pero 150 watt so comunque un attimo tantini XD. anche 60 non sono affatto pochi sempre per il discorso "spremitura valvole" ma come dicevo nella recensione il suono valvolare con la Luxury lo inizio a sentire anche a volumi piu che umani. Poi venendo da ampli transistor la differenza l'ho percepita subito.
Ahimé nei negozi si trova molto difficilmente (nel nord Italia e nelle Marche già di più). Io ho fatto un bel viaggetto per andarla a provare ma é doveroso per un acquisto del genere. Comunque appena posso posterò delle clip con diversi suoni; su youtube qualcosa si trova comunque ci sono diversi fenomeni italiani (Maggio, De Gruttola, Begotti) che la promuovono e che suonano alle clinic con i prodotti Cicognani. Che dire... W i prodotti made in Italy!!! Ah, al tuo elenco aggiungo i cavi Reference: resistentissimi e di grande qualità!
Rispondi
Un Ottimo Prodotto...anche se io vado a MESA
di Storx [user #19716]
commento del 14/11/2013 ore 17:13:28
Premettendo che Dylans è un carissimo amico (di quelli per cui ti squarteresti il cuore) ed una bravissima e correttissima persona, devo dire che io, invece, parlo dal'alltra parte della barricata, ovvero da fan sfegatatissimo della MESA e della maggior parte dei suoi prodotti (forse giusto i Nomad, gli Express ed alcune cose più "vintage" non li ho ancora capiti a fondo), soprattutto i Rectifier e/o Mark, essendo la mia estrazione particolarmente vicina all'hard'n heavy ed un certo tipo di sound moderno (io sono quello del DC5...che in realtà, per la precisione, è un Caliber 50+, ma che non è il solo ehehehe).

Ho provato il gioiellino di Cicognani (proprio grazie a Dylans) e devo dire che mi ha fatto un'ottima impressione. "Lontanamente" ci ho trovato (dal punto di vista sonoro) una sorta di carattere quasi boutique proprio per effetti come quelli descritti, ottenibili ad esempio giocando con il volume della chitarra, il tutto però abbinato ad una versatilità da fare paura. Forse come difetti sicuramente la macchinosità del (singolo) controllo che non consente un'immediatezza di settaggio, soprattutto in un contesto live (scordatevi di poter aggiustare il suono durante un pezzo...quel manopolone non rende facile la vita a nessuno!), però a parte questo neo devo dire che il prodotto si difende bene, soprattutto considerato che si colloca in una fascia di prezzo media, pur presentando caratteristiche di fascia quasi alta (il "quasi boutique" di prima)!
Per quel che riguarda i suoni, sicuramente c'è una completa configurabilità e soprattutto la "distinzione sull'intervento" relativo alle varie frequenze che tanto piace a Dylans. Vuoi togliere i bassi? Giri la manopola e li sottrai...nulla di più facile (direi quasi Plug&Play). Non c'è nulla da capire o con cui entrare in sintonia: what you give is what you get (quando invece con altri ampli diventa necessario entrarci proprio in simbiosi).
Se ci pensiamo qualcosa di simile è legata all'eterna diatriba tra eq grafici e parametrici.
Nel caso di Mesa, invece, storicamente (perlomeno per quella che è la mia modesta esperienza e come è riportato anche sui manuali stessi di gran parte dei prodotti della casa) l'approccio è un po' più vicino al parametrico, ovvero con ogni frequenza in parte correlata e relazionata alle altre. Questo fa sì che, su un MESA, vada appunto "capito" al punto che, spesso, difficilmente si vedono settaggi troppo sbilanciati dai valori "a metà"...in caso di parametrizzazioni troppo estreme e troppo al limite (come vuole il buon senso, anche per tutti gli altri ampli), forse è il caso di chiedersi se quella effettivamente non sia il prodotto che fa per noi.
E devo dire che nel caso di Dylans, così è stato.
Ricordo di averlo supportato nella fase di selezione e le sue richieste/esigenze non erano proprio "canoniche" e "da primo pelo":
- versatilità massima (da 4 canali in su)
- suoni dal super-clean al distortissimo con tutte le sfumature intermedie
- quantitativo di medi e possibilità di intervento oltre l'umano (d'altronde, "volere più medi di un Mesa" si commenta da solo)
- massima possibilità di intervento su tutta la gamma eq (fino al più minimo dettaglio)
Inizialmente sembrava che con il Triaxis fossero state risolte buona parte delle esigenze, ma poi, col tempo sembra non sia stato così (proprio perchè "De Gustibus Non Disputandum Est"), soprattutto quando al sistema ci è stata abbinata la cassa DV.

Per quel che riguarda MESA in generale va detto che non sono macchine borderline, quando ti fai uno di quei sistemi fai una scelta di campo senza compromessi o fronzoli: quel suono o lo odi o lo ami.
Per quel che mi riguarda, nella casa di Pentaluma ho sempre trovato la massima realizzazione di esigenze e desideri: come mi hanno fatto godere quei gingilli, a livello di suono e funzionalità (che in molti casi hanno anche anticipato i tempi), nessun altro ci è mai riuscito.
Inoltre c'è da dire che, al cospetto di un Mesa, stai sempre sicuro di avere davanti un gingillo al massimo stato dell'arte e della tecnologia in quell'ambito specifico, innovativo e fatto con ottimi materiali, robusto quanto una colonna di marmo di Carrara.
Nel caso del Triaxis potrei confermare l'ipotesi (ma direi anche mia personale opinione) che magari magari non sia stato "capito" a fondo e del tutto, ma una cosa del genere diventa assolutamente "fisiologica" nel momento in cui quello ti accorgi che quello che hai sotto mano non è per nulla il tuo sound (è come ostinarsi ad utilizzare qualcosa che senti e sai che non ti appartiene). E' chiaro che se qualcosa non lo ami fino alla follia, magari non arrivi a comprenderlo nelle sfumature più recondite e non sei stimolato a sviscerarlo fino all'ultimo dettaglio (che, però nel caso del Mesa è quel che fa la differenza ed il suo "vero utilizzo").
Per quel che mi riguarda e per la mia esperienza (anche diretta) devo dire che quel pre l'ho sempre visto, sentito e utilizzato in qualsiasi contesto (dal metal più moderno ed estremo fino alla fusion/quasi jazz, passando per il Rock dei Queen, Deep Purple, Malmsteen, etc.), con risultati sbalorditivi.
Però ripeto...tutto questo è un discorso di gusti e conoscenza a menadito del prodotto (che, per la mia esperienza, non si realizza prima di un possesso ed utilizzo continuativo di almeno 1,5-2 anni).
Io credo sia inutile stare a discutere troppo: semplicemente quel sistema non era sulle corde di Dylan e quindi non c'è stato magari nemmeno lo spunto per andare oltre nello studio/approfondimento di un sistema così complesso (rispetto al HD60, cmq il Triaxis è nettamente più complicato), magari prendendo atto che, probabilmente, oltre un certo limite e regime di funzionamento non avesse senso portare la macchina (Medi a 10,5 e tutto il resto a 2 non ha tanto senso, no?).
Tirando le somme, a Cicognani sicuramente va il merito di aver realizzato un prodotto dalla versatilità incredibile, in grado di soddisfare le esigenze più disparate (come nel caso di Dylan) e con caratteristiche di pregio anche ad un prezzo davvero molto concorrenziale, mentre a MESA quella di aver mantenuto e continuare a mantenere quella sua identità che la colloca in una fascia e livello personalissimo di suono, solo per quei palati più "raffinati" (nel senso di intenditori di quel sound così specifico).
Come dicievo, se la Luxury a mio giudizio rappresenta un quasy-boutique...la Mesa (ed, in questo caso, il Triaxis) per questo suo tratto distintivo e suono inconfondibile, il Boutique vero e proprio (e quindi, ma come è facile aspettarsi), per me resta e sempre resterà su un livello e piano superiore a tutti gli altri...Ma d'altronde, come già dicevo,
DE GUSTIBUS NON DISPUTANDUM EST! ;-)

Buona Musica a tutti, ognuno col suo ampli preferito

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