Questo fermento portava ottime vendite ai negozianti, quindi se vedevano entrare un ragazzino senza un becco di un quattrino che sbirciava tra le batterie, lo lasciavano fare visto il gran movimento di musicisti che si alternava.
Cari amici, credetemi, in quel periodo si spendevano tanti soldi per strumenti e musica. Nelle mie numerose sortite dai negozianti, ho visto acquistare di tutto. Non ho mai dimenticato la gioia di un batterista che appena acquistato una Yamaha Recording Custom mod. Peter Erskine (quella verde che usa nei vecchi video didattici) stappò una bottiglia di champagne per festeggiare con esercenti e clienti di passaggio. Ricordo la sua enfasi "finalmente ho preso la batteria dei miei sogni!".
Anch'io trovai la batteria dei miei sogni e fu proprio durante uno di questi giri tra i negozi.
Era consuetudine lasciare all'ingresso del negozio - in vista - cataloghi di vari strumenti. Io ne presi uno della Gretsch e nell'ultima pagina rimasi colpito proprio dalla pubblicità che ritraeva Tony Williams con la sua mitica batteria gialla con due tom e tre timpani a terra. Quella foto presa dall'alto con il batterista a braccia aperte davanti al suo set mi rimase in testa e dopo qualche tempo in un negozio, eccola... era li impilata. Spiccava quel grosso rullante (credo fosse 8" di altezza).
Nel corso degli anni ho sempre cercato di arrivare a quel set perdendo di vista, in alcuni casi, ciò che effettivamente serviva al mio drumming e la cosa si è ripetuta varie volte nel tempo fino al giugno del 2012 quando, in un noto portale di compravendita strumenti, leggo un annuncio: vendo Gretsch modello Tony Williams con cassa, due toms e timpano a euro 2000 in perfetto stato.
Rimasi per un po' dubbioso sul da farsi. Ormai usavo da anni strumenti Yamaha in quercia e mi trovavo benissimo, ma quell'annuncio riaccese quel vecchio desiderio di ragazzo e ricordai la persona che festante brindava all'acquisto della sua batteria dei sogni e decisi di tentare. Ovviamente l'eventuale acquisto della Gretsch avrebbe significato, in quel momento, vendere la Yamaha Oak Custom X che adoperavo (peraltro strumento in edizione limitata e già fuori produzione in quel periodo).
Andai a Bologna per visionare lo strumento e per qualche giorno riprovai le stesse emozioni di quando andavo per negozi pensando alla batteria dei miei sogni. Lo strumento con cui ti vuoi identificare, in cui ti vuoi riflettere e attraverso il quale vuoi porti verso gli altri. Entrai nella cantina e la vidi. Per un po' restai così senza far niente, la osservavo soltanto. Il venditore mi lasciò solo per poterla provare. Dopo una mezz'ora che l'avevo suonata, richiamai la persona dicendogli che avrei comunicato la mia intenzione entro il giorno dopo.
Qualcosa era cambiato, non ero sicuro che quello fosse lo strumento adatto e in cui immedesimarmi.
Quel tipo di batteria (Solid Yellow Wrapped) era, come modello descrive, ricoperta da uno strato di cellulosa, qualcosa che rendeva il suono del tamburo più povero di armonici anche se molto potente. Tipico per quel tipo di strumento e per l'epoca alla quale risaliva (1975).
Ho dovuto prendere coscienza della verità, sarà pure stata la batteria dei miei sogni di ragazzo, ma non era la batteria di cui necessitavo diversamente dalla mia oak custom X che invece corrispondeva appieno alle mie esigenze di musicista.
Anche se con molto ritardo, ho imparato la lezione: la batteria dei sogni è quella con cui tu puoi esperimerti in pienezza, liberamente e traendone il massimo profitto musicale.